Retesalute/2: Ciro D’Aries 'arringa' i Sindaci. Nessuna sottrazione indebita o distrazione di denaro pubblico. Ma i soci devono pagare

Il professor Ciro D'Aries ha fatto filotto. Con un'accalorata arringa durata poco meno di un'ora è riuscito ad ottenere l'impegno formale di tutti i sindaci a pagare il "conto" di quattro milioni, che consentirà a Retesalute di sopravvivere. L'Assemblea dei sindaci tenutasi giovedì sera in Municipio a Merate, ha finalmente segnato una svolta nell'intricata vicenda che ha portato l'Azienda speciale, che si occupa di servizi sociali per il Meratese e Casatese, sull'orlo del baratro: i Comuni ripareranno i debiti!
Difficile dire se alle spalle ci sia stata un'abile regia oppure sia stato frutto del caso, certo è che gli attori principali, il Collegio dei liquidatori, hanno recitato il copione alla perfezione. Questa volta, va detto, anche il presidente dell'Assemblea, il sindaco di Merate Massimo Panzeri, ha avuto un ruolo decisivo sull'esito positivo dell'incontro.
Ed è stato proprio lui ad introdurre la riunione, mettendo subito pressione ai 24 rappresentanti dei 27 Comuni soci dell'Azienda speciale - per lo più gli stessi sindaci - annunciando che "di tempo da perdere non ne abbiamo più, dobbiamo trovare una soluzione. L'inerzia non è più permessa!".
La situazione nelle ore precedenti la riunione, si era non poco complicata, in quanto in quello stesso giorno era arrivata una lettera a firma del presidente del Distretto di Lecco Guido Arrigoni, del Presidente dell'Ambito distrettuale di Lecco Sabina Panzeri, del Presidente dell'ambito distrettuale di Bellano Fernando De Giambattista, del sindaco del Comune di Lecco Mauro Gattinoni e del Presidente della Comunità Montana Valsassina e Valvarrone Fabio Canepari, avente per oggetto "Comunicazione e richiesta definizione intese". (Per leggere la lettera clicca QUI)

Il sindaco Massimo Panzeri con il presidente del Collegio dei liquidatori il professor Ciro D’Aries

La lettera, indirizzata al Presidente dell'Ambito di Merate Filippo Galbiati, al Presidente dei soci dell'Azienda Speciale Retesalute Massimo Panzeri e al Presidente del Collegio dei liquidatori, non era altro che un ultimatum con la richiesta di tempistiche certe per il pagamento dei debiti, ma soprattutto indicazioni chiare e precise sul futuro di Retesalute.
Ma non solo. Il sindaco Panzeri ha annunciato che sempre quel giorno aveva ricevuto una telefonata dalla Direzione socio sanitaria dell'Ats Brianza che gli aveva manifestato la preoccupazione della Regione Lombardia per quanto riguarda l'assegnazione dei fondi all'Ambito per l'anno in corso. "Ho cercato di rassicurare - ha detto Panzeri - ma ho promesso entro domattina una breve relazione su quanto accadrà questa sera...".
Dopo mezz'ora la tensione in sala era già alle stelle, e il momento più atteso non era ancora arrivato: l'intervento del professor D'Aries. Il microfono è passato all'ex presidente del Consiglio di amministrazione di Retesalute e attuale componente del Collegio dei liquidatori, l'avvocato Alessandra Colombo.
Con estrema serenità la dottoressa Colombo ha ricordato agli amministratori che Retesalute, nonostante nessuno ne parli, continua la sua preziosa attività, che è quella di erogare servizi sociali a favore del territorio e in particolare rivolti ai soggetti più deboli: dal disagio giovanile al sostegno scolastico, alle politiche giovanili in generale, agli interventi richiesti dai carabinieri e previsti dal Codice Rosso a tutela di mamme e bambini. L'avvocato Colombo ha richiamato anche l'attenzione sul problema della mancanza di posti letto nei reparti di Neuropsichiatria infantile nella nostra provincia, che costringe a ricoverare i bambini nei reparti di Pediatria o all'ospedale di Monza.
Si è delineato quindi un quadro chiaro a tutti che aggiunge ai problemi gestionali legati a Retesalute un lungo elenco di temi, anche drammatici, in attesa di risposte dalle Amministrazioni comunali.
Arrivato il momento più atteso, quello dell'intervento del professor Ciro D'Aries, presidente del Collegio dei liquidatori, che fino a quel momento era rimasto seduto sulle poltroncine riservate al pubblico, ha preso posto sul palco.
Nel suo intervento a braccio, il professore ha ribadito gli stessi concetti già enucleati nel corso della precedente Assemblea, ma lo ha fatto con grande pacatezza e al tempo stesso con fermezza, lasciando trasparire in alcuni momenti l'emozione di chi sta vivendo una vicenda che gli sta particolarmente cuore.
"Stiamo affrontando un momento delicato - ha detto il dottor D'Aries - e lo stiamo affrontando con la consapevolezza del ruolo che ci avete affidato ben sapendo che prima di tutto dobbiamo fare un'operazione di ‘verità' nell'interesse di tutti. Dobbiamo essere intelligenti nel capire prima di tutto cosa è successo, e soprattutto nell'individuare la soluzione più consona nell'interesse dell'Azienda, dei soci, dei fornitori, dei dipendenti e delle persone a cui sono rivolti i servizi erogati... ''.

