La Psicologia detestata dal fascismo e dalla Chiesa, ignorata dal CTS e ora criticata da Draghi che dimentica di aver imposto lui l’obbligo al vaccino

La tentazione è quella di scrivere una letterina al Presidente del Consiglio Mario Draghi come si faceva da piccoli per le feste di Natale e dirgli che saremo più buoni, bravi e meno furbetti. Peccato che non ho più quell'età, non sono più uno psicologo di 35 anni, anzi sono di una generazione più vicina alla sua; sono vaccinato, non perché mi sono fatto raccomandare come ex dipendente ospedaliero, no, perché avendo aperto una partita IVA sono stato inserito nella categoria dei sanitari esterni (medici, farmacisti, fisioterapisti, infermieri...).

Sono stato chiamato dall'ATS della Regione Lombardia, su indicazione dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia, prima del suo DL n.44 del 1 aprile, articolo 4, comma 1 dove c'è l'obbligo per i sanitari di vaccinarsi: se non l'avessi fatto sarei andato incontro a sanzioni.

Ho rispettato tutti i presupposti stabiliti, non ho saltato nessuna fila. Non solo, come furbetto con partita IVA ho incaricato il commercialista a non chiedere nessun tipo di ristoro o sostegno, ritengo di non averne bisogno, invece potrebbe essere utile a qualche giovane collega di 35 anni precario: il precariato coinvolge anche le partite IVA dei giovani liberi professionisti.

Sono sempre stato contrario agli Ordini (ordine dei giornalisti, medici, psicologi, avvocati, notai, commercialisti...), li ritengo espressione di un passato che non mi piace; sono per un esame di Stato che abiliti alla libera professione: questa è un'altra questione.

Prendere come esempio il giovane psicologo, non è un caso, non è un lapsus freudiano, come sostengono alcuni miei colleghi. Sul piano politico l'Ordine degli Psicologi conta poco o nulla paragonato a quello della magistratura, degli avvocati, dei commercialisti, dei medici.

E' un Ordine nato nel 1989, come sanitario è stato riconosciuto nel 2018; prima nelle arti sanitarie ci stava il norcino ma non lo psicologo, però nel frattempo gli psicologi erano stati inseriti negli ospedali, in psichiatria, nelle patologie delle dipendenze, in molteplici luoghi di cura e di assistenza.

La questione è più profonda. Ha radici culturali che coinvolgono il concetto di salute e prevale la dimensione organica, medicale degli organi: è sanitario solo colui che cura il corpo, la materia, la carne, le ossa. La psiche è secondaria, conta poco, basta la buona volontà.

I primi corsi di Laurea di Psicologia sono del 1973, uno presso l'Università di Padova e l'altro all'Università di Roma. Nel periodo del regime fascista le due cattedre di psicologia, come quella di Cesare Musatti a Padova, sono state chiuse; la chiesa cattolica era contro l'insegnamento della psicologia, era acerrima nemica della psicoanalisi. Ancora nell'attuale Procedura del diritto Penale non è ammessa la valutazione psicopatologica a firma dello psicologo, è ammessa solo in collaborazione con il medico psichiatra.

L'infelice esempio di Mario Draghi offre la possibilità di riaprire il ragionamento attorno alla salute e al benessere psicologico. Non è un caso che tra gli esperti nazionali che affrontano la questione del covid non ci sia uno psicologo della salute, infatti virologi, epidemiologi e altri parlano parlano di cose che dovrebbero essere sviluppate da psicologi, non da psichiatri, su come ci si dovrebbe comportare nella comunicazione, come intervenire e prevenire il disturbo mentale: non bastano i farmaci.

Ma quando si parla di benessere psichico subito compaiono alla mente le strutture vetuste, abbandonate, pericolanti come quella di Lecco, i reparti chiusi, i servizi inadeguati.

Si parla di malessere sociale e psicologico in questa fase pandemica giustificandolo come fattore secondario a quello economico, ma il nostro agire, il nostro comportamento hanno a che fare con la psiche. La cura del corpo, la cura pandemica necessita di un operatore psicologico che si cura della salute mentale, meglio psicofisica.

Insomma, la salute riguarda solo lo stomaco, la pancia o anche la testa?!

Caro Mario Draghi, chi è il giovane psicologo trentacinquenne che hai in testa?

Dr. Enrico Magni
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.