Cernusco: il racconto della donna aggredita nel parcheggio della stazione. ''Trascinata per i capelli e presa a bottigliate in testa. Attimi di terrore che non dimenticherò facilmente''

Prima le ha chiesto una sigaretta, poi ha aperto al portiera dell'auto, l'ha afferrata per i capelli e mentre la strattonava e la trascinava fuori dall'abitacolo, l'ha colpita più volte alla testa con la bottiglia di birra che brandiva nell'altra mano.
Una manciata di istanti terribili che sono parsi un'eternità alla 37enne aggredita lunedì nel primo pomeriggio in via Rusca, sola e inerme davanti al delinquente senza che nessuno si accorgesse di quanto stava accadendo e senza che le sue richieste di aiuto attirassero l'attenzione, forse per via dell'orario poco affollato e del caldo torrido con la gente chiusa in casa.



Ci vorrà del tempo prima che la donna possa riaversi dallo spavento e tornare con serenità a prendere il treno che utilizza tutti i giorni per andare a Monza dove lavora come baby sitter part-time, ma certo quanto accadutole ha destato grande paura nella popolazione proprio per l'assurdità e la mancanza di ragioni di tale aggressione (cui ha fatto seguito quella all'anziano seduto al parco Saturno) e per la risposta che tarda ad arrivare sul fronte dell'identificazione del responsabile.
“Ero appena arrivata al parcheggio della stazione e avevo spento l'autovettura. Stavo preparandomi per scendere, chiudendo i finestrini e raccogliendo i miei effetti personali quando mi volto e mi trovo davanti un uomo con gli occhiali da sole che mi chiede una sigaretta. Gli rispondo con tranquillità che non ne avevo ma mi mi accorgo che sta per afferrare la maniglia e aprirmi la porta. Allora mi agito, farfuglio qualcosa di cui ora non ricordo bene e poi inizio a urlare quando lui mette le mani dentro l'abitacolo”.


È il racconto lucido della donna, 24 ore dopo l'accaduto e al termine degli accertamenti cui è stata sottoposta in pronto soccorso. La voce è ferma ma ancora scossa nel rievocare quegli attimi. “Mi ha afferrato per i capelli, tirandomi di peso giù dal sedile. Aveva in mano un bottiglia di birra con cui ha iniziato a colpirmi in testa. Uno, due, tre volte. Non smetteva. Io ero confusa e non capivo. La bottiglia poi è finita per terra e si è frantumata, non so se gli sia sfuggita o forse sono riuscita io a farla cadere mentre mi agitavo. Mi ha trascinato fuori dall'abitacolo e fatto cadere a terra, continuava a dire che voleva la macchina. In un attimo di lucidità mentre lui tentava di far partire il motore, sono riuscita ad afferrare la borsa e il telefono e a fuggire verso la stazione. Ero terrorizzata. Sentivo che imprecava perchè non riusciva ad accenderla, forse era ubriaco. Ad un certo punto ho sentito che l'ha messa in moto, ha accelerato ed è partito a grande velocità. Ho iniziato a correre ancora più veloce perchè temevo che mi avrebbe investita, poi invece ha imboccato il sottopasso della stazione ed è sparito”.



Al riparo sulla banchina la donna ha composto il 112 fornendo i primi dettagli dell'accaduto. “C'era solo un ragazzo lì in stazione, mi ha chiesto se stessi bene perchè mi ha visto particolarmente agitata. Gli ho risposto che ero stata aggredita e che stavo aspettando i carabinieri”.
L'attesa, secondo il racconto, è durata 15/20 minuti con una seconda chiamata al 112 per sollecitare l'arrivo dellaa pattuglia.
Quando i militari sono giunti sul posto hanno raccolto il racconto della donna e l'hanno poi condotta in via Stoppani dove, nel frattempo, lo sconosciuto si era schiantato contro il muro ed era poi fuggito a piedi fino ad arrivare al parco giochi di via Fermi dove, presumibilmente, ha aggredito anche il 69enne che stava facendo alcuni lavori di intaglio del legno, prendendolo a bastonate e lasciandolo sanguinante sulla panchina prima di darsi alla macchia.
“Ero stordita e spaventata, mi hanno portato dall'altra persona che era stata aggredita ed è arrivata l'ambulanza. Quell'uomo aveva gli occhiali da sole calati sul volto, parlava italiano, era magro. Probabilmente anche ubriaco. Certo ho vissuto attimi di terrore”.
Portata in ospedale, la donna è rimasta fino alle 21 per poi tornare a casa accompagnata dalla sorella. “Mi sono lamentata col medico: ero stata aggredita da uno sconosciuto, ero sotto schock e nessuno mi ha dato retta, mi è stato risposto che dovevo avere pazienza. Sono ritornata il giorno successivo e sono stata sottoposta a una Tac, dovrò fare ulteriori approfondimenti. Sono arrivata a casa nel tardo pomeriggio, stanca e ancora provata per l'accaduto”.
Le telecamere posizionate davanti alla stazione hanno ripreso solamente il primo tratto della fuga del delinquente, con l'uscita a tutta velocità dal parcheggio di via Rusca in contromano e l'imbocco del sottopasso. Poi più nulla. Restano solo la successiva aggressione al 69enne al parchetto di Saturno (e con certezza quasi matematica che si tratti dello stesso delinquente, ndr) e la fuga nei campi verso Montevecchia.

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S.V.
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