Merate: medici e infermieri firmano una petizione in difesa dell’ospedale Mandic. Manca personale e ci tolgono servizi. Ora non ci si può voltare dall’altra parte si deve combattere

In alto il sindaco Massimo Panzeri, il vicesindaco Giuseppe Procopio,
l'assessore Alfredo Casaletto. Sulla seconda riga
gli assessori Franca Maggioni, Fiorenza Albani, Andrea Robbiani
Vent'anni fa a scendere in strada in difesa dell'ospedale di Merate erano stati i cittadini e i loro rappresentanti politici, di destra e di sinistra. Oggi a farlo sono direttamente gli operatori del San Leopoldo Mandic che, messi da parte i timori di non improbabili ritorsioni, hanno firmato - e stanno firmando - una petizione indirizzata al presidente della regione Fontana, all'assessore alla sanità Moratti e ai direttori generali di ATS e ASST sulla quale con puntigliosa e competente precisione hanno illustrato la situazione in cui versa il nostro presidio.

Da queste colonne abbiamo denunciato negli ultimi anni molte volte il progressivo depauperamento dei servizi ospedalieri. Purtroppo a governare la città è una Giunta del tutto incapace di cogliere ciò che sta accadendo - non solo per quanto riguarda l'ospedale ma anche Retesalute soffre di questa drammatica incompetenza - e anzi, per bocca del primo cittadino le denunce vengono ignorate, se non addirittura derise apertamente. Ora è bene che Andrea Robbiani, Alfredo Casaletto, Giuseppe Procopio, Fiorenza Albani e Franca Maggioni si fermino a riflettere se continuare a sostenere questo sindaco oppure prendere una decisione per quanto sofferta ma mirata al bene della città e sfiduciarlo.

Nessuna ostilità preconcetta verso Massimo Augusto Panzeri. Se soltanto avesse un filo di umiltà dando retta a quanti da più parti sia per Retesalute sia per l'ospedale lo spingono ad agire con determinazione, come si conviene al primo cittadino della città capofila avrebbe tutto il nostro appoggio.

Ma al contrario ha rotto il ponte con Filippo Galbiati di Casatenovo che in Consiglio comunale non ha mancato di far notare la diversa posizione rispetto a quella assunta da Andrea Massironi e, soprattutto, è incapace di imprimere alla vicenda di Retesalute una svolta finalizzata a garantire la continuità aziendale.

Peggio sull'ospedale: all'interrogazione della minoranza ha pensato bene di far rispondere ai vertici dell'ospedale. E qui davvero o siamo in presenza di una ingenuità sconfinata o di pura mala fede. La minoranza, dal canto suo, quanto a ingenuità o mala voglia non è da meno.

Ora però di fronte a centocinquanta firme e a una denuncia dettagliata vogliamo sperare che i sindaci, a partire da quelli di Merate e Casatenovo, rompano gli indugi e scendano in campo. Si dice che lunedì l'assessore Moratti sarà a Cernusco a inaugurare l'hub vaccinazioni aperto presso l'azienda Techonoprobe (purtroppo, ringraziando ovviamente i titolari dell'azienda, temiamo che ciò abbia influito nella decisione di chiudere i centri vaccinali di Merate e Olgiate), bene può essere l'occasione per manifestare civilmente la protesta nei confronti della direzione generale dell'ASST che porta le maggiori responsabilità nel processo di lento ma inesorabile smantellamento del San Leopoldo Mandic.

Anche i cittadini - che per un verso o per l'altro sono fruitori dei servizi offerti dal presidio - debbono fare la loro parte. Il disinteresse è il miglior alleato di quanti vorrebbero trasformare il Mandic in una struttura geriatrica trasferendo tutti i servizi dall'Inrca. I segni dell'operazione sono già ben visibili.

Fermiamoli, tutti assieme, scriviamo alla Regione, mobilitiamoci. O sventiamo la manovra come vent'anni fa oppure nel giro di poco tempo non avremo più un vero ospedale per acuti.

Combattiamo, qui e ora.

Claudio Brambilla
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