Mandic:i parenti in ospedale ma il paziente è già stato dimesso. Chiesti ''chiarimenti''

Sabato mattina le modalità di dimissioni di un meratese ultraottantenne  dal reparto di Medicina del Mandic, hanno destato nei parenti rabbia e stupore.
Dopo venti giorni presso la struttura ospedaliera era finalmente arrivato il momento di tornare a casa.  Moglie e figlia, avvisate, si sono prontamente presentate presso il nosocomio,  dopo aver preso accordi con l'ambulanza e i volontari per il rientro in sicurezza presso l'abitazione in centro a Merate.
Quando però i congiunti arrivano in reparto, lo stupore è grande nel non trovare l'anziano.
La risposta, abbastanza evasiva dei sanitari,  lascia basiti i parenti.
"Le dimissioni sono state firmate e il signore è  stato accompagnato presso l'ambulanza per il ritorno a casa"
Peccato che a casa, ad accoglierlo, non ci fosse nessuno, visto che tutti si trovavano presso la struttura sanitaria con tanto di vestiti per rientrare assieme al domicilio.
I famigliari allora si sono rimessi in fretta in auto e sono tornati di corsa verso l'abitazione imbattendosi, per puro caso, in una ambulanza ferma in piazza della vittoria, con i volontari che stavano cercando l'indirizzo dove portare il paziente.
Sospettando che potesse esserci il papà, la figlia accosta l'auto e chiede se per caso a bordo ci fosse
il proprio padre.
A risposta positiva si dirigono verso la residenza e, una volta arrivati, aperte le porte dell'ambulanza sulla barella trovano l'ottantenne con le dimissioni appoggiate sul petto, vestito ancora con il camice dell'ospedale, un lenzuolo e indosso il pannolone, proprio così come era nei giorni di ricovero, per una ricaduta da pleurite.
Immediata la chiamata al medico del reparto cui faceva riferimento il paziente, che però non è possibile rintracciare in quanto assente per il turno di riposo.
Ma come è potuto accadere tutto ciò? Si chiedono ora i parenti.
"Nulla da dire verso il medico che ha curato papà egregiamente e con coscienza e nemmeno verso il personale infermieristico e anche verso i volontari dell'ambulanza. Certo, non riusciamo a comprendere come si possano firmare le dimissioni senza attendere la presenza del parenti. Oltre a questo ci risulta incomprensibile come si possa far salire sull'ambulanza un anziano e alle domande dei volontari se fosse preferibile stenderlo sul lettino o sederlo sulla poltrona, non vi sia stata una risposta. Come se nulla sapessero. Un vero peccato perché il Mandic è  il nostro ospedale e mio padre è  sempre stato curato molto bene. Certo è  che questo scivolone proprio non ci voleva. Aspettiamo che dalla direzione ci diano una risposta esaustiva".

Ora la famiglia attende riscontro dalla struttura di quanto accaduto. Una segnalazione fatta affinchè episodi simili, in un ospedale considerato un piccolo gioiello da conservare, non avvengano più.

L.B.
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