13 domande ai sindaci che hanno un filo diretto con la direzione ASST

Il sindaco di Merate Massimo Panzeri
Noi di Mol nella migliore delle ipotesi siamo proprio degli ingenui. Ci siamo fatti persuasi di essere in prima fila nella difesa dell'ospedale di Merate assieme a centinaia di dipendenti, visti con ostilità palese dai pretoriani della direzione generale che, guarda caso, da qualche giorno hanno infittito gli incontri per presentare iniziative a raffica. Quasi a confortare le stravaganti tesi di alcuni leghisti secondo i quali il Mandic è sottoposto a una cura di rinvigorimento, anzi di potenziamento. Il primo a lanciare il sostantivo maschile fu Franco Lana, segretario cittadino di Merate, ribadito poi da Attilio Fontana presidente della Giunta regionale con l'eco in diretta di Paolo Favini direttore generale Asst. In replica un paio di giorni dopo Antonello Formenti consigliere regionale e Daniele Butti, referente provincia di Lecco Lega Lombarda per Salvini Premier.


Quindi ci stiamo clamorosamente sbagliando e con noi 250 tra medici e infermieri sostenuti da quasi cinquemila cittadini che al contrario hanno sottoscritto una petizione con la quale denunciano  il progressivo depotenziamento dei servizi ospedalieri erogati dal Mandic.

In piena confusione ci giunge inaspettato il soccorso del settimanale cittadino le cui pagine sono sempre disponibili per gli attori istituzionali. Così scopriamo che almeno due sindaci sono in contatto chi quotidiano chi settimanale con il dottor Paolo Favini. Massimo Panzeri (sindaco di Merate) e Alessandra Hofmann (sindaca di Monticello), infatti, dichiarano di essere in costante collegamento con i vertici ospedalieri e financo regionali. Una sorta di appuntamento con tempi e metodi modello Medjugorje.

Un'occasione da non perdere  per farci chiarire le idee sfruttando questo filo diretto. Chiediamo alla Sindaca di Monticello di farci da intermediaria con i vertici dato che il suo collega di Merate con noi non parla.

Dunque cortese Alessandra Hofmann Lei ha dichiarato: " sono convinta che non ci sia nessun disegno per ridimensionare l'ospedale ...e . . .con i vertici dell'ASST c'è un confronto costante, ci si sente almeno una volta la settimana........" . Bene, le poniamo poche domande con preghiera di sottoporle ai suddetti vertici e poi illuminarci.

1) Perché da oltre un anno non c'è più il servizio di Urologia né chirurgico né ambulatoriale?
2) Perché da almeno due anni è sparita la chirurgia pediatrica?
3) Perché da almeno un anno è pressoché cessata l'attività di chirurgia vascolare?
4) Perché il referto di una mammografia fatta a Merate deve essere ritirato a Lecco?
5) Perché le agobiopsie non vengono più fatte?
6) Perché l'ambulatorio di Epatologia è stato soppresso e ora i pazienti debbono rivolgersi obbligatoriamente a Lecco?
7) Perché le visite di chirurgia plastica si fanno solo a Lecco?
8) Perché i "doppler in urgenza non vengono più effettuati?
9) Perché l'esame del campo visivo non viene più effettuato, problemi di strumentazione?
10) Perché restano chiusi i reparti di sub acuti e di Psichiatria?
11) perché l'ERCP - l'esame endoscopico operativo per le vie biliari - viene effettuato solo al Manzoni trasportando i pazienti da Merate a Lecco in ambulanza?
12) Perché da Lecco non scende più l'anatomopatologo rendendo così impossibile effettuare gli esami estemporanei, spesso indispensabili durante un intervento chirurgico?
13) Perché non si effettuano più visite neurochirurgiche?

La personale convinzione di chi scrive, è che di tutto ciò la signora Hofmann ne sappia davvero poco, giusto per mostrarci educati . E se così fosse si renda conto la gentile sindaca di Monticello che affermazioni tanto azzardate spalancano la porta a coloro che sottraggono mese dopo mese pezzettini di prestazioni, piccoli e grandi servizi. Guardi che nessuno da queste pagine ha mai scritto che l'ospedale chiude. Quella è l'arma di distrazione di massa preferita di chi vuole neutralizzare la critica. Ma a crederci ormai sono solo i polli. Che cosa manca, i cittadini se ne accorgono ogni volta che si portano in largo Mandic. E allora si rivolgono altrove. Così il numero di prestazioni cala fino a scendere sotto lo standard regionale. Allora sì che arriverà il colpo finale. Giustificato dalla mancanza di numeri tali da garantire la qualità di servizi e prestazioni. Una formula che funziona sempre grazie alla quale decine di presidi ospedalieri sono stati riconvertiti. Quella dei tanti leghisti che hanno preso posizione ha tutta l'aria di un mero atto di fede al partito che esprime al presidente della Regione anche se ciò va a danno del bene comune che è l'ospedale di Merate. Però stiano attenti perché oltre alla dimostrazione di fede verso il partito bisogna raccogliere i voti dei cittadini. Ed essere additati come complici del ridimensionamento del presidio non porta mai buono.

Quanto alla signora Hofmann attendiamo fiduciosi Sue notizie circa i quesiti di cui sopra.
Claudio Brambilla
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