Merate: il Prefetto conferisce la medaglia d'onore alla memoria di Romano Bonfanti
Romano Bonfanti
É stato con grande commozione che il meratese Pierluigi Bonfanti ha ricevuto la medaglia d'onore conferita alla memoria del padre, Romano, consegnatagli questa mattina nel corso di una cerimonia alla presenza del Prefetto, Castrese De Rosa, e del sindaco Massimo Panzeri, il quale si è detto orgoglioso di poter presenziare al momento commemorativo.
Il sindaco Massimo Panzeri, il prefetto Castrese De Rosa e Pierluigi Bonfanti
Circondato dall'affetto della famiglia, Bonfanti ha avuto occasione di raccontare ad un interessatissimo dottor De Rosa la storia del padre, venuto a mancare nel 1974 in seguito alle complicanze dovute alla TBC, contratta durante il periodo di prigionia. Romano Bonfanti, soldato classe 1923 e originario di Mondonico, era membro del terzo genio pontieri di Pavia, e dopo l'armistizio del 1943 si era dato alla fuga, trascorrendo circa sei mesi nascosto nel verde dei boschi del Monte di Brianza. "I carabinieri di Brivio, però, avevano saputo della sua presenza, e per costringerlo a costituirsi avevano arrestato mio nonno e mio zio, fratello di mio padre" ha spiegato con la voce rotta dall'emozione Bonfanti. L'8 marzo del '44, dunque, il soldato venne arrestato e portato prima a Como e poi in Bicocca, a Milano, dove era stato caricato su un treno diretto ad Hannover, in Germania, in un campo di prigionia.
Dopo aver ascoltato con attenzione il racconto, il Prefetto De Rosa ha sottolineato l'importanza del conoscere la storia. Rivolgendosi a due dei tre nipoti presenti, ha detto: "Dobbiamo portare alla luce le storie di questi eroi che hanno sacrificato la loro vita per la patria, e i giovani devono sapere, poiché spesso non avendo vissuto in prima persona ci si dimentica del passato".
Il sindaco Panzeri, il prefetto De Rosa e Pierluigi Bonfanti con la moglie Anna e i figli
Rivolgendo un pensiero alla madre, mancata l'anno scorso, Bonfanti ha ricordato come lei e il padre Romano si fossero conosciuti proprio in un ospedale, dove lei lavorava come infermiera e da cui lui entrava ed usciva a causa degli strascichi della malattia, che l'aveva pesantemente debilitato. Dopo la morte del papà, che non amava parlare del periodo della guerra, avvenuta quando lui aveva solo 13 anni, Pierluigi ha deciso così di approfondirne la storia, tracciando spostamenti, date importanti e vicende chiave. Il frutto di questo lungo periodo di ricerca - nel quale Bonfanti è stato aiutato dalla famiglia, che non ha mai smesso di supportarlo - si è fatto concreto nel corso della cerimonia odierna, con la consegna della medaglia, riconoscimento tangibile del valore del suo sacrificio consumato per la patria.
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G.Co.