Brivio: il tuffo dal ponte con gli amici finisce in tragedia. Annega Youssef Janoui 21 anni di Lecco. Il tentativo eroico di una 13enne di salvarlo e l'intervento tempestivo di un uomo


Si chiamava Youssef Janoui, aveva 21 anni e viveva a Lecco, in rione Germanedo, a due passi dall'ospedale Manzoni. È morto in un torrido pomeriggio di agosto, cercando refrigerio nelle acque del fiume Adda: il tuffo con altri due amici dal ponte si è trasformato in tragedia e nonostante il tentativo eroico di una ragazza di 13 anni di salvarlo, non ce l'ha fatta. Il suo cadavere è stato ripescato sulla sponda bergamasca, circa un'ora dopo, verso le 18.30 incastrato tra le radici degli alberi che si sporgono nel fiume, all'altezza della località "toffo".
Attorno alle 20 il magistrato ha dato il nulla osta per la rimozione della salma. La madre, che nel frattempo aveva raggiunto Brivio assieme ad altri famigliari, alla notizia che per il suo ragazzo non c'era più nulla da fare, è stata colta da malore e soccorsa dal personale sanitario che era già presente in loco.


I tre ragazzi avevano raggiunto la campata del ponte che collega la sponda bergamasca con quella lecchese per buttarsi a piombo nelle acque del fiume nonostante poco prima una pattuglia della polizia locale con il comandante dr. Alberto Maggioni avesse raccomandato loro di desistere data la pericolosità e le insidie del fiume. Una consuetudine estiva quella del salto dal ponte che si ripete con frequenza ma che, questa volta, si è trasformata in tragedia.

 

Il 21enne, infatti, sorpassato l'isolotto è stato travolto dalla corrente e non è stato più in grado di nuotare agevolmente. Ha iniziato così a gridare aiuto. Le sue urla sono state sentite dall'alzaia da diversi passati che hanno allertato il 112. Senza pensarci un attimo, però, una 13enne che si trovava a passeggiare nei pressi del Molinazzo si è buttata nel fiume, con indosso ancora i vestiti. Con bracciate decise ha tagliato la corrente e ha raggiunto Youssef riuscendo ad afferrarlo prima che affondasse. Il peso del giovane e forse anche lo stato di agitazione hanno però reso complicata l'operazione di salvataggio tanto che anche la coraggiosa ragazza ha iniziato ad annaspare.

 

Alessandro Sarti con i figli, sotto la canoa utilizzata per tentare di salvare i due ragazzi

 

Richiamato dalle urla, dalla sua abitazione in fregio all'alzaia è sceso in strada anche Alessandro Sarti che, compresa la gravità della situazione, ha buttato in acqua la canoa raggiungendo i giovani. "Sono riuscito ad afferrare la ragazza e a tenerla con il remo" ha raccontato ancora scosso per l'accaduto "poi con un braccio ho cercato di dare stabilità alla canoa e con l'altro l'ho aiutata a issarsi a bordo. Sono riuscito a sollevarla e a farla cadere all'interno. Il ragazzo era già sott'acqua un paio di metri, l'ho visto aggrappato alla caviglia della ragazza, la stava portando a fondo. Poi la sua mano ha lasciato il piede e il corpo è stato trascinato dalla corrente".

Stremata per la fatica la 13enne è stata riportata a riva e qui raggiunta poi dalla madre. Caricata in ambulanza e sottoposta a una serie di accertamenti, con la misurazione dei parametri, è stata trovata in buona salute.

Per individuare il corpo di Youssef è stato necessario mobilitare l'elicottero dei vigili del fuoco e i sommozzatori. Per un'oretta è stato scandagliato il tratto di fiume tra il Molinazzo e la località "il toffo". Finalmente il cadavere è stato localizzato sulla sponda bergamasca, nei pressi di un'ansa dove ci sono gli alberi che si adagiano nel fiume. Portato a riva i sanitari hanno comunque tentato di mettere in atto le manovre rianimatorie ma il cuore di Youssef aveva ormai smesso di battere.

Sul posto presenti i carabinieri e la polizia locale di Brivio

Strazio e disperazione tra amici e parenti rimasti in attesa al Molinazzo e che alla conferma del decesso del giovane sono scoppiati in un un pianto a dirotto.

Spetterà ora ai carabinieri della stazione di Brivio redigere gli atti e ricostruire la dinamica della tragedia.

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S.V.
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