Riflessione sul Ponte di Paderno

Il ponte in ferro di Paderno d'Adda è unanimemente considerato come un vero e proprio simbolo dell'archeologia industriale in Italia e come una delle più interessanti realizzazioni dell'ingegneria italiana dell'Ottocento. Costruito tra il 1887 ed il 1889 dalla Società Nazionale delle Officine Savigliano (SNOS) su progetto dell'ingegnere svizzero Julius Röthlisberger, il ponte è lungo 266 metri ed è percorso dalla strada ferrata e dalla strada provinciale per Bergamo. Questa immane intricata selva di lamiere e spranghe che suscitava altissima meraviglia negli stupiti osservatori del tempo, rappresenta una delle più interessanti testimonianze di quell'epoca in cui l'acciaio, il ferro e la ghisa erano veri e propri simboli del progresso umano.  La rilevanza del ponte San Michele dal punto di vista storico è paragonabile a quella della Torre Eiffel, eretta esattamente negli stessi anni e con le stesse tecnologie. Entrambe le strutture all'epoca della costruzione divennero il simbolo del trionfo industriale per i rispettivi paesi. All'epoca della sua costruzione, il ponte San Michele era il più grande ponte ad arco al mondo per dimensioni e il quinto in totale per ampiezza di luce. Esso si trova attualmente a poca distanza da due impianti architettonici di grande rilevanza: le centrali idroelettriche Esterle e Bertini. La sua realizzazione destò l'ammirazione di tutta l'Europa e presto il viadotto comparve sui più autorevoli trattati di ingegneria civile assieme ai maggiori ponti ad arco del mondo: quelli sul Mississipi, sul Douro, sulla Truyère, sullo Schwarzwasser. Merito soprattutto dell'eleganza delle proporzioni, dell'accuratezza del progetto e della perfezione costruttiva che furono ipotizzate dalla Società nazionale delle Officine di Savigliano.
Un invito a Sindaci, Amministratori Provinciali e Regionali a rileggere la storia del ponte. Due anni hanno impiegato per costruirlo, senza mezzi e attrezzature disponibili oggi. E hanno fatto un capolavoro!! I cittadini non vogliono che si impieghino due anni per decidere dove farlo,come farlo. Poi aspettare altri due anni per parere belle arti e altri due per indagine geologica..Siamo già in ritardo di vent'anni, il territorio non può aspettare oltre. Facciamo lavorare architetti e ingegneri , non i Grandi Casciaball o disfattisti vari.
R.C.
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