Paderno: corta vita al ponte ma un ipotetico viadotto stradale preoccupa per la viabilità

Il ponte San Michele
Si è tenuto la scorsa settimana l’incontro tra Regione, Province di Bergamo e Lecco e Rfi che ha visto al centro della discussione il ponte san Michele, ultimamente oggetto di diverse chiusure notturne necessarie a terminare i lavori di ristrutturazione. Il responso di Rfi, ente proprietario dell’infrastruttura, ha confermato che permane il divieto per il passaggio contemporaneo di auto e treni, oltre al fatto che la stima di vita del San Michele è stata fissata in 10 anni. Si prevede quindi, nel 2031, che il Ponte rimanga una mera attrazione turistica e che consenta il passaggio soltanto al traffico ciclopedonale. L’alternativa messa sul tavolo da Rfi è dunque quella della costruzione di un ponte oppure di due, uno stradale e uno ferroviario, ma in contemporanea.
Di fronte a tali costatazioni, il sindaco di Paderno d’Adda, Gianpaolo Torchio, ha condiviso la decisione di non sollecitare ulteriormente la struttura mediante il passaggio contemporaneo di auto e treni e di cercare di ridurre il più possibile i disagi. D’altro canto rimane la necessità di non interrompere una linea ferroviaria di “vitale importanza” – che collega le stazioni della valle bergamasca fino a Milano – “la realizzazione di un ponte ferroviario è una condizione imprescindibile, così come il mantenimento del collegamento fra le due stazioni, di Paderno e Calusco d’Adda” il commento di Torchio.
Al contrario, invece, il primo cittadino, ha posto dei “paletti” circa le condizioni che un ipotetico secondo ponte, quello stradale, debba avere. Anzitutto si dovrà tutelare il paese dal punto di vista ambientale e paesaggistico, dunque con una struttura inserita nel contesto e poi ci sarà il tema della gestione della viabilità.
“È assolutamente necessario tenere in considerazione l’impatto di una costruzione di tale portata sull’ambiente circostante in cui andrà a posizionarsi. Ci troviamo all’interno di un contesto unico dal punto di vista ambientale, senza contare che nel corso dei secoli l’uomo ha già agito sul paesaggio, basti pensare, ad esempio, al Naviglio, alla diga di Robbiate o alle centrali” così il sindaco, convinto che si debba sviluppare un progetto che “sia all’altezza” del contesto in cui verrà inserito. Altro aspetto che preoccupa è la gestione della viabilità locale “Ci sono i i centri storici di Robbiate, Verderio, Paderno e Ronco – ha proseguito – non abbiamo una rete stradale sufficiente ad accogliere questo traffico, anche pesante. Ci troveremo d’accordo sul progetto di un ponte stradale quando sarà chiaro a che cosa lo connetteremo” ha concluso Torchio, dicendosi infine soddisfatto del coinvolgimento delle Province, e proponendo l’aggiunta al tavolo delle trattative, anche di quella monzese.
D’accordo con la posizione di Paderno sul ponte ferroviario, meno su quella del ponte stradale, Massimo Cocchi, assessore ai lavori pubblici di Calusco e consigliere provinciale che ha dichiarato, “l’impatto ambientale è sicuramente importante ma, in considerazione del fatto che l’attraversamento ferroviario deve necessariamente mantenere il collegamento tra le stazioni di Calusco e Paderno, affiancare un ponte stradale in una valle già attraversata dal nuovo ponte ferroviario risulterebbe sicuramente meno impattante”. L’assessore Cocchi lascia ai progettisti la scelta della tipologia, del numero e dei materiali con cui il ponte verrà costruito. La richiesta è solo una, che venga realizzato “tra Calusco e Paderno, non in un punto qualsiasi tra Trezzo e Olginate”.
F.Fu.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.