Mandic: visite ai pazienti in reparto per 30 minuti con ''rompicapo'' da risolvere
Reparto che vai, usanze che trovi. Funziona così per le visite ai pazienti ricoverati all'ospedale Mandic. In attesa che il direttore sanitario dell'Asst di Lecco, il dottor Vito Corrao, predisponga come previsto dal decreto legge firmato dal Ministro della Sanità Speranza il protocollo per regolamentare le visite ai pazienti, al Mandic si naviga a vista.
La visita non può durare più di mezz'ora e il visitatore deve indossare il camice mono uso e la mascherina.
Basta chiedere in portineria per rendersi conto di quanto la situazione sia "liquida". L'operatore invita infatti candidamente a contattare direttamente il reparto per conoscere le disposizioni in materia. Sempre all'ingresso sono inoltre a disposizione in grande quantità gli stampati a disposizione del pubblico, con gli orari di visita ai pazienti- Peccato però che non siano più validi dal gennaio del 2020.
Quindi l'apertura delle visite ai pazienti è avvenuta con ingressi differenziati e registrati in modo da poter ricontattare eventuali visitatori se dovesse insorgere un focolaio.
I cartelli all'ingresso di pneumologia
Le idee più chiare sembrano averle avute nel reparto di Pneumologia dell'Inrca, al quinto piano, dove due "avvisi" sulla porta d'ingresso del reparto spiegano come si può far visita ai ricoverati.
Le visite ai pazienti della sezione "Covid free" sono possibili dalle 15 alle 17,30, ma solo dopo aver preso l'appuntamento per telefono dalle 14 alle 15 dal lunedì al venerdì e dalle 14,15 alle 15 nel fine settimana. Ma viene anche spiegato che non si potrà andare tutti i giorni per poter dare la possibilità a tutti di visitare i propri cari.
Per quanto riguarda la sezione Covid, l'ingresso può avvenire solo previa indicazione medica e dopo aver preso l'appuntamento.
In Neurologia invece le visite sono autorizzate ogni giorno dalle 17 alle 18 ma per una persona sola, che deve indossare le protezioni previste.
Medicina
All'ingresso del reparto di Medicina invece il messaggio è estremamente chiaro: "L'accesso a questo reparto non è consentito. Chi volesse informazioni relative allo stato di salute di un paziente, deve rivolgersi al Coordinatore infermieristico che a sua volta metterà poi il parente in contatto con il medico di riferimento".
Chirurgia e ginecologia
In Chirurgia e Ginecologia l'avviso affisso alla porta a firma dell'Equipe Sanitaria detta una serie di disposizioni. "In attesa del regolamento aziendale definitivo abbiamo la necessità di proporre delle regole da rispettare al fine di evitare assembramenti o possibili contatti, se pur minimo il rischio di contagio è comunque presente, sia tra visitatori che tra i pazienti e gli operatori, pertanto si chiede di non rimuovere i dispositivi necessari, mascherina e sovracamice, per alcun motivo e di mantenere le distanze con tutte le figure presenti". Anche qui è prevista la visita di un solo parente al giorno e per non più di trenta minuti. Qui, chi accede alle aree di degenza viene registrato su un apposito registro.
Insomma, in attesa delle Linee guida per le visite ai pazienti ricoverati in ospedale in fase di elaborazione da parte della Direzione sanitaria, chiunque volesse far visita ad un parente in ospedale è importante che contatti prima il reparto dove si trova ricoverato e si informi sulle procedure necessarie per accedere.
Da quel poco che ci è dato sapere, ma siamo in attesa anche noi di informazioni ufficiali dalla Direzione sanitaria che entrerà in vigore dal 6 agosto, l'accesso avverrà in modo differenziato da reparto a reparto per evitare assembramenti all'ingresso e sarà necessario essere muniti del Green pass che verrà registrato elettronicamente con appositi lettori del Qr Code.
Le disposizioni governative attribuiscono comunque al direttore sanitario della struttura ospedaliera, in relazione allo specifico contesto epidemiologico, il potere di adottare misure precauzionali più restrittive, necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione, con l'obiettivo di consentire l'adozione di misure immediate, laddove si verifichino situazioni di rischio o di pericolo in una struttura in relazione alla diffusione del Covid-19.
Ormai porte e corridoi all'interno dell'ospedale sono tappezzati di avvisi, divieti e disposizioni varie, che spesso rischiano addirittura di centrare l'obiettivo opposto a quello che si vorrebbe: invece di aiutare l'utente a districarsi tra diversi piani e corridoi, finisce con il confondergli le idee. L'ospedale Mandic è stato realizzato per blocchi, costruiti in epoche diverse, ma soprattutto su livelli diversi, e diventa impossibile rendere agevoli gli spostamenti interni. Al punto che qualche volta sia ha l'impressione di essere su di un transatlantico.
Ecco un paio di esempi illuminanti: "Attenzione! Per raggiungere Psichiatria - Spdc - Medicina Trasfusionale sbarcare al quarto piano e utilizzare il ponte di collegamento". E ancora: "Attenzione! Per raggiungere Medicina riabilitativa, palestra Rrf sbarcare al secondo piano".
L'indicazione più illuminante è quella relativa al tragitto per raggiungere il Centro Trasfusionale: "Percorso per raggiungere il Centro Trasfusionale & Ematologico Avis" è il titolo dell'avviso che campeggia su una parete. "Prendere ascensore N° 8 del Blocco A salire 3° piano fare attraversamento girare a sinistra prima porta a destra prendere ascensore N° 11 salire 2° piano".
Più facile di così... Meglio andare dritti in Psichiatria.
A.Bai