Quale giustizia?

Se è certamente logico affermare che occorre essere competenti per giudicare adeguatamente i fatti che ci circondano e che condizionano particolarmente la nostra Convivenza Civile e quindi le nostre stesse esistenze, è altrettanto vero che anche il cittadino comune possa e debba, approfondendo, formarsi delle opinioni.
Penso e spero quindi di non essere l'unico tra i “non addetti ai lavori” che si stia interrogando a fondo sul valore o meno di questa cosiddetta riforma Cartabia mettendone a confronto i pro e i contro e cercando, avendone seguito le tormentate vicissitudini, di far prevalere il metodo logico-deduttivo nel valutare, in modo incrociato, le informazioni circolate.
Non avendo però la pretesa di indicare ad altri giudizi inappellabili (io di precisi me li sono fatti) mi limito a porre alla riflessione comune alcuni, tra i tanti, significativi dati  e soprattutto pochi ineludibili interrogativi in cerca di risposte non strumentali o di comodo. Semplici domande comprensibili a tutti.
E' vero che l'Europa, per concederci i cospicui fondi assegnati, ci aveva chiesto una giustizia civile più efficiente più che la velocizzazione dei processi penali  visto che aveva elogiato la riforma “Spazzacorrotti” Bonafede/Conte definendola letteralmente così : “ Una Riforma benvenuta, che blocca la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, cosa che è in linea con la raccomandazione specifica formulata da tempo” (Antonella Mascali - FQ del 9 luglio) ?
E visto che la stessa Europa si era espressa pochi anni prima commentando la prescrizione così : “Il sistema attuale ostacola considerevolmente la repressione della corruzione, non da ultimo perché incentiva tattiche dilatorie da parte degli avvocati “ (ibidem) ?
E' invece normale un Paese che su uno dei più grandi giornali nazionali, con evidente soddisfazione, chiosa così  : “ Ieri la “spazzacorrotti” è stata spazzata via “ ( Francesco Verderami sul  “Corriere della Sera” del 30/07) con tanto di servizi televisivi che riportano altrettante affermazioni di giubilo da parte di gran parte dei maggiori esponenti partitici ?
A fronte di tutto questo, corrisponde al vero che la corruzione (purtroppo uno dei mali endemici del nostro martoriato e smemorato Paese) non è alla fine stata prevista  (letteralmente sparita) tra i reati gravi a cui è stata “concessa” apposito trattamento processuale ?
Ma era proprio necessario toccare la prescrizione e introdurre la improcedibilità (che chiude i processi ma lascia in sospeso l'estinzione del reato, e quindi molto probabilmente gli eventuali risarcimenti ...) invece che potenziare di molto organici, digitalizzazione, riorganizzazioni e quant'altre misure di “efficientamento” ( a fatica il procuratore Gratteri  ha potute enunciare alternative concretamente praticabili durante la trasmissione in Onda su La7 l'altra sera, dopo aver definito questa “Riforma” la peggiore vista da quando lui è in magistratura (1984)  ?
Ma non sarebbe la via “strutturale” quella più credibile anche agli occhi dell'Europa senza rischiare di mandare al macero migliaia di  processi  stante l'attuale ruolino di marcia di non pochi distretti di Giustizia ?
Perché si è scelta questa via peraltro foriera di ricorsi e complicazioni ?
Ed è normale un Paese in cui si deve ingaggiare una lotta serrata per “imporre” di tener fuori dalla improcedibilità i reati di mafia e simili quando a parole si continua retoricamente a commemorare gli “eroi dell'Antimafia” come i magistrati, spesso però in realtà lasciati soli ?
Ed è possibile che si proceda indefessamente ad una riforma nonostante il parere contrario dell'organo di autogoverno della Magistratura e le prese di posizione quasi unanimi dei magistrati più esposti ?
Come può un Governo che dice di avere a cuore gli interessi più profondi dei propri cittadini non tener conto di questi espliciti dissensi ?
E come possono le forze politiche non avvertire che l'opinione pubblica è sempre più disaffezionata alla “cosa pubblica” perché sempre più attribuisce ad un loro puro calcolo auto protettivo queste “riforme”?
Ci sarebbero molti altri interrogativi da porre ma lascio ad altri eventualmente integrare …
Germano Bosisio
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