Retesalute: cassa vuota, l’azienda sollecita i comuni a pagare i servizi. I sindaci hanno deciso, liquidazione nell’assemblea del 20

In quella sede i soci delibereranno la messa in liquidazione volontaria di Retesalute, ripromettendosi - come hanno fatto anche mercoledì - di rilanciare l'azienda per riportarla in bonis. Il sospetto che si voglia far melina, però, è avvalorato dal fatto che il "tesoriere" della società pubblica, Cesare Perego, ha dovuto sollecitare diversi comuni a pagare i servizi arretrati - tra questi sembra anche Viganò - perché la cassa è vuota. La banca Intesa - sempre secondo indiscrezioni - pare abbia sospeso il castelletto anticipo su fatture, appresa la notizia della probabile liquidazione societaria. Una decisione - se confermata - più che comprensibile da parte del primo istituto di credito italiano. Ora i comuni dovranno saldare a vista fattura i servizi acquistati da Retesalute per consentire all'azienda di pagare il personale e i servizi che, a sua volta, appalta a cooperative esterne. Insomma una situazione sempre più spinosa che molti osservatori ritengono poteva essere evitata procedendo speditamente con la ricapitalizzazione della società, in modo da soddisfare il principio secondo cui i soci pubblici di un'azienda pubblica possono coprire le perdite anche se prodotte da quattro esercizi su cinque se in presenza di un solido e credibile piano industriale di rilancio.
