Merate: la fontana al Vedù è 'sconosciuta' alla soprintendenza. Cambia va all'attacco

Nessuna comunicazione alla Soprintendenza che, così, chiede al comune l'invio della documentazione per valutare la compatibilità paesaggistica della fontana neoclassica installata nel parco urbano in località Vedù.

A portare alla luce l'accaduto è il gruppo di minoranza Cambia Merate che, pur apprezzando lo sforzo del privato di "abbellire" una parte della città e farsene carico a beneficio di tutti, contesta all'amministrazione anzitutto di non avere portato la discussione di tale intervento in commissione ambiente e territorio, e poi di non avere trasmesso gli atti agli enti di competenza. "Un bel pasticcio" così lo definisce Cambia.
Oltre a tutto ciò la proposta di intitolare il parco alla mamma di Silvio Berlusconi, non ha riscosso l'apprezzamento delgruppo guidato da Aldo Castelli che, infatti, ritiene, senza entrare nel dettaglio dei meriti delle persone, che il manufatto debba prendere il nome di qualche personalità che si è distinta per il suo legame col territorio.

FONTANA NON AUTORIZZATA DALLA SOPRINTENDENZA E TOPONOMASTICA FANTASIOSA, CHE PASTICCIO IN VIA ALLENDE

Il parco recentemente realizzato da una società in Via Allende, tra Villa Cornaggia e gli edifici contemporanei, costituisce un indubbio elemento di valore per la nostra comunità, cui va il riconoscimento per chi ne ha permesso la realizzazione. L'ulteriore volontà di abbellire l'area pubblica con una fontana in marmo di stampo neoclassico, pur con le legittime riserve che ciascuno può nutrire nei riguardi degli stereotipi settecenteschi, può essere apprezzabile, ma non si devono dimenticare due fondamentali aspetti. Il primo: di un intervento simile se ne discute nelle sedi opportune, (la Commissione Ambiente e Territorio del Comune di Merate, in primis) non nella sola stanza della Giunta. Il secondo: il vincolo paesaggistico che incide su tutto il territorio comunale impone che la Soprintendenza valuti l'impatto dell'opera. E, anche qui, l'attuale Amministrazione fa da sé e neppure trasmette gli atti, come dovrebbe. Scopriamo infatti dalla Soprintendenza, che aveva vagliato il progetto del parco, che neppure era stata informata dell'installazione della fontana e per questo ha scritto al Comune di Merate, richiedendo l'invio della documentazione per valutare la compatibilità paesaggistica dell'opera marmorea. Un bel pasticcio. Apprendiamo infine della volontà, sostenuta dalla Giunta, di intitolare tali opere alla memoria di Rosa Bossi, madre di Silvio Berlusconi, che per il tramite di propria società avrebbe acquistato le ville contemporanee di via Allende nonché realizzato il parco e la fontana. Ebbene, pur riconoscendo il grande impatto estetico e il significato ambientale del giardino, di cui Merate potrà godere, financo, all'esito - seppure tardivo - dell'eventuale parere favorevole della Soprintendenza, il valore che la fontana potrà apportare all'area, riteniamo che tutto ciò non consenta di disattendere i principi ispiratori che governano le intitolazioni, come la proposta, corroborata dalla Giunta, pare invece voler fare. Senza in alcun modo voler mancare di rispetto alla memoria dei defunti ed entrare nel merito delle esperienze di vita di chi è stato proposto, siamo certi che l'intitolazione toponomastica (o di singoli beni del patrimonio comunale) debba privilegiare personalità che si siano espresse in vita in modalità tali da rendere particolare lustro nei diversi settori di attività, siano essi quello della scienza e della tecnica, delle arti, della cultura, dello sport o sociale e, possibilmente, abbiano maturato un rapporto intrinseco con la con la nostra comunità. Riteniamo pertanto di chiedere all'Amministrazione di rimeditare il fantasioso orientamento espresso sul punto, considerando l'intitolazione a personalità di chiara fama, preferendo donne che abbiano manifestato un legame con il territorio.

Aldo Castelli, Gino del Boca,
Patrizia Riva, Alessandro Pozzi, Roberto Perego
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