Comodamente sedute/3: ''S'' come sole e come stanchezza che ci fanno sentire vivi

S COME SOLE, S COME STANCHEZZA

Qualche volta me lo domando come faccia il sole a non essersi ancora stancato di riscaldare e illuminare la terra.
In questi giorni in cui finalmente sembra essere arrivato il bel tempo e con lui il desiderio di uscire di casa, regalarsi un po’ di salute, esporre il viso al sole, desiderare di lasciarsi alle spalle il grigiore dell’inverno, della zona rossa, delle restrizioni, del Covid e di tutto il dolore che ha portato con sé, mi ritrovo a pensare al sole che contrariamente a me non si stanca mai.


STANCHEZZA
Ci sono diversi modi di essere stanchi.
C’è la stanchezza che percepiamo al termine di una grande fatica fisica: dopo una giornata lavorativa, o di pulizie, dopo una lunga camminata o un allenamento, il nostro corpo ci chiede di concederci un momento di riposo che possa riportare equilibrio e benessere: io quando voglio riposare leggo un bel libro, cucino, guardo una serie tv, dormicchio un po’ sul divano e poi, naturalmente, scrivo. Insomma cerco di dedicarmi del tempo di qualità con il quale ricaricarmi per poter ripartire di nuovo il giorno successivo.
Poi c’è la stanchezza intesa come sentimento, che ci assale quando abbiamo sopportato troppo a lungo momenti di tensione, di grande emotività, di paura e di dolore, e ci fa perdere il controllo della situazione che fino a quel momento avevamo così ben rigidamente gestito.
E’ la stanchezza che ruba la voglia di parlare, di agire, di prendere decisioni, di andare avanti insomma. Da un momento all’altro, senza preavviso alcuno, precipitiamo in caduta libera senza trovare la forza di ribellarci.
Io provo questa stanchezza quando ho la sensazione che per quanto mi dia da fare, le situazioni non cambiano perché non dipendono da me, e mi assale un tale senso di frustrazione da aver voglia di gridare, anche se sono consapevole che non servirebbe a niente.
Sono assalita da tale stanchezza quando mi scontro con la maleducazione, la prepotenza, l’ingiustizia, con chi mente, chi si prende gioco degli altri, chi non rispetta le regole e per questo si sente furbo, con chi promette e non mantiene, chi assicura che arriva e poi non arriva mai, lasciandomi dentro un limbo di attesa scoraggiante.
E poi c’è la stanchezza di chi sta dentro le situazioni difficili da tempo e vorrebbe uscirne, ma non lo fa per un milione di ragioni.
Stanchezza per una relazione che non funziona più, che ci costringe a fare i conti ogni giorno con una grande sensazione di infelicità e di impotenza che ci intrappola e ci soffoca.
Stanche di ascoltare mariti, figli, genitori, amici e colleghi senza che nessuno provi ad ascoltare noi, stanche di cercare un lavoro, una casa, un senso a quanto facciamo, senza trovarlo mai.
Io sento la stanchezza del mio primo anno vissuto senza mio marito, delle numerose decisioni che ho dovuto prendere, dei passi che mio malgrado ho dovuto compiere, della solitudine che ho cercato di vincere, della ricerca del mio posto nel mondo, a volte molto complicata.
Tuttavia ho capito che accogliere la stanchezza è un bene per il nostro cuore.
Quando mi ritrovo abbandonata su un divano senza la forza di muovere qualunque parte del mio corpo, vedo il mondo in maniera differente e penso: “Sono stanca, perché sono viva”.
Penso al sole e mi dico che se dovesse stancarsi di fare il suo dovere, l’umanità non sopravvivrebbe. Allora imparo da lui, accolgo la stanchezza, mi fermo, magari verso qualche lacrima di sconforto, e poi riprendo a camminare, a essere in qualche modo un raggio di luce per qualcuno.
La stanchezza fa parte della nostra vita, segna un limite raggiunto che impone una sosta, un cambiamento di rotta.
E’ importante accogliere questo momento di riposo come occasione favorevole per metterci in ascolto prima di tutto di noi stesse e poi di chi ci circonda.
Benedetta stanchezza, che ci ricorda che siamo fatte di carne e ossa e che per quanto sia nostra ferma intenzione far straripare la nostra vita di faccende da sbrigare e di situazioni da aggiustare, ogni tanto una pausa è doverosa.

la stanchezza sa essere spietata e dura,
ma a volte ha una dolcezza che ti lascia senza difese e ti dice chi sei.
(Fabrizio Caramagna)


La stanchezza va raccontata, va condivisa, riconosciuta e rispettata.
Quando vi accorgete di essere stanche ditelo a chi vi sta accanto, chiedete aiuto e conforto e calore.
State alla larga da chi sottovaluta la vostra stanchezza e non la considera.
E sempre pensando al sole  prima di salutarvi e augurarvi una buona domenica, vi regalo la ricetta di una crostata con la farina di pistacchi buonissima da fare subito come dolce domenicale.


CROSTATA DI FRAGOLE CON FARINA DI PISTACCHI
300 gr di farina
100 gr di farina di pistacchi (si trova facilmente nel reparto dolci del supermercato)
120 gr di burro ammorbidito
150 gr di zucchero
1 uovo
1 tuorlo
1 pizzico di sale

In una ciotola mettete tutti gli ingredienti e impastateli prima con una forchetta e poi con le mani fino a ottenere un panetto di pasta liscio e morbido che avvolgerete nella pellicola trasparente e metterete in frigorifero a rassodare per una mezz'oretta. Trascorso questo tempo stendete la pasta frolla al pistacchio ( io la stendo tra due fogli di pellicola per evitare che attacchi al mattarello) e mettetela in una tortiera imburrata e infarinata. Ho poi steso la marmellata di fragole e con la pasta frolla rimasta ho realizzato un sole che sorride, ma voi potete sbizzarrirvi come preferite. Infornate a 180 gradi per circa 30-35 minuti.

Buona domenica, giorno ideale per accogliere la stanchezza e concedersi un po’ di riposo.

Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.