Mandic: ferie obbligate in Ostetricia, con i sostituti da Lecco. Di nuovo sale la tensione
La costituzione di un manipolo di volontari “istituzionali” che scenda in campo in difesa del San Leopoldo Mandic diventa ogni giorno più impellente. Come noto il presidio, nelle dichiarazioni originali, avrebbe dovuto essere “covid free”, cioè a Merate la gestione ordinaria delle acuzie, a Lecco l’hub per i malati di covid oltre che per gli interventi che al Mandic non si possono effettuare per mancanza di idonea strumentazione. Invece è accaduto che l’ospedale cittadino è in gran parte inattivo ospitando malati di coronavirus. In sostanza funziona a pieno ritmo soltanto l’Ostetricia Ginecologia. Diciamo funziona ma tra breve dovremo coniugare il verbo all’imperfetto, funzionava.
Ebbene ora è giunto l’ordine di consumare tutte le ferie. La dottoressa Biffi dovrebbe astenersi dal lavoro per numerose settimane, sostituita da personale inviato direttamente da Lecco, che, evidentemente è in soprannumero se può essere con tanta facilità distaccato.
Così il malumore sta prendendo corpo a tutti i livelli del presidio. Quella di Pasqua è solo una tregua. Da domani le ostilità riprenderanno con la direzione strategica e quella di presidio fortemente intenzionati a imporre lo stop forzato e il Primario che propone una ragionevole dilazione nel tempo al fine di non ridurre l’attività del reparto.
Una soluzione la si può trovare soltanto se non ci sono secondi – e ben noti – fini, come quello mai espresso a voce alta di smontare definitivamente il punto nascite di Merate. Un tassello fondamentale nella lunga strategia di disarticolazione dell’ospedale per acuti.
Vedremo nei prossimo giorni che cosa accadrà. Consigliare prudenza è doveroso. Non sembra proprio questo il momento di scatenare una protesta di piazza.