Mandic: ferie obbligate in Ostetricia, con i sostituti da Lecco. Di nuovo sale la tensione

La costituzione di un manipolo di volontari “istituzionali” che scenda in campo in difesa del San Leopoldo Mandic diventa ogni giorno più impellente. Come noto il presidio, nelle dichiarazioni originali, avrebbe dovuto essere “covid free”, cioè a Merate la gestione ordinaria delle acuzie, a Lecco l’hub per i malati di covid oltre che per gli interventi che al Mandic non si possono effettuare per mancanza di idonea strumentazione.  Invece è accaduto che l’ospedale cittadino è in gran parte inattivo ospitando malati di coronavirus. In sostanza funziona a pieno ritmo soltanto l’Ostetricia Ginecologia. Diciamo funziona ma tra breve dovremo coniugare il verbo all’imperfetto, funzionava.

La storia è semplice: per coprire la cronica mancanza di personale e aprire il più possibile il servizio di assistenza medica a chiunque ne avesse bisogno – nel rispetto del nuovo e dell’antico giuramento di Ippocrate di regolare la propria vita per il bene dei malati – la dottoressa Anna Biffi ha accumulato un rilevante numero di ferie. Il primario Gregorio Del Boca ha sempre autorizzato le presenze in corsia proprio per riuscire a rispondere ai bisogni delle donne mantenendo così molto alta l’attrattiva del presidio anche in momenti difficili come l’anno di chiusura del ponte di Paderno che di fatto ha dirottato molte pazienti verso ospedali bergamaschi.
Ebbene ora è giunto l’ordine di consumare tutte le ferie. La dottoressa Biffi dovrebbe astenersi dal lavoro per numerose settimane, sostituita da personale inviato direttamente da Lecco, che, evidentemente è in soprannumero se può essere con tanta facilità distaccato.

Ma l’ipotesi – per ora di ciò si tratta – è stata accolta con disappunto non solo nel reparto specifico ma anche tra il personale che poi assiste i medici negli interventi chirurgici. L’equipe è l’elemento strategico per la buona riuscita di un intervento.
Così il malumore sta prendendo corpo a tutti i livelli del presidio. Quella di Pasqua è solo una tregua. Da domani le ostilità riprenderanno con la direzione strategica e quella di presidio fortemente intenzionati a imporre lo stop forzato e il Primario che propone una ragionevole dilazione nel tempo al fine di non ridurre l’attività del reparto.
Una soluzione la si può trovare soltanto se non ci sono secondi – e ben noti – fini, come quello mai espresso a voce alta di smontare definitivamente il punto nascite di Merate. Un tassello fondamentale nella lunga strategia di disarticolazione dell’ospedale per acuti.
Vedremo nei prossimo giorni che cosa accadrà. Consigliare prudenza è doveroso. Non sembra proprio questo il momento di scatenare una protesta di piazza.  
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