Accadeva 40 anni fa/17,maggio 1981: referendum sulla L.194. Si accende la battaglia sul raddoppio o meno dell’inceneritore

Il mese di maggio 1981, nel meratese, si apre con due notizie dirompenti: una politico-sanitaria e l'altra strettamente di nera. La regione ha definito i confini delle Unità Socio-Sanitarie Locali (Ussl), ora si tratta di disegnare i distretti sanitari. Il Comitato di Gestione dell'Ussl presieduto da Luigi Zappa prevede sei distretti. Giovanni Maldini di Casatenovo si scaglia contro questa proposta accusando il Comitato di non aver interpellato i sindaci casatesi e reclama un distretto a Casatenovo per Monticello e Barzanò. Da Paderno arriva la proposta di ben otto distretti per essere più vicini all'utenza. La partita è complessa e molto importante per il buon funzionamento della sanità territoriale. Per questo il confronto si fa sempre più serrato anche nelle settimane successive. Alla fine si arriva a concordare le sei sedi distrettuali, grazie forse all'intervento della segreteria provinciale della Dc. Lo scontro, del resto, era tutto all'interno del partito scudocrociato.

Lunedì ore 13, piazza della Vittoria Cernusco Lombardone. Sotto il porticato, accanto all'ambulatorio della dottoressa Viganò, alla lavanderia e alla gioielleria apre la filiale della Cariplo. Una piccola filiale posta in posizione apparentemente sicura: davanti c'è il giardino e la statua, la posizione è centralissima. Per scrupolo c'è pure un vigilantes. Ma poco prima della chiusura scoppia l'inferno. Un bandito aggredisce la guardia alle spalle, la immobilizza si appropria della Smith & Wesson calibro 38 e entra pistola in pugno in banca facendosi scudo col corpo dell'agente. Due colpi richiamano subito l'attenzione degli impiegati mentre irrompe anche un secondo bandito, armi in pugno, che scavalca il bancone spinge a terra i bancari e arraffa tutto quanto sta nei vari cassetti. Intimando di non muoversi i due escono di corsa verso un'Alfetta con a bordo un complice che schizza via in un baleno. Inutili i posti di blocco dei carabinieri.

Dopo la crisi idrica, non ancora conclusa l'acqua viene erogata 7 ore al giorno, scoppia la guerra del forno inceneritore. Riavvolgiamo il nastro: fino agli anni '70 ciascun comune conferiva i rifiuti in maniera autonoma in discariche controllate (forse). C'erano però i cosiddetti "straccivendoli" che giravano di paese in paese a raccogliere chi la legna, chi il ferro, chi la plastica (pochissima), chi altri metalli mentre la carta era appannaggio di associazioni di volontari utile per raccogliere fondi. La situazione cambia con la nascita di un consorzio di comuni - che si formalizza nel'79 - per la gestione del primo forno inceneritore dell'intero territorio. E' posto in mezzo ai prati, a sud della città, dove oggi ci sono canile e piattaforma ecologica. Alfonso Mandelli, Dc, diventa presidente. Il forno funziona a singhiozzo e non è chiaro quanto inquini. Ma certo inquina. Tutti i comuni del meratese aderiscono al consorzio.

Il forno di Brugarolo

Nel 1979 il forno elimina 61.700 quintali di rifiuti. Quando è fermo, nell'anno circa 60 giorni, i rifiuti vengono trasferiti alla discarica di Gerenzano. Ora si è a un bivio: potenziare l'impianto o tornare alle discariche. Da Montevecchia arriva la proposta firmata Eugenio Mascheroni: lavorare su più fronti. Il primo è costituire e valorizzare gruppi di volontari per la raccolta differenziata disponendo così di più risorse provenienti dalla vendita dei materiali e molte meno tonnellate di rifiuti da smaltire; affidare a studi specializzati l'analisi della situazione e la direzione da intraprendere. E siccome la raccolta differenziata è un'attività economica come un'altra la tesi è quella di costituire una società mista dove il privato agisce in prima persona e il pubblico indirizza e controlla, con lo scopo di realizzare un impianto moderno la cui costruzione affidata al privato consente risparmi nell'ordine del 15-20% potendo operare appalti spezzettati e non chiavi in mano. Il Pci per bocca di Gino Sala si dice contrario al nuovo forno. La Dc attraverso Mario Gallina si allinea sostanzialmente sulle posizioni di Montevecchia puntando tutto sul riciclaggio. Certo la linea dominante negli anni 60-70 dello smaltimento tramite forno inceneritore è da ritenersi superata.

Mandelli, Mascheroni, Sala, Gallina

Tempi duri per commercianti e esercenti di Merate. L'ufficiale sanitario dottor Michele Bonanomi ha avviato una campagna di verifica e controlli del rispetto delle norme igienico-sanitarie. La situazione dopo un centinaio di sopralluoghi sui duecento circa programmati non è certo confortante. "Uno dei maggiori problemi sono i servizi igienici, roba da mettersi le mani nei capelli. Spesso ce n'è uno solo per personale e clienti, a volte è addirittura esterno all'unità-laboratorio, le condizioni di tenuta sono per lo più pietose". Pizzerie, trattorie, mense aziendali non sfuggono al controllo e, soprattutto nelle cucine, il dottor Bonanomi si deve soffermare e prescrivere robusti interventi di sanificazione.

Si contano le schede dei referendum Radicali tesi a abrogare la legge 194 nella versione approvata per dare più diritti alle donne, la legge Cossiga sull'ordine pubblico, la legge sull'uso delle armi, la legge sull'ergastolo (da sopprimere) e per la sola Lombardia quella che regola i bacini di trasporto. Un sesto referendum proposto dal Movimento per la Vita mira all'abrogazione totale della legge 194. La valanga di no è travolgente ma nel meratese solo otto comuni votano no al referendum del Movimento per la Vita. Tutti gli altri vedono prevalere il sì all'abrogazione della legge 194 anche se spesso per una manciata di voti. Chiesa e Dc hanno battuto casa per casa nel tentativo, riuscito, di convincere i meratesi a votare no all'aborto, quindi sì al referendum abrogativo. In sostanza, quando lo Stato dice sì ma intende il suo contrario. Votano no Cassago, Cernusco, Imbersago, Paderno, Verderio Inferiore, Usmate, carnate e Bernareggio. Ecco il tabellone riassuntivo.

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Qualche bella foto d'epoca magari per riconoscersi nonostante la terribile sgranatura delle foto scattate 40 anni fa e riprodotte in camera oscura per essere poi retinate e inserite nella "gabbia" da cui estrarre la lastra di stampa.

L'USC Brivio sulle orme del grande Tino Ausenda

 

La battaglia dell'acqua - razionata - mobilita il territorio. Ecco l' immagine di una seduta in aula consigliare con il presidente del Consorzio Ferdinando Colombo, leggermente girato di spalle, al microfono.


Condannato dal Pretore di Lecco Sandro Cesana perchè in qualità di sindaco di Brivio non era prontamente intervenuto a punire un pur piccolo abuso edilizio. Dopo di lui Fausto casate e Giovanni Maldini di Casatenovo subirono la medesima sorte.

Sandro Cesana

 

Ben 500 atleti in gara alla bocciofila Carzaniga di Merate per il terzo trofeo Pietro Scaccabarozzi alla memoria.


Due titoli regionali per l'A.S. Padernese ai campionati su strada di rotellismo, categoria ragazzi sui 1.000 e 1.500 metri

 

Attestati e medaglie agli Avisini di Lomagna nel corso di una commovente cerimonia, associazione che conta oltre un centinaio di iscritti.


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