D.P.C.M. e Green pass

Gent.mo Direttore,
Le scrivo questa lettera con l’intento di dichiarare la mia personale profonda indignazione per le misure limitative della libertà di movimento annunciate ieri sera dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. Non spenderò una sola parola sulla questione vaccino: non ho competenze mediche per poter affermare nulla di credibile sulla vaccinazione e non mi permetto in assoluto di consigliare o non consigliare ad alcuno di sottoporsi a questo trattamento sanitario. Voglio invece concentrarmi sulla questione della limitazione della libertà di movimento che l’introduzione del cosiddetto green pass implicitamente introduce.
Come è noto ai più, l’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana sancisce il diritto fondamentale alla salute e riconosce alla generalità dei cittadini la tutela di tale diritto. Lo stesso articolo sancisce che lo Stato può, con apposita legge, introdurre un trattamento sanitario obbligatorio per ragioni sanitarie; tale legge deve rimanere entro i limiti del rispetto della persona umana.
L’articolo 16 della Costituzione sancisce il diritto fondamentale alla libertà di movimento su tutto il territorio nazionale, salvo che una legge dello Stato non disponga limitazioni per ragioni sanitarie.
L’articolo 3 della Costituzione infine afferma in modo inequivocabile e non interpretabile che la Repubblica ha un compito preciso: quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitino di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini.
Tenendo a mente questi tre articoli fondamentali, vorrei poter esprimere il motivo per cui ritengo che questo Governo introduca una misura di dubbia legalità (ma non spetta a me sentenziare: ci penserà la Corte Costituzionale a farlo) perché non intende assumersi la responsabilità politica di introdurre un trattamento sanitario obbligatorio.
Come sappiamo, i D.P.C.M. hanno introdotto, dall’inizio della pandemia, limitazioni alla libertà di movimento per ragioni di carattere sanitario. La peculiarità da tenere bene a mente è che i D.P.C.M. , nel limitare la libertà di movimento, si rivolgevano all’intera comunità dei cittadini della Repubblica, in tal modo NON operando una discriminazione tra cittadini. L’introduzione del green pass introduce, al contrario, una palese discriminazione fra cittadini. Chi, per qualsivoglia ragione, ritiene di non volersi vaccinare, dovrà subire limitazioni alla libertà di movimento; subendo una discriminazione a ragione della propria opinione. Potrà certamente effettuare un tampone per ottenere la “liberatoria”: in tal caso questa misura è evidentemente discriminatoria sulla base della classe sociale di appartenenza dell’individuo – “condizioni personali e sociali” art.3 Cost. - (è evidente a chiunque che non tutti possano permettersi di pagare regolarmente un tampone per poter accedere a parte del territorio della Repubblica o a servizi pubblici dello Stato).
Tali limitazioni, e qui arriviamo al punto, sono introdotte sulla base di un requisito (il trattamento sanitario) NON previsto da alcuna legge dello Stato. Non esiste, ad oggi, una legge che impone il trattamento sanitario obbligatorio, ossia la vaccinazione obbligatoria, e che giustifichi di conseguenza la sanzionabilità o la limitazione di diritti fondamentali a chicchessia. Viene cioè introdotta, a mia opinione (che certamente non è Vangelo) una misura restrittiva e discriminatoria nei confronti di parte della cittadinanza in violazione degli articoli 3, 16 e 32 della Costituzione della Repubblica; è infatti chiaro a chiunque che se lo Stato concede al singolo cittadino la FACOLTA’ di sottoporsi a questo trattamento sanitario non può allo stesso tempo imporre limitazioni alla libertà di movimento a chi sceglie in coscienza di non sottoporsi al trattamento sanitario per cui lo stesso Stato ha lasciato libertà di scelta al cittadino.
Invece è esattamente ciò che sta accadendo. Questo Governo sta imponendo in modo discriminatorio a una parte di cittadinanza una limitazione della libertà di movimento sulla base di un requisito (il trattamento sanitario) che NON è previsto da alcuna legge dello Stato.  
Voglio chiudere questa lettera ponendole una domanda, se vuole provocatoria: se lo Stato ha, come prevede la Costituzione della Repubblica, il potere di imporre un trattamento sanitario obbligatorio alla popolazione per ragioni sanitarie, perché non lo fa? Perché questo Governo si nasconde dietro la misura  del Green Pass per “invogliare”, o “costringere col ricatto” (al lettore la scelta) la vaccinazione, invece di assumersi la responsabilità politica di imporre la vaccinazione?
La risposta, a mio avviso, che riesco a darmi risponde al fatto che mantenendo al cittadino la facoltà di scelta (tramite consenso informato per chi si vaccina) lo Stato è esonerato da responsabilità amministrative e/o penali che invece sussistono, come da sentenza di Corte Costituzionale sul tema, in caso di vaccinazione obbligatoria nei casi di eventi avversi.
Certamente la gestione di una fase emergenziale pandemica è complicata. Certamente non desidererei assolutamente trovarmi al posto di chi ha preso in passato e prende oggi e in futuro decisioni difficili in una fase come questa. Certamente, però, non sono disposto ad accettare che vengano imposte limitazioni di diritti fondamentali della persona in modo arbitrario. La Costituzione della Repubblica è più di un semplice insieme di norme. E’ la garanzia dell’esistenza di un patto sociale fra Stato e cittadini; un patto che limita l’ingerenza dello Stato nella sfera individuale del cittadino. E’ la differenza che passa tra cittadino e suddito. Augurandomi di sbagliare completamente valutazioni, la saluto cordialmente.
Gianluca Mercuri
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