Merate: mozione sul Mandic all’unanimità, un bel segnale, un punto di partenza per il rilancio del presidio. Il Sindaco ora dimostri che prima di tutto viene il bene comune
Il politicamente corretto la fa da padrone, ma almeno due risultati ha ottenuto Cambia Merate con la mozione sul San Leopoldo Mandic, leggermente emendata dalla maggioranza, quasi rafforzata addirittura, e poi approvata all’unanimità: 1) confermare il lento declino delle attività del presidio come hanno detto i firmatari della petizione interna e, più modestamente, questo giornale; 2) sconfessare i signori politici del “tutto va bene e andrà ancora meglio”, come i leghisti Franco Lana e Antonello Formenti e quei primari di cui potremmo fare nome e cognome (ma alla fine sono sempre quelli di una “certa area” che un tempo andava per la maggiore) che genuflessi davanti a Valentina Bettamio in Maullu hanno massacrato chi lancia continuamente grida d’allarme. La politica da una parte e la carriera dall’altra prima del bene comune.
Adesso siamo nelle mani di Massimo Augusto Panzeri che da sindaco della città e da leader della Lega si è fatto carico di “negoziare” con la direzione dell’ASST quanto occorre ottenere affinché attività e prestazioni sottratte indebitamente tornino al San Leopoldo Mandic, cessi il pendolarismo unidirezionale del personale e si riprenda l’attività, a partire da quella operatoria che segna una lista d’attesa di quasi quattrocento interventi continuamente rinviati.
Quella scritta ieri sera dal Consiglio comunale di Merate è una pagina importante ma anche un punto di partenza di un percorso nuovo che deve vedere la politica scendere nuovamente in campo in difesa della sanità pubblica, che poggia su due pilastri, l’assistenza territoriale e l’ospedale. Panzeri pretenda dal direttore generale dell’Asst l’apertura dei Presst, i presidi socio-sanitari territoriali che in base alla L.23 avrebbero dovuto essere attivi da tempo ma, inspiegabilmente il loro avvio, nonostante la buona volontà dei medici di base, è stato ostacolato.
E vigili sull’ospedale, evitando colloqui ufficiali ma si infiltri nelle corsie, ascolti il personale che spesso è costretto a parlare col volto travisato ma sa quel che dice. Se non se la sente per ragioni di amicizia e/o vicinanza politica con i vertici deleghi qualcuno di sua fiducia. Anche dell’opposizione.
L’unanimità attorno alla mozione significa che tutti i consiglieri hanno posto il futuro del Mandic in cima a ogni altro interesse.
Noi vigileremo come sempre allungando la lista delle domande che abbiamo posto alla sindaca di Monticello ma alle quali può rispondere agevolmente anche il sindaco di Merate.
Posto che né l’una né l’altro rispondono a noi: ma alla popolazione che rappresentano al di là del distinguo partitico.
Adesso siamo nelle mani di Massimo Augusto Panzeri che da sindaco della città e da leader della Lega si è fatto carico di “negoziare” con la direzione dell’ASST quanto occorre ottenere affinché attività e prestazioni sottratte indebitamente tornino al San Leopoldo Mandic, cessi il pendolarismo unidirezionale del personale e si riprenda l’attività, a partire da quella operatoria che segna una lista d’attesa di quasi quattrocento interventi continuamente rinviati.
Quella scritta ieri sera dal Consiglio comunale di Merate è una pagina importante ma anche un punto di partenza di un percorso nuovo che deve vedere la politica scendere nuovamente in campo in difesa della sanità pubblica, che poggia su due pilastri, l’assistenza territoriale e l’ospedale. Panzeri pretenda dal direttore generale dell’Asst l’apertura dei Presst, i presidi socio-sanitari territoriali che in base alla L.23 avrebbero dovuto essere attivi da tempo ma, inspiegabilmente il loro avvio, nonostante la buona volontà dei medici di base, è stato ostacolato.
E vigili sull’ospedale, evitando colloqui ufficiali ma si infiltri nelle corsie, ascolti il personale che spesso è costretto a parlare col volto travisato ma sa quel che dice. Se non se la sente per ragioni di amicizia e/o vicinanza politica con i vertici deleghi qualcuno di sua fiducia. Anche dell’opposizione.
L’unanimità attorno alla mozione significa che tutti i consiglieri hanno posto il futuro del Mandic in cima a ogni altro interesse.
Noi vigileremo come sempre allungando la lista delle domande che abbiamo posto alla sindaca di Monticello ma alle quali può rispondere agevolmente anche il sindaco di Merate.
Posto che né l’una né l’altro rispondono a noi: ma alla popolazione che rappresentano al di là del distinguo partitico.
Claudio Brambilla