Merate: direttore d'azienda è accusato di violenza privata a danno di un lavoratore

“Abbiamo delle lettere anonime e dei filmati che ti incastrano. Firma la lettera di dimissioni volontarie altrimenti ti roviniamo”. Sarebbero queste le parole che il direttore di uno stabilimento di un’azienda operante nel settore dell’acciaio con sede a Merate avrebbe rivolto ad un suo lavoratore e che l’hanno portato così a processo con l’accusa di violenza privata ai sensi dell’articolo 610 del codice penale. È stata proprio la parte offesa a descrivere questa mattina davanti al giudice Enrico Manzi quanto sarebbe accaduto all’inizio del turno del 12 luglio del 2019. “Mi ha fatto andare in una stanzina” ha detto il lavoratore, “ha sbattuto la porta e mi ha fatto vedere un foglio dicendomi che quelle erano le mie dimissioni e che dovevo firmarle, altrimenti mi avrebbero rovinato e mandato in galera. Sono entrato in una fase di shock, non capivo nemmeno per quale motivo stesse prendendo quella decisione”. Rispondendo alle domande del Vpo Mattia Mascaro, la presunta parte offesa ha detto di essere stata “segregata” in quella stanzetta per circa due ore, senza la possibilità di chiamare un superiore o un responsabile dei sindacati, per poi essere rimandats a casa. Il lunedì successivo, presentandosi in azienda dopo aver parlato con le Rsu, ha scoperto quali fossero gli addebiti mossi dal direttore: “hanno detto che ero stato visto dormire nella portineria e che avevo in due occasioni allungato la pausa di mezz’ora e di un quarto d’ora”. A seguito delle contestazioni mosse dall’ingegnere - difeso in questo processo dall’avvocato Stefania Ostan del foro di Brescia - il lavoratore è stato poi sospeso per tre giorni ma il rapporto lavorativo è proseguito e prosegue tutt’ora. Nonostante quindi una rappacificazione e il successivo ritiro della querela, il direttore dovrà rispondere di questa presunta condotta criminosa, essendo un reato procedibile d’ufficio. Dopo aver sentito gli altri testimoni chiamati per l’udienza odierna, tra cui l’AD e presidente dell’azienda e un membro della Rsu, il giudice Manzi ha rinviato al prossimo 2 luglio per l’esame dell’imputato e la discussione finale.
B.F.
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