Ospedale e Retesalute reclamano unità di azione dai comuni meratesi e casatesi. Ma l’asse si è rotto e Merate ora ''balla da sola''
Ho preso in prestito il titolo del commento del direttore Claudio Brambilla della scorsa settimana, per introdurre un argomento che mi sta tanto a cuore: Merate e il Meratese intorno. Per comodità potremmo chiamare questa fetta di territorio, "Brianza Meratese". Un'area con un'identità precisa.
Certo la Pandemia non ha aiutato, dirà qualcuno. Non è vero, anzi è vero esattamente il contrario. Ed è proprio quando il gioco si fa duro... che la squadra si ricompatta.
Lo hanno dimostrato i sindaci di Meratese e Casatese sabato scorso alla presenza del prefetto di Lecco, dottor Castrese De Rosa, che ha convocato il "tavolo" per discutere della tragicomica situazione venutasi a creare sulle sorti dei Centri Vaccinali.
E' stato un vero peccato che la stampa non abbia potuto presenziare, ne avrebbe sentite delle belle. Il sindaco di Olgiate Molgora, Giovanni Bernocco, a cui si è aggiunto un adrenalinico dottor Filippo Galbiati, primo cittadino di Casatenovo, non le hanno certo mandate a dire al direttore dell'Asst di Lecco dottor Paolo Favini e al direttore dell'Ats Silvano Casazza. Sull'esito dell'incontro è già stato detto tutto, i sindaci hanno incassato un risultato storico.
Quindi, quando il territorio "fa sistema" vince. E quindi, quando le battaglie e gli obiettivi sono condivisi, non c'è Favini che tenga e neppure fosse il Padre eterno...
Quello che è venuta a mancare negli anni è questa condivisione degli obiettivi. In particolare per Merate e il Meratese, dove la storia ci ha insegnato che si devono e si possono vincere importanti battaglie a favore del territorio.
A ogni tornata elettorale ovviamente, con il cambio dei sindaci e delle relative amministrazioni si deve tornare a tessere la tela. Il Casatese per la sua parte, il Meratese per la sua e poi le due aree, il cui destino è indissolubilmente legato, devono ritrovare un'unità di intenti e di obiettivi, che deve andare oltre i colori e le correnti politiche.
Merate sta al Meratese come Casatenovo al Casatese, questo è pacifico. In passato tra i due "capoluoghi" di area si era creata un'intesa per certi versi storica. Da una parte il sindaco di Merate Andrea Massironi, di area centrodestra, dall'altra Filippo Galbiati, sindaco di Casatenovo di area centrosinistra. I due avevano trovato un'intesa tra galantuomini, ed ognuno si era fatto portavoce del proprio territorio sui temi sovracomunali. Uno su tutti la sanità e l'ospedale di Merate, ma anche su questioni come Retesalute. Era nata un'intesa basata sulla reciproca stima e fiducia. Un asse forte in grado di contrastare quegli stessi amministratori belligeranti che volevano "far saltare" Retesalute. Sono stati versati fiumi di inchiostro sulla questione e non solo su questo giornale.
Ma questo accadeva prima dell'ultima tornata elettorale, che ha di fatto rimescolato le carte. Nuove amministrazioni, nuovi sindaci e... nuovi equilibri da ricercare.
A Casatenovo Filippo Galbiati è stato riconfermato mentre a Merate Andrea Massironi ha lasciato il posto a Massimo Augusto Panzeri sempre di area di centrodestra.
Purtroppo, quanti auspicavano la riconferma del patto non scritto tra Merate e Casatenovo, hanno dovuto prendere presto atto che non sarebbe più stato come prima.
Il leghista Massimo Panzeri ha fatto subito intendere che avrebbe "ballato da solo". Invece di cercare un'alleanza con il collega di Casatenovo ha intrapreso percorsi solitari, assumendo posizioni spesso male orchestrate. Questo ha finito con l'indebolire il territorio, ma soprattutto il Meratese stesso, al contrario del Casatese che ha trovato un'inaspettata compattezza, al di là degli schieramenti politici.
L'alibi del Covid ha messo in ombra i problemi dell'ospedale di Merate, ma va detto per onestà che già fin da prima della pandemia il borgomastro di Merate sosteneva che "andava tutto bene". Fosse anche vero, il buon senso avrebbe dovuto suggerire - vista la situazione della sanità regionale - di non abbassare mai la guardia sul presidio cittadino, dove le cose vanno tutt'altro che bene. Un pressing discreto ma costante nei confronti dei direttori di Asst e Ats avrebbe evitato che proprio Merate venisse dimenticata nell'organizzazione dei centri vaccinali. Ora si sta cercando di correre ai ripari, ma l'annunciato avvio delle vaccinazioni al centro sociale di piazza Don Minzoni il primo aprile, ha tutto il sapore di un Pesce d'aprile.
Sempre in questi giorni è stata convocata per il 14 aprile l'assemblea di Retesalute, che dovrà deliberare la messa in liquidazione della società per poi ripartire di nuovo. In pratica gli oltre venti (20) Consigli comunali dovranno esprimersi in proposito adottando tutti la stessa delibera in meno di due settimane lavorative. Una delibera che per inciso dovrà essere modificata almeno in uno dei punti più delicati, che attribuisce i "pieni poteri" al commissario liquidatore. Tenuto conto che c'è di mezzo la Pasqua, l'impresa sembra disperata. Il tam tam sulle chat del Casatese è incessante e tutti i sindaci, grazie al lavoro di cucitura dei sindaci Filippo Galbiati e Alessandra Hoffman di Monticello, anche coloro che in passato sembravano intenzionati ad affossare la società pubblica, sono fattivamente favorevoli al suo salvataggio. I segnali da parte dei sindaci del Meratese languono. Non giungono sussulti dal presidente dei sindaci del Meratese, il primo cittadino di Robbiate Daniele Villa, come neppure dal presidente dell'assemblea e sindaco di Merate Massimo Panzeri. Al punto che in molti si chiedono se realmente l'intenzione sia di salvare Retesalute o vi sia una strategia diversa e inconfessabile. Insomma tutti procedono in ordine sparso, senza una regia condivisa.
Un "clima" simile non fa altro che favorire coloro che non hanno a cuore le sorti di Merate e del Meratese. E torniamo, pur correndo il rischio di essere monotoni, all'ospedale di Merate, dove, grazie a questa pancia molle, i boiardi di turno parcheggiano senza difficoltà l'amico di turno. Spesso e volentieri scomodo e sgradito altrove.
Merate e il Meratese intorno hanno bisogno di un vero leader, credibile e autorevole. E potrebbe anche essere un sindaco del Meratese, se il primo cittadino di Merate è in tutt'altre cose affaccendato.
"E' compito dei Sindaci assumere iniziative a livello locale per la prevenzione o il superamento di situazioni di degrado e disagio sociale che incidono sulla sicurezza, anche percepita, dei cittadini", ha detto in modo cristallino il prefetto di Lecco Castrese De Rosa. Oltre alla sicurezza aggiungerei anche la salute ed efficienti servizi socio sanitari.
Chi non lo ha capito lasci spazio a qualche volenteroso collega. Io un nome in mente ce l'ho, ma per ora non lo dico.
Comunque caro sindaco Massimo Panzeri, nessuno vince da solo.