Airuno: assolto dall'accusa di perseguitare la ex compagna
È stato assolto dal giudice Maria Chiara Arrighi per insufficienza della prova il marocchino di trent'anni, accusato dalla Procura di Lecco di atti persecutori.
L'uomo era stato denunciato nel 2018 dall'ex moglie e dal nuovo fidanzato di lei. Entrambi si sono presentati in aula quest'oggi per riassumere la vicenda al giudice Arrighi e al Vpo Pietro Bassi.
La donna ha raccontato di essersi separata nel 2018 per maltrattamenti e di aver iniziato una relazione con l'attuale compagno nell'autunno dello stesso anno.
Sin dall'inizio della nuova frequentazione la 30enne, originaria di Airuno, avrebbe ricevuto una serie di telefonate e messaggi dall'imputato su ogni piattaforma immaginabile (sms, facebook, instagram e perfino e-mail) finchè si è trovata costretta a denunciarlo e a bloccare il numero e i profili social. "So dove abitate" le avrebbe scritto lui su whatsapp e "uno di voi due andrà al cimitero" sarebbe stato il contenuto di un messaggio inviato sul profilo di Instagram del nuovo fidanzato della presunta vittima. "Ogni tanto mi manda ancora delle mail o mi chiama da un numero privato. So che si tratta di lui perchè subito prima mi arriva una chiamata dal numero che ho bloccato" ha riferito al giudice la giovane.
Il difensore Mauro Tosoni, nel corso della propria requisitoria, ha chiesto l'assoluzione del proprio assistito per mancanza di prove: gli screenshot delle conversazioni lette in aula sarebbero stati, infatti, estrapolati direttamente dai due denuncianti e non dalle forze dell'ordine. Non vi sarebbe stata inoltre indicazione nè del mittente nè di un riferimento temporale se non un generico "oggi".
L'uomo era stato denunciato nel 2018 dall'ex moglie e dal nuovo fidanzato di lei. Entrambi si sono presentati in aula quest'oggi per riassumere la vicenda al giudice Arrighi e al Vpo Pietro Bassi.
La donna ha raccontato di essersi separata nel 2018 per maltrattamenti e di aver iniziato una relazione con l'attuale compagno nell'autunno dello stesso anno.
Sin dall'inizio della nuova frequentazione la 30enne, originaria di Airuno, avrebbe ricevuto una serie di telefonate e messaggi dall'imputato su ogni piattaforma immaginabile (sms, facebook, instagram e perfino e-mail) finchè si è trovata costretta a denunciarlo e a bloccare il numero e i profili social. "So dove abitate" le avrebbe scritto lui su whatsapp e "uno di voi due andrà al cimitero" sarebbe stato il contenuto di un messaggio inviato sul profilo di Instagram del nuovo fidanzato della presunta vittima. "Ogni tanto mi manda ancora delle mail o mi chiama da un numero privato. So che si tratta di lui perchè subito prima mi arriva una chiamata dal numero che ho bloccato" ha riferito al giudice la giovane.
Il difensore Mauro Tosoni, nel corso della propria requisitoria, ha chiesto l'assoluzione del proprio assistito per mancanza di prove: gli screenshot delle conversazioni lette in aula sarebbero stati, infatti, estrapolati direttamente dai due denuncianti e non dalle forze dell'ordine. Non vi sarebbe stata inoltre indicazione nè del mittente nè di un riferimento temporale se non un generico "oggi".
F.F.