Verderio: lo scrittore Ambrogio Andreotti e i suoi 4 libri tra storia, cucina e vita vissuta

La palestra delle scuole elementari “C.Collodi” di Verderio ha accolto, sabato sera, un ospite speciale, lo scrittore padernese Ambrogio Andreotti. Al suo fianco, a moderare l’incontro, c’era l’amica Giulia Livilla, “Ho conosciuto Ambrogio una quindicina di anni fa. Io dipingo e quando ho visto i suoi schizzi in bianco e nero, ho pensato, devo colorarli. E così è nata la nostra amicizia - ha raccontato - sono stata la prima a conoscere la sua intenzione di scrivere”.


Ambrogio Andreotti, classe 1954, ha sempre amato la scrittura che, da quando è in pensione, è diventata il suo hobby. Grazie al suo lavoro di progettista di interni ha avuto la possibilità di girare in lungo in largo la penisola italiana, scoprendo una moltitudine di luoghi e incontrando tantissime persone che, svariate volte, si sono infilate nelle trame dei suoi romanzi. È così che è nata la sua prima opera “Un letto a tre piazze” che, una volta terminata, non aveva certo pensato di pubblicare. A dargli la spinta sono stati i commenti positivi di amici e parenti. Il testo, infatti, è stato letto dal cognato, dall’amica Livilla e dalla sua dentista. Proprio  quest'ultima, ha confessato Ambrogio, “mi ha spronato alla pubblicazione”. Il mondo delle case editrici si è però rivelato colmo di insidie e non è stato per nulla scontato trovare un editore disposto a non chiedere denaro e a offrirsi di correggere il testo. Ma soprattutto non credeva che dopo il primo romanzo sarebbe arrivato il secondo, e poi il terzo - che verrà pubblicato il 15 novembre - e addirittura il quarto, che ha svelato essere in fase di stesura.



Ma qual è il segreto di Ambrogio Andreotti, reinventatosi scrittore con un passato da disegnatore di interni? Una grande cultura acquisita attraverso la lettura di una miriade di libri, la passione per tutta la storia del Novecento e la voglia ascoltare e discorrere con le persone incontrate nel corso della sua vita. Ha confessato, “alcuni si fidano di me e iniziano a raccontarsi”. Un mix di questi elementi ha dato vita ai personaggi dei suoi romanzi, che sempre nascondono un fondo di verità unita alla fantasia. Sempre parlando dei protagonisti dei suoi libri, uno in particolare, ha detto, “lo sento forte”. È “Il Capitano, Giovanni Poletti” nonché avvocato nel primo romanzo, e investigatore nel secondo e nel terzo, che chiuderà ufficialmente la trilogia. Poletti, ha spiegato Andreotti, incarna un uomo realmente esistito, “ancora oggi mi capita di andarlo a trovare al cimitero, ovviamente non si chiama Poletti - ha raccontato allegramente - era un garzone che lavorava in una bottega poi però è finito realmente a lavorare in uno studio legale”.



Ambrogio Andreotti e Giulia Livilla Ranzato



Oltre ai personaggi, emergono dalle trame sprazzi della sua vita, dei suoi affetti, in particolare la parte di Varenna, di Colico, il lago, le automobili e i piatti tipici locali. Una chicca dei suoi romanzi è proprio la minuzia con cui vengono descritti gli ambienti. “Le descrizioni sono proprio belle perché ti fanno sentire dentro al luogo”, ha confermato Livilla. E lo stesso vale per le automobili, altra sua grande passione, e il cibo. Questo è il frutto di un'attenta ricerca e dello studio approfondito che l’autore mette in pratica contemporaneamente all’arte dello scrivere. E quale momento migliore per scrivere, se non nella quiete indisturbata della notte, “Mi addormento verso le 21, poi intorno alle 23 mi sveglio, e sono bello fresco per iniziare a scrivere” - ha svelato.
Il piacevole incontro - organizzato dalla Pro Loco di Verderio - si è chiuso con alcuni interventi del pubblico e i ringraziamenti di Andreotti a tutti i partecipanti e al comune di Verderio per l'ospitalità.
F.Fu.
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