L'ex ministro Elsa Fornero ospite della Semina parla del declino del Paese e punta sulla scuola
Scuola, innovazione digitale e infrastrutture. Sono questi i tre pilastri dai quali ripartire per l'ex ministro Elsa Fornero, ieri ospite dell'associazione culturale La Semina di Merate. La professoressa ha analizzato il difficile contesto economico-politico del nostro Paese che, per la seconda volta in poco più di dieci anni, si trova ad affrontare una dura crisi economica.
"L'Italia attraversa una fase critica da molto tempo. La nostra è una società in decrescita da anni, a prescindere dal Covid - ha esordito - Ci sono molti segni di quello che possiamo tranquillamente chiamare declino, un declino che ha carattere strutturale e che risale agli anni 90".
L'ex ministro Elsa Fornero
Sono due i fattori che non hanno permesso lo sviluppo dell'Italia. Se da un lato non siamo riusciti ad investire sul nostro futuro, dall'altro il nostro è un Paese che invecchia. Il declino, per la professoressa, non riguarda dunque solo l'aspetto economico; è qualcosa di complesso che abbraccia anche il sociale e il sistema di valori. "Negli ultimi anni la politica non è stata in grado di progettare il futuro. Ma nessun governo può cambiare un Paese senza l'aiuto dei cittadini."
L'ex ministro del lavoro e delle politiche sociali del governo Monti ha poi menzionato le due ultime crisi affrontate dall'Italia: la crisi del 2008, passata alla storia come la Grande recessione, e quella del 2020 causata dal Covid. Ha però sottolineato il diverso orientamento dell'Unione Europea nell'approcciare quest'ultima situazione. "La crisi di oggi non è come quella degli anni precedenti. Per l'Europa di allora sarebbe stato molto difficile affrontare una crisi da debito con altro debito e si è optato per politiche di austerità. Oggi, invece, l'Europa ha cambiato atteggiamento e ha deciso di mutualizzare il debito (in parte a fondo perduto) che poi verrà distribuito tra i vari paesi".
Elsa Fornero ha però ricordato che i 200 miliardi assegnati al nostro Paese non sono garantiti al 100%. L'Italia deve ancora presentare un piano di investimenti credibile, dettagliato e monitorabile.
Il secondo punto critico, invece, riguarda il percorso di riforme. Il nostro Paese spesso non è in grado di realizzare ciò che promette.
Durante l'incontro si è discusso anche di scuola e di politiche giovanili. "Una buona parte del recovery plan (il Piano nazionale di investimenti e resilienza) dovrebbe essere indirizzato per la scuola". La relatrice ha espresso piena fiducia nei confronti del nuovo ministro dell'Istruzione e ha auspicato una riforma della scuola che traghetti i giovani nel mondo del lavoro. Ha ricordato il ruolo decisivo degli insegnanti; anche se troppo spesso la scuola funziona solo grazie alla buona volontà di alcuni docenti, mentre altri svolgono il loro lavoro in maniera superficiale. In un mondo che cambia molto rapidamente, è necessario investire in una continua formazione. E la scuola deve assumere un ruolo decisivo.
Non sono mancate nel suo intervento alcune stilettate nei confronti di quei partiti colpevoli di aver fomentato l'odio delle persone con politiche populiste. Per cambiare serve l'esempio, ha concluso la professoressa Fornero, e questo deve necessariamente passare anche dai partiti politici, soprattutto in un momento delicato come questo.
B.V.