''Nel ruolo di consulenti che ci è stato assegnato siamo qui per offrire la nostra professionalità, vogliamo cercare di darvi soluzioni chiare e prospettiche. Per diversi anni vi hanno sottoposto dei bilanci preventivi manipolati, vi hanno fatto approvare dei bilanci consuntivi falsi e l'azienda intanto proseguiva l'attività. Nonostante i comuni abbiano continuato ad usufruire dei servizi erogati, ad un certo punto è emerso un dato oggettivo, che la contabilità era lontana dalla verità dei fatti. A quel punto è risultato giusto e ragionevole prendersi del tempo per fare luce sulla vicenda. Oggi la prima domanda che ci si pone è perché non era possibile riconoscere prima i debiti fuori bilancio? Perché non si potevano coprire delle perdite per fattispecie che non si conoscevano, addirittura c'era un conto corrente estraneo nella contabilità dell'Azienda, c'erano dei debiti che erano stati nascosti e prorogati negli anni, come si poteva? Era impossibile riconoscere il debito fuori bilancio. Nel momento che devi riconoscere un debito fuori Bilancio - e ve lo dico in quanto consulente esperto della Corte dei conti - devi far capire quali sono e di chi sono le responsabilità, per trovare una collocazione nella contabilità dell'ente. Noi in questa fase abbiamo ricostruito la contabilità dell'Azienda per arrivare alla verità. Nel momento in cui si scopre che ci sono bilanci falsi, budget falsi... ci si deve fermare, è impossibile andare avanti, le discontinuità vanno appianate. Come enti pubblici eravate nell'impossibilità di avvallare una copertura di perdite che avrebbero potuto sembrare quasi una copertura di responsabilità. Se aveste accettato di coprire quelle perdite vi sareste resi corresponsabili. Ora che abbiamo ricostruito la contabilità stiamo cercando di correre, perché siamo a una svolta, spero positiva. Ma non possiamo arginare più di tanto una montagna che sta crollando. L'azienda è stata danneggiata da persone che hanno manipolato i bilanci per motivi ancora ignoti, probabilmente per non far uscire costi più alti delle prestazioni, che ha portato oggi l'azienda a fare i conti con un debito enorme. L'Azienda speciale deve andare in pareggio e l'ente locale socio è tenuto a garantire l'equilibrio economico. Queste perdite ricordiamoci che sono debiti, noi non vi chiediamo di accollarsi le perdite ma di poterci consentire di pagare costi gestionali nei confronti di chi ha svolto i servizi di cui voi avete usufruito in questi anni. Abbiamo cercato di capire cosa è successo e oggi vi diamo la possibilità di dire chi sono i responsabili. Un anno fa non c'erano questi elementi e quindi non si potevano riconoscere i debiti fuori bilancio. In poche parole vi stiamo venendo incontro per la responsabilità dei comuni coinvolti. L'obiettivo ultimo è redigere una soluzione da presentare alla Corte dei conti.
Tutti insieme prendiamo atto che gravi atti sono stati compiuti e che la manipolazione della contabilità ha impedito a voi comuni di capire il reale andamento dell'azienda. Il Comune non può però trattare la sua azienda come un soggetto terzo, questa è la vostra azienda e voi dovete assumervi le vostre responsabilità, i comuni sono i soci. Se non compiamo questo percorso vi assumete voi tutte le responsabilità. Come si fa andare avanti con 4 milioni di debiti? Più si va avanti più aumentano le responsabilità. La liquidazione era inevitabile. Ora abbiamo delle certezze: il debito c'è e lo riconosciamo oggi perché è emerso all'improvviso, grazie all'indagine contabile (Clicca QUI per leggerla). Non c'è stata una sottrazione indebita o una manipolazione per distrarre denaro pubblico per fatti estranei alla gestione, ma debiti contratti per erogare servizi alla comunità".

Dopo aver ricostruito nuovamente l'intera vicenda, in alcuni tratti anche in modo suggestivo, il professor D'Aries ha prospettato le tre soluzioni alternative possibili.
La prima prevede che i Comuni riconoscano i debiti fuori bilancio e paghino quanto richiesto, mettendo in condizione l'Azienda speciale non solo di sopravvivere, ma di potersi posizionare nella sua attività attraverso un Piano di rilancio.
La seconda prevede invece che a fronte del mancato pagamento di quanto richiesto da parte dei Comuni, il Collegio di liquidatori disponga dei decreti ingiuntivi.
La terza, che venga presentata domanda di liquidazione amministrativa coatta di Retesalute al Ministero.
Il Presidente dei liquidatori ha ovviamente ribadito di credere convintamente nella prima delle tre proposte e di essere disposto a combattere nell'intento di salvare l'Azienda speciale.
"Abbiamo la possibilità di far risorgere questa azienda - ha ribadito con grande enfasi il dottor D'Aries - e comunque qualsiasi strada sceglierete i debiti ricadranno su di voi. Non vogliamo essere i becchini di questa azienda, per quanto mi riguarda sono pronto ad impegnarmi in vista del cambiamento. Ricordate soprattutto che l'Azienda è vostra, rappresenta una risorsa attraverso la quale avete usufruito dei servizi che comunque vada dovrete pagare. Le risorse che recupereremo con le azioni di responsabilità serviranno per il rilancio di Retesalute, che è stata ingiustamente danneggiata...".

A.Bai.
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