Lago Sartirana, Massironi: giusto tutelare l’ambiente ma no estremismi, va privilegiata la persona rispetto a flora e fauna

Quasi due anni di silenzio, rotto soltanto con qualche informale consiglio alla maggioranza - cui aveva dato un contributo importante alla vittoria - probabilmente inascoltato. Poi un'azione ufficiale, di chiaro taglio istituzionale: una lettera protocollata per i consiglieri comunali in merito alla modifica del regolamento della Riserva naturale del lago di Sartirana.



Signor Massironi, il testo è chiaro pur se scritto nel classico linguaggio da addetto ai lavori, tuttavia ci spiega che cosa l'ha spinta a tornare in campo, seppure limitatamente alla vicenda lago? 

Niente ritorni in campo. Ho ritenuto doveroso farmi interprete delle istanze di numerosi cittadini del Meratese che sono rimasti perplessi, per usare un eufemismo, del divieto di accesso al sentiero del lago e delle preoccupanti proposte di modifica del regolamento riportate dai media. Fra i numerosi fruitori della riserva sta montando una protesta che si sta estendendo a macchia d'olio,  perché ritengono incomprensibile e senza senso vietare una passeggiata sul sentiero che non crea nessun tipo di problema alla flora e alla fauna. Per questo mi è parso opportuno da un lato informare i cittadini come sono le regole e dall'altro invitare l'Amministrazione ad adoperarsi affinché modifichi la regola senza senso qual è il divieto di accedere alla riserva, dal 1 Aprile al 15 Giugno, e di limitare tale divieto al solo canneto.    



Lei rievoca spesso gli anni della Cooperativa lago, dal 1974 in avanti con il primo intervento pilota di asportazione della fanghiglia dal fondo del lago. Una prima domanda: senza quell'intervento come si presenterebbe oggi  lo specchio d'acqua?

Un grande stagno! Uno specchio d'acqua sicuramente ridotto per via della colonizzazione del canneto, avremmo su tutto il perimetro la crescita delle mangrovie come sul lato Nord-Est, dove per ora non sono stati ancora realizzati i canali preesistenti, che ricordo servono non solo a ridurre il canneto ma a contenerne lo sviluppo. In quegli anni alcuni gruppi naturalistici si facevano propugnatori della tesi che ogni lago intramorenico  è destinato nel tempo a chiudersi ed a diventare prateria asciutta di tipo torboso, quindi che la natura facesse il suo corso. Nel nostro territorio uno dei sostenitori di questa tesi era Marco Molgora l'attuale presidente del Parco del Curone.  Conservo ancora l'interrogazione di Marco, in qualità di consigliere provinciale dei "Verdi Arcobaleno",  del 7 Maggio del 1993, presentata al presidente della provincia di Como, che mi accusava, in qualità di presidente della riserva, di aver sradicato arbitrariamente un consistente numero di alberi per realizzare i canali sul lato Ovest. Mi pare che con il passare degli anni, la sua visione sia diventata più equilibrata. Purtroppo questo radicalismo permane tutt'ora. Ne  è un chiaro esempio il Comitato Civico di Merate guidato da Elena Calogero. Premesso che riconosco ai gruppi naturalistici il merito di avere sensibilizzato negli anni l'opinione pubblica a prestare maggior attenzione all'aspetto ecologico  e alla salvaguardia dell'ambiente,  quello che non sopporto è il radicalismo esasperato, il ribaltamento delle priorità. Non è accettabile privilegiare Flora e Fauna rispetto alle Persone  che sono la parte più importante di un determinato territorio.



Le isole si espandono, il canneto si sviluppa, come si può fermare questo processo che di fatto sta inghiottendo le acque del lago? 

A mio parere  vanno completati i canali preesistenti partendo dal Bagnolo per arrivare fino alla Bocchetta. In questa località appare in modo inequivocabile come il mancato ripristino dei canali preesistenti trasformi la zona umida in prateria asciutta di tipo torboso. Con il ripristino dei canali si tolgono migliaia di metri cubi di sedime  con conseguente aumento e miglioramento della qualità dell'acqua nel lago .   



