Paderno: rissa di agosto al ''Garage Cafè''. Gli imputati dal GUP optano per riti alternativi
Udienza aggiornata al prossimo 12 ottobre quando dinnanzi al dottor Salvatore Catalano, dovrebbero definire il proprio conto con la giustizia i contendenti della violenta rissa scoppiata all'esterno del Garage Cafè di Paderno d'Adda lo scorso agosto.
Agli arresti domiciliari era finito Giancarlo Gramendola, 21 anni di Calusco d'Adda, ritenuto l'autore materiale del pugno che aveva fatto finire Ravasi in ospedale. Obbligo di dimora per Loris Chiappa, 28 anni di Calusco d'Adda, e Davide Ravasi, 37, figlio di Gualtiero, residente a Merate. Per gli altri quattro - Ludovica Bertuletti, Daniel Cereda, Roberto Galimberti e Manuel Tavola - non erano invece scattate misure restrittive. Per tutti loro, il pubblico ministero aveva chiesto il processo.
Stamani in tribunale a Lecco il giudice ha ascoltato le richieste dei difensori dei coinvolti, la cui intenzione è quella di evitare il dibattimento, scegliendo la messa alla prova e il patteggiamento. Per avere il tempo di verificare le singole posizioni, il giudice Catalano ha rinviato l'udienza all'autunno.
Sette le persone identificate dai carabinieri al termine delle indagini coordinate dal sostituto procuratore di Lecco Andrea Figoni, con la rissa che aveva causato il ferimento di Gualtiero Ravasi, 69 anni, per diversi giorni ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Manzoni di Lecco.
Grazie ai filmati di videosorveglianza e alle testimonianze raccolte dai militari della Compagnia di Merate, l'attenzione si era concentrata su sette persone, appartenenti a due gruppi - uno del meratese e l'altro della bergamasca - antagonisti fra loro. Agli arresti domiciliari era finito Giancarlo Gramendola, 21 anni di Calusco d'Adda, ritenuto l'autore materiale del pugno che aveva fatto finire Ravasi in ospedale. Obbligo di dimora per Loris Chiappa, 28 anni di Calusco d'Adda, e Davide Ravasi, 37, figlio di Gualtiero, residente a Merate. Per gli altri quattro - Ludovica Bertuletti, Daniel Cereda, Roberto Galimberti e Manuel Tavola - non erano invece scattate misure restrittive. Per tutti loro, il pubblico ministero aveva chiesto il processo.
Stamani in tribunale a Lecco il giudice ha ascoltato le richieste dei difensori dei coinvolti, la cui intenzione è quella di evitare il dibattimento, scegliendo la messa alla prova e il patteggiamento. Per avere il tempo di verificare le singole posizioni, il giudice Catalano ha rinviato l'udienza all'autunno.