Province: l'on. Codurelli spiega i motivi dell'astensione del Pd
L’onorevole lecchese Lucia Codurelli spiega la decisione del Pd di astenersi in Aula al momento della votazione per l’abolizione delle Provincie. “Abbiamo le nostre proposte di riforma e riduzione. No a demagogia” afferma l’esponente del partito democratico. Questo il suo messaggio:
Perché il PD si è astenuto.
L'astensione è stata dovuta al fatto che il testo votato propone semplicemente la soppressione della "parola province" e non dice nulla sul dopo. Il Pd ha dichiarato di essere disponibile, nell'ambito di un confronto parlamentare, a discutere della vera e propria soppressione delle province ma nell'ambito di un disegno che ridistribuisca le competenze e spieghi i risparmi ed i costi. Resta il tema del trasferimento delle competenze che è doveroso indicare, dicendo a chi vanno con quali costi. Vogliamo che si discute di riforma. Un voto contrario sarebbe stato preclusivo della volontà di fare riforme, ed è proprio l'atteggiamento di questa maggioranza, per questo ci siamo astenuti sull'emendamento dell'Idv.
Il Pd è contrario a misure demagogiche e raffazzonate che rischiano di produrre più danni che benefici. L’esempio è sui consorzi, comunità montane ecc. Convinto invece che l’architettura istituzionale del paese debba essere rivista con urgenza e in tale riassetto si deve riconsiderare ruolo, funzioni delle province. Parlare di una generale quanto generica abolizione, come fa l’on. Di Pietro, va bene per conquistarsi un titolo di giornale ma non per affrontare una questione complessa che riguarda funzioni, poteri, competenze in coordinamento con le regioni e i comuni.
Di Pietro, piuttosto, cerchi di dare il suo contributo e la sua collaborazione per una riforma organica che parta dai rami alti del Parlamento e discenda sui territori, come il Pd chiede di fare.
L'astensione è stata dovuta al fatto che il testo votato propone semplicemente la soppressione della "parola province" e non dice nulla sul dopo. Il Pd ha dichiarato di essere disponibile, nell'ambito di un confronto parlamentare, a discutere della vera e propria soppressione delle province ma nell'ambito di un disegno che ridistribuisca le competenze e spieghi i risparmi ed i costi. Resta il tema del trasferimento delle competenze che è doveroso indicare, dicendo a chi vanno con quali costi. Vogliamo che si discute di riforma. Un voto contrario sarebbe stato preclusivo della volontà di fare riforme, ed è proprio l'atteggiamento di questa maggioranza, per questo ci siamo astenuti sull'emendamento dell'Idv.
Il Pd è contrario a misure demagogiche e raffazzonate che rischiano di produrre più danni che benefici. L’esempio è sui consorzi, comunità montane ecc. Convinto invece che l’architettura istituzionale del paese debba essere rivista con urgenza e in tale riassetto si deve riconsiderare ruolo, funzioni delle province. Parlare di una generale quanto generica abolizione, come fa l’on. Di Pietro, va bene per conquistarsi un titolo di giornale ma non per affrontare una questione complessa che riguarda funzioni, poteri, competenze in coordinamento con le regioni e i comuni.
Di Pietro, piuttosto, cerchi di dare il suo contributo e la sua collaborazione per una riforma organica che parta dai rami alti del Parlamento e discenda sui territori, come il Pd chiede di fare.