Merate: la pista di pattinaggio è una groviera a un anno dai lavori ancora non collaudati

L’impianto per il pattinaggio a rotelle è da record. Nulla a che vedere però con i risultati dei 50 atleti agonisti o dei 130 bambini e ragazzi che praticano la specialità a livello dilettantistico con la Rotellistica Roseda. Il numero che fa impressione è 30. Corrisponde alle crepe che abbiamo contato (e non è detto che siano tutte) sui 250 metri ad anello e sull’area rettangolare centrale. L’asfalto è fresco di un anno, appena rifatto, ma i problemi si sono decuplicati rispetto a prima.

Teoricamente il cantiere, aperto il 27 luglio 2020, non è stato ancora chiuso. Non è stato firmato il collaudo, per le evidenti ragioni. I lavori che si sarebbero dovuti compiere in due mesi continuano ad essere appesi a un filo. Da un anno dunque i cittadini che desiderano usufruire della struttura sportiva negli orari di apertura al pubblico non possono farlo. Alcuni hanno segnalato il proprio disagio al Comune, ma ancora nulla è cambiato. L’area resta interdetta. Assumendosene la responsabilità, l’associazione sportiva continua a far allenare i propri ragazzi. È chiaro però che alle condizioni attuali il Trofeo La Torr, inserito all’interno del circuito Coppa Lombardia, non potrebbe essere organizzato per settembre.



 
Da quanto abbiamo potuto appurare gli uffici comunali di Merate hanno mosso una contestazione nei confronti della ditta esecutrice, la Tipiesse S.r.l., che in sede di gara aveva proposto uno sconto del 6,06% contro il 4,44% di Sartori Srl Impianti Sportivi. La quota soggetta a ribasso era di 92 mila euro, per un importo complessivo stimato inizialmente in 120 mila euro. Nell’appalto era ricompreso anche l'efficientamento dell'impianto di illuminazione. Il collaudo avverrà solo in seguito alla sistemazione dei difetti riscontrati e denunciati.

Da alcune testimonianze recuperate dagli atleti che si allenano sembrerebbe che i primi problemi siano sorti già una settimana dopo la realizzazione della nuova asfaltatura. Problemi che sono andati poi peggiorando. Un primo tentativo di ripristino in un punto è stato fatto, ma i segni sono ben visibili lo stesso. Per tutte le altre fessurazioni la ditta aveva inizialmente comunicato una data per giugno, poi per luglio, ma ancora nulla.



Vista dall'alto dell'impianto sportivo prima dell'intervento


Impossibile al momento capire con certezza le ragioni per cui la pista è invecchiata così rapidamente. Dal verbale di una perizia supplettiva emerge tuttavia che si è rinunciato allo “strato protettivo poiché la finitura rendeva la pista eccessivamente scivolosa, compromettendo l’aderenza in curva dei pattini a rotelle e, di conseguenza la sicurezza degli atleti”. Nell’elenco aggiornato dei prezzi infatti viene esclusa l’applicazione a spruzzo con pompa airless della finitura trasparente protettiva. Il progetto definitivo-esecutivo però motivava così la funzione della particolare sostanza: “ridurre la presa di sporco, la tenuta elastica del colore e la resistenza meccanica superficiale”. Il cambio di programma era stato comunque garantito a livello qualitativo dai tecnici dell’impresa esecutrice e di quella fornitrice del materiale i quali, stando al verbale sopracitato, rassicuravano. “Sono comunque state garantite dalle suddette ditte le prestazioni e la durata richieste dal progetto, anche senza la posa dello strato protettivo” si legge nel documento.



Zolla su cui si è già intervenuti con un tentativo di riparazione

Galleria fotografica (vedi tutte le 21 immagini)



Da capitolato d’appalto c’è una serie di clausole a garanzia attraverso le fidejussioni. In particolare per ogni carenza rilevata dal Direttore dei Lavori sulla non esecuzione a regola d’arte andrebbero comminate delle penali dai 10 ai 50 euro. Inoltre per il mancato rispetto dei tempi indicati la penale pecuniaria è stata stabilita nella misura dell’uno per mille dell’importo contrattuale per ogni giorno di ritardo rispetto al termine ultimo per l’esecuzione dei lavori. Il Comune può comunque pretendere il risarcimento dell’eventuale ulteriore danno.

Il capitolato d’appalto prevede pure la possibilità della risoluzione del contratto durante il periodo di efficacia. È scritto: “Il contratto sarà inoltre risolto: qualora il direttore dell’esecuzione accerta un grave inadempimento alle obbligazioni contrattuali da parte dell'appaltatore, tale da comprometterne la buona riuscita delle prestazioni; qualora l'esecuzione delle prestazioni ritardi per negligenza dell'appaltatore rispetto alle previsioni del contratto”. E si aggiunge: “Il termine assegnato entro il quale l'appaltatore deve eseguire le prestazioni per non incorrere nella risoluzione del contratto è di 3 giorni per la non esecuzione dei lavori a regola d’arte e di 5 giorni per il mancato rispetto dei tempi”. Tutto questo non sembra essere stato considerato dall’amministrazione, che ad oggi non pare essersi spesa un gran che per la risoluzione del problema.

Lo spazio è a disposizione dei soggetti citati per eventuali repliche.
M.P.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.