Lecco: la banda dei furti in appartamento opta per il silenzio davanti al giudice. Sono 28 i capi di imputazione contestati

Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere i cinque soggetti accusati dei furti in appartamenti di meratese e lecchese, consumati o tentati tra novembre 2020 e giugno 2021 e sottoposti a ordinanza di custodia cautelare in carcere, fermati dai carabinieri della compagnia di Merate, su disposizione della procura della Repubblica di Lecco.
Questa mattina davanti al giudice per le indagini preliminari Paolo Salvatore, gli imputati sono “comparsi” in collegamento dal carcere dove sono rinchiusi, Verona e Bergamo, e in aula a rappresentarli c'erano i loro avvocati.
L'udienza è iniziata con una mezz'ora di ritardo a causa delle difficoltà di collegamento con le prigioni e si è protratta poi per circa due ore.
La situazione degli indagati è risultata abbastanza complessa con fascicoli corposi che i legali dovranno ora studiare così da capire la posizione dei rispettivi assistiti e i loro ruoli.



Sono 28 complessivamente i capi di imputazione e 47 gli episodi contestati a vario titolo a Davide Sebastiano Lucio (classe 1965 difeso dell'avvocato Andrea Artusi, ex guardia penitenziaria risultato anche percettore del reddito di cittadinanza), Agustin Gjoka (classe 1985 con avvocato Elena Barra), Artur Prenga (classe 1990 che quest'oggi ha nominato l'avvocato Brancato del foro di Bergamo), Fatmir Ukaj (classe 1989, avvocato Giuditta Candiani) e Clodian Vasej (classe 1992, con legale di fiducia l'avvocato Scanio di Termini Imerese).
La banda avrebbe imperversato senza sosta nei comuni di Merate, Imbersago, Montevecchia, Olginate, Calco, Valghegrentino, Garlate, Calolziocorte, Carenno e Villa d’Adda utilizzando un modus operandi che prevedeva l'arrivo sul posto con un mezzo, non riconducibile agli indagati, l'incursione nel tardo pomeriggio o la notte, in base alla stagione, e poi la fuga con rifugio spesso in appartamenti di appoggio poco distanti dai luoghi incriminati. 100mila euro all'incirca il totale della merce trafugata. Le indagini dei carabinieri, condotte alla vecchia maniera con appostamenti e pedinamenti, hanno posto fine alla spirale di furti che tanto allarme sociale aveva destato in alcune zone del territorio che, settimanalmente, venivano prese di mira più volte e depredate.

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