Meratese: continui ''atti persecutori'' contro la ex, condanne pesantissime per un uomo

È stato ritenuto colpevole dal Tribunale di Lecco per tutti i sei capi di imputazione a suo carico (stalking, deturpamento e imbrattamento di cose altrui, danneggiamento, minaccia e tentata estorsione) nei confronti dell'ex fidanzata residente in un comune a ridosso del meratese e per questo è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione, 3000 euro di multa e alla pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
L'odierno imputato avrebbe reagito malamente alla separazione dalla convivente e le avrebbe reso la vita impossibile tra marzo 2018 e fine 2019, non solo a lei, ma a tutta la famiglia, tanto che la donna (costituitasi parte civile in questo processo e assistita dall'avvocato Mariagrazia Corti) era arrivata a rivolgersi al centro antiviolenza “L'altra metà del cielo” di Merate.
È stata chiamata a testimoniare in aula la prima volontaria con cui la giovane aveva parlato: “Non si sentiva più al sicuro da nessuna parte. Questa persona le aveva tolto la serenità e la giovinezza” ha dichiarato. Oltre ai messaggi vessatori e ai continui insulti tramite social network riferiti a sé, ai suoi famigliari e amici, agli appostamenti sotto casa e alle gomme della macchina tagliate, non poteva più sentirsi protetta nemmeno sul luogo di lavoro, dove il suo ex sarebbe arrivato a staccare il citofono e ad imbrattare una porta con una scritta infamante. “Avevamo chiesto in accordo con la ditta dove lei lavora di spostare i suoi turni solamente al mattino perchè con l'arrivo dell'inverno non se la sentiva di uscire dall'ufficio con il buio. Solo nel 2020 è tornata a lavorare a tempo pieno, con una graduale ripresa della normalità”.
A concludere l'istruttoria è stata la psicologa del centro antiviolenza, convocata come consulente di parte civile. “Nei primi periodi l'ho vista frastornata, con un grande senso di impotenza ed ogni volta che mi vedeva mi raccontava di nuovi episodi” ha spiegato la professionista che ha preso in carico la ragazza a novembre del 2018 e ha dichiarato di non aver fatto una vera e propria diagnosi, ma che certamente i sintomi presentati (ansia, problemi del sonno e pensieri intrusivi) dipingevano un quadro ansioso reattivo agli episodi di stalking. “Ora sta meglio” ha detto la psicologa, che con l'avvio del processo penale ha ripreso i colloqui con la giovane “ma tutt'ora presenta sintomi quali il disturbo del sonno”.
Il Vpo Pietro Bassi si è espresso per la condanna dell'uomo per una pena pari a 3 anni e 3 mesi di reclusione, mentre l'avvocato Corti ha presentato conclusioni scritte oltre ad avanzare la richiesta di 10.000 euro di risarcimento. L'avvocato per la difesa Elena Ammannato ha chiesto l'assoluzione per il proprio assistito ai sensi del secondo coma dell'articolo 530 del codice di procedura penale e, in subordine, il minimo della pena e le attenuanti generiche concedibili.
Dopo una breve camera di consiglio il giudice Enrico Manzi ha pronunciato la sentenza di condanna nei confronti dell'imputato che dovrà liquidare 10000 euro di risarcimento alla parte civile.
F.F.
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