Airuno: 46enne a giudizio per stalking verso la ex compagna
A processo per stalking nei confronti dell'ex compagna. E' la grave accusa contestata ad un 46enne che - secondo la ricostruzione della Procura, ancora tutta da dimostrare - avrebbe messo in atto una serie di atti persecutori verso la donna con la quale aveva convissuto per almeno un lustro e sino al 2017 fra la provincia di Bergamo e Airuno.
Con la fine della relazione fra i due infatti, l'uomo - originario del meridione - si sarebbe reso protagonista di una condotta minacciosa, con ripetute telefonate e messaggi all'indirizzo dell'ex fidanzata, non avendo accettato la fine di una relazione che negli ultimi tempi presentava molti più dolori che gioie, con continui litigi, culminati nella decisione della donna di lasciarlo. Se in un primo momento il 46enne sembrava aver accettato l'epilogo della storia, poco più tardi avrebbe iniziato a pedinare la ex e ad intimorirla inviandole dei messaggi dal contenuto minaccioso, tanto che da ricevere nel 2017 un ammonimento da parte del Questore che lo invitava a starle alla larga.
Un provvedimento che non avrebbe avuto l'effetto sperato, se è vero che la donna, esasperata dalle continue e morbose attenzioni, si è recata più volte presso la stazione dei carabinieri di Brivio, presentando querele nei confronti dell'ex convivente, come confermato dal comandante maresciallo Vincenzo Valenza. A suffragare la tesi della pubblica accusa - oggi rappresentata dal vpo Mattia Mascaro - le testimonianze della sorella e della migliore amica della vittima, costituitasi parte civile nel processo, a detta delle quali la donna sarebbe precipitata in uno stato segnato dalla paura costante di poter incontrare il suo ex.
Ben diversa la ricostruzione della storia da parte di quest'ultimo, che nella tarda mattinata odierna si è seduto davanti al giudice Giulia Barazzetta sottoponendosi ad esame e ''limando'' continuamente le accuse mosse a suo carico. Si torna in aula nelle prossime settimane per il completamento dell'istruttoria e la sentenza finale.
Con la fine della relazione fra i due infatti, l'uomo - originario del meridione - si sarebbe reso protagonista di una condotta minacciosa, con ripetute telefonate e messaggi all'indirizzo dell'ex fidanzata, non avendo accettato la fine di una relazione che negli ultimi tempi presentava molti più dolori che gioie, con continui litigi, culminati nella decisione della donna di lasciarlo. Se in un primo momento il 46enne sembrava aver accettato l'epilogo della storia, poco più tardi avrebbe iniziato a pedinare la ex e ad intimorirla inviandole dei messaggi dal contenuto minaccioso, tanto che da ricevere nel 2017 un ammonimento da parte del Questore che lo invitava a starle alla larga.
Un provvedimento che non avrebbe avuto l'effetto sperato, se è vero che la donna, esasperata dalle continue e morbose attenzioni, si è recata più volte presso la stazione dei carabinieri di Brivio, presentando querele nei confronti dell'ex convivente, come confermato dal comandante maresciallo Vincenzo Valenza. A suffragare la tesi della pubblica accusa - oggi rappresentata dal vpo Mattia Mascaro - le testimonianze della sorella e della migliore amica della vittima, costituitasi parte civile nel processo, a detta delle quali la donna sarebbe precipitata in uno stato segnato dalla paura costante di poter incontrare il suo ex.
Ben diversa la ricostruzione della storia da parte di quest'ultimo, che nella tarda mattinata odierna si è seduto davanti al giudice Giulia Barazzetta sottoponendosi ad esame e ''limando'' continuamente le accuse mosse a suo carico. Si torna in aula nelle prossime settimane per il completamento dell'istruttoria e la sentenza finale.