Merate: gli auguri del Sindaco, alle vittime della pandemia e ai papà per San Giuseppe
Così parlò, o meglio scrisse, il sindaco Massimo Augusto Panzeri.
Caro direttore,
a me sorge l'atroce dubbio che tra te e il primo cittadino di Merate esista un patto segreto: lui le spara e tu le commentI. Il borgomastro ottiene visibilità gratis: "Non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli...", come ebbe a dire Oscar Wilde e ribadito in tempi più recenti Giulio Andreotti. Tu invece, grazie all'abbondante materiale fornito, puoi esibirti in esilaranti fondi che se non fosse che c'è di mezzo la nostra città, risulterebbero a dir poco divertenti.
Ora però, patto sì o patto no, direi che si è passato il segno.
Leggendo la chiusa, come la chiamate voi giornalisti, del comunicato del 19 marzo a firma del sindaco Massimo Augusto Panzeri, non ho potuto trattenermi dal toccarmi... essendo il sottoscritto sia un paziente guarito dal Covid, anche se purtroppo devo ancora fare i conti con qualche strascico della malattia, sia un papà.
In tutto il Paese giovedì sono state ricordate le vittime della Pandemia con celebrazioni e commemorazioni degne di nota. La città di Merate, che purtroppo non è certo stata risparmiata dalla pandemia, quale evento ha organizzato in onore dei caduti di questa assurda malattia? Nulla. O peggio, un "ricordo" postumo esibito dal sindaco che ha tutta l'aria di essere una toppa, peggiore del buco. E pensare che per tutto il giorno non si è parlato d'altro. Addirittura le reti televisive di Stato e private hanno commemorato le vittime del Covid e hanno fatto sentire la loro vicinanza ai famigliari.
La Giunta di Merate invece nulla, bandiere a mezz'asta e via andare. A onor del vero mi risulta che la chat di whatsapp a cui fanno riferimento gli esponenti di maggioranza del centrodestra che sostengono il sindaco leghista, verso l'imbrunire, quando ormai era evidente che nessuno a Palazzo avrebbe battuto un colpo, sia diventata rovente. Ma niente di più.
Mi spiace, ma chi assiste in silenzio e senza battere un colpo e tantomeno i pugni sul tavolo della Giunta, ne diventa complice. Quindi i vari Procopio, Casaletto, Maggioni e Robbiani dovrebbero decidere da che parte stare. Se condividono dovrebbero dirlo apertamente, in caso contrario dovrebbero prendere posizione. Anche solo a titolo personale.
Quello che più mi fa incazzare (se non si può dire caro direttore sostituisci pure il termine con "arrabbiare") è che il "Nostro" non si renda conto che a chi è morto di Covid non servono gli auguri, come non servono neppure alle loro famiglie. Chi ha purtroppo dovuto seppellire un proprio caro, senza poterlo vestire, senza poterlo salutare per l'ultima volta, senza potergli organizzare un funerale degno di tale nome, non sa che farsene degli auguri del sindaco di Merate, sa invece che nulla potrà più essere come prima. Altro che tornare... a una situazione di serenità.
Per chi non c'è più purtroppo non possiamo fare altro che pregare. E avrebbero potuto farlo anche il sindaco di Merate con il prevosto o un altro prete, con una sobria cerimonia in piazza o al cimitero. Sarebbe stato un modo dignitoso per onorare chi non c'è più e offrire un po' di conforto a chi è invece rimasto a convivere con il dolore.
Certo forse non ci si poteva aspettare che un "ricordo" postumo da chi in occasione dei funerali dell'ex prevosto di Merate aveva dichiarato il lutto cittadino, mentre in piazza si svolgeva regolarmente la Festa del Cioccolato.
Caro sindaco accetto volentieri gli auguri come papà e contraccambio di cuore, visto che anche lei è un padre di famiglia.
Le auguro anche di poter ritrovare "una situazione di serenità".
Ma l'augurio più profondo lo rivolgo alla città di Merate, affinché possa ritrovare presto "una situazione di normalità".