L'apertura di nuovi canali ha generato una corrente assolutamente necessaria a limitare l'effetto stagnazione, ma ora pare che il fondo si trovi già a 50 centimetri, e l'effetto è in gran parte neutralizzato. Come si deve fare nel breve periodo?

Quando viene ripristinato un canale per qualche anno mantiene l'iniziale profondità,  poi man mano che il tempo passa questa progressivamente diminuisce. Per evitare questo prevedibile fenomeno bisogna prevedere delle manutenzioni straordinarie.  



La Giunta in carica ha predisposto un piano triennale di 2,5 milioni e ha chiesto il contributo regionale per l'intera somma. Avrebbe agito anche lei così?

Mi lasci dire che è una gran bella notizia. L'idea di fare un intervento  che  rimuove la melma che è sul fondo del vaso centrale del lago e contemporaneamente immettervi acqua di falda è un'operazione che condivido pienamente.    Sarebbe fantastico completare il ripristino dei canali con le risorse comunali e in parallelo attuare il grande intervento recentemente programmato.  


Dopo la moria di pesce dell'agosto scorso l'assessorato aveva annunciato immediati interventi per riossigenare le acque. Ma non pare sia stato fatto qualcosa, o ci sbagliamo?

Non ci sono interventi miracolosi per modificare in tempi brevi la qualità dell'acqua.  Il piano triennale di 2,5 Milioni di euro,  predisposto dalla Giunta dimostra che l'Assessore sta facendo molto. Un programma del genere prevede studi e ricerche di soluzioni che richiedono tempo. 



Ci racconta come è stato possibile 45 anni fa mettere assieme risorse umane e finanziarie per realizzare quel grande intervento? E' stato semplice: l'amore per il lago da parte delle persone che ci vivono attorno.

Si convocò, nel 1974, una riunione in Paese con l'intento di formare un Comitato per salvaguardare il nostro lago. Parteciparono da subito moltissime persone che sposarono la causa con entusiasmo.  Il Comitato sensibilizzò i cittadini del Meratese a valorizzare il lago. Promosse  iniziative quale la giornata ecologica, instaurò proficui rapporti con l'Amministrazione  Comunale , sollecitandola a completare la fognatura sul perimetro del lago,  ma per diventare operativo ha dovuto acquisire personalità giuridica. Si costituì  così la "Cooperativa Lago di Sartirana" dal notaio Bosisio. Ogni socio acquistò allora almeno un'azione del valore di £. 10.000. Con la somma raccolta dai Sartiranesi riuscirono a finanziare il primo intervento pilota e ad acquistare i terreni di fronte al Bagnolo. Terreni  che la Cooperativa girò al Comune quando si sciolse per aver raggiunto lo scopo sociale contestualmente alla costituzione della riserva.



Non sarebbe utile continuare con l'acquisizione dei terreni circostanti di proprietà privata per meglio sviluppare iniziative anche turistiche e migliorare il decoro complessivo della riserva?

Mi complimento per questa domanda , Lei ha colto in pieno qual è il motivo per cui è nata la Riserva che si attua attraverso il Piano del 9 Novembre del 1990 che evidentemente ha letto bene, in particolare le pagine n. 6 e 7. Contrariamente  a quello che pensano certi gruppi naturalistici questa riserva è nata per rendere fruibile alla comunità  spazi naturali anche ai fini ricreativi, ovviamente nel rispetto della flora e della fauna. Si, sarebbe davvero utile  acquistare i terreni circostanti per meglio sviluppare il decoro complessivo della riserva, come stanno facendo i volontari .  So che l'Amministrazione si sta adoperando per acquistare anche il cascinale che sorge vicino alla foce.    



Trent'anni in prima linea le permettono di esprimere giudizi politico-amministrativi: se la sente di "giudicare" i primi 20 mesi dell'amministrazione Panzeri?

No non me la sento. Giudicheranno gli elettori ma al termine del quinquennio. Prima di esprimere un giudizio ritengo opportuno sottolineare che il primo anno serve per mettere a punto la macchina amministrativa. Il secondo anno di questa Giunta è stato condizionato in modo pesante dal Covid,  per cui ogni giudizio sarebbe al momento davvero inappropriato.
Claudio Brambilla
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