Novate: accoltellamento in via De Gasperi, in Aula i racconti di vittima e un imputato

Oltre a non collimare le versioni rese quest'oggi dall'accusatore e da un accusato al cospetto del giudice Nora Lisa Passoni sono apparse entrambe poco chiare. Si avvia a volgere al termine il processo intentato nei confronti di Peppino De Pasquale (calolziese, classe 1962) e Andrea Graziano (meratese, classe 1991) a processo per lesioni (aggravate) e minaccia a seguito della supposta aggressione patita l'8 dicembre 2018 da Carlo Piscitello. Proprio quest'ultimo è stato il primo ad accomodarsi al banco dei testimoni questa mattina. Non costituito parte civile, l'uomo, ha ripercorso - per sommi capi - quanto avvenuto quella sera in Via De Gasperi, a Novate, dove risiedeva da poco insieme alla famiglia, dopo aver già subito uno sfratto. A suo dire, il giorno dell'Immacolata, avrebbe dovuto consegnare del denaro a Graziano. "Mi aveva dato la casa" la giustificazione addotta per motivare il pagamento richiesto. Sceso in strada, sarebbe stato raggiunto da un pugno in pieno volto. Il cazzotto, sferrato a suo dire a tradimento, senza un perché, non si sa da chi, lo avrebbe fatto cadere a terra. Ripresosi avrebbe provato a scappare venendo rincorso da De Pasquale, chiamato nel corso della deposizione “il signor Peppino”. "Abbiamo colluttato e mi ha ha accoltellato" ha sostenuto la persona offesa, confermando la presenza in posto anche del più giovane dei due imputati che non avrebbe mosso in dito. "Era lì, fermo". La scena si sarebbe poi chiusa con la fuga dei due aggressori a bordo di una Peugeot alla quale lo stesso Piscitello avrebbe staccato uno specchietto, colpendo a pedate anche la fiancata.



Due i giorni di permanenza del ferito in ospedale. "Grazie a Dio non mi hanno preso gli organi vitali", il suo commento, aggiungendo altresì, incalzato dal viceprocuratore onorario Caterina Scarselli, di aver avuto paura nei giorni successivi, senza però addentrarsi troppo nel contenuto di una telefonata ricevuta a breve distanza, registrata e consegnata ai Carabinieri della Compagnia di Merate, titolari delle indagini. Non propriamente lineari nemmeno le risposte date circa i rapporti intrattenuti con Graziano e De Pasquale. Il primo è stato etichettato come "un amico". Il secondo come un soggetto conosciuto qualche settimana prima del "fattaccio". Con entrambi dopo l'episodio oggetto del procedimento, in ogni caso, non avrebbe più avuto questioni. Anche perché "dopo ho avuto i miei problemi giuridici: sono stato in carcere e con loro non ho più avuto a che fare" ha asserito, facendo riferimento, probabilmente, alla condanna irrogata nei suoi confronti per estorsione. "Ho un mare di reati ma non ho mai ammazzato nessuno" ha dichiarato, giusto per restare in tema di casellario giudiziario, Peppino De Pasquale, rilasciando spontanee dichiarazioni. Ammesso dall'imputato - assistito dall'avvocato Giuseppe Visconti - per quanto attiene l'accaduto dell'8 dicembre, solo il pugno assestato a Piscitiello. Nella sua ricostruzione, sarebbe stato il 42enne a chiedere un incontro, salvo poi raggiungere lui e Graziano in strada con in mano "un ferro" alla cui vista avrebbe risposto sferrandogli un calcio per "disarmarlo". A quel punto la vittima si sarebbe ferita da sola.
Assente il 30enne Andrea Graziano, rappresentato dall'avvocato Marcello Perillo. L'8 settembre prossimo prevista la discussione finale.
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