Merate: il ricordo di 'Lolo' nelle parole della sorella Mariella. ''E' un santo non per come è morto ma per come è vissuto"

Ricorda bene quella sera Mariella quando sentendo il marito rispondere al telefono "Che cosa? Lolo è morto?" gli ha strappato la cornetta di mano chiedendo se si trattasse di uno scherzo di carnevale (era infatti il giovedì grasso, ndr). Il figlioletto affidato a una vicina di casa e poi la corsa a perdifiato verso l'ospedale di Busto Arsizio. Un tumulto di pensieri in testa, il cuore che batte all'impazzata, le gambe che tremano e lo stomaco che si chiude fino a quando, varcata la soglia del nosocomio, "l'ho visto uscire dalla sala medicazioni con un sorriso meraviglioso sulle labbra. L'ho baciato ininterrottamente per un'ora sulla fronte come fossi la mamma. Un dolore immenso".

Don Isidoro con mamma Irene, papà Guido, la sorella Mariella e il fratello Giuseppe.
A destra con la mamma e i fratelli il giorno dell'ordinazione (il papà era morto)

Era la sera del 14 febbraio 1991. Don Isidoro Meschi moriva a 46 anni non ancora compiuti per mano di Maurizio Debiaggi, un giovane psicolabile a lui molto legato che aveva vissuto con tristezza e gelosia il trasferimento di don Lolo, e che era morto poi due mesi dopo l'assassinio, soffocato dal cibo nella sua cella del carcere.

Sul luogo dell'omicidio un mazzo di fiori e un cero. Nella foto Maurizio Debiaggi

"Quando mons. Livetti mi chiamò per dirmi che Maurizio era morto" ricorda la sorella "sono voluta andare anche io all'obitorio. Era stato messo nel medesimo punto dove era stato riposto mesi prima don Isidoro. Davanti al corpo di Debiaggi i miei occhi non riuscivano a staccarsi dalle sue mani, ricoperte dal lenzuolo appoggiato su di lui, quelle mani che in un gesto inconsulto avevano sferrato la coltellata a mio fratello". Due i fendenti che avevano raggiunto il sacerdote: quello mortale alla punta del cuore e un secondo, che era stato però "scoperto" solo leggendo l'autopsia. C'erano infatti poche macchie di sangue, principalmente sulla schiena segno di una emorragia interna risultata fatale. Nessuna rabbia né rancore verso Debiaggi.

Il funerale della basilica di Busto Arsizio che non era riuscita a contenere la folla

"Sono riuscita a consolarmi un poco pensando che quella morte fosse un premio di Dio" racconta ancora Mariella, ricordando lucidamente come fossero oggi quei giorni, lunghissimi, con migliaia di persone a fare visita alla camera ardente, 150 sacerdoti e ben 15mila persone al funerale "lui che era orientato a vivere in modo santo era arrivato a raggiungere il Paradiso con una morte significativa. Mi sono poi immedesimata nel dolore della mamma di quel giovane, che dava sempre le torte a don Lolo, che lo aveva chiamato quella sera per avvertirlo che il figlio aveva brutte intenzioni nei suoi confronti. Penso che per lei debba essere stato un dolore immenso quando ha saputo cosa aveva fatto e come mamma credo davvero che sia meglio essere dalla parte della vittima non dell'assassino".

Isidoro il giorno della Cresima e a destra al ristorante durante la festa per la prima Messa

 

 

Con gli amici il giorno della prima Messa

 

 

Ma chi era Isidoro?
"L'ho amato di un amore infinito, era fantastico" ha ricordato Mariella "dopo la morte della mamma lui e Peppino, l'altro nostro fratello, venivano a casa mia la sera per la cena e avevamo un legame strettissimo. Era schivo e riservato, indulgente con tutti tranne che con se stesso. Non ci ha mai fatto prediche, ma ci diceva sempre di usare la testa. Lui voleva diventare santo e fin da piccolo passava le ore in chiesa, la sua è stata una vita di sacrifici. Anche se eravamo una famiglia agiata, lui non si concedeva nulla. Lui è un santo non per come è morto ma per come è vissuto".
Nel 2013 il cardinale Angelo Scola aveva dato il nulla osta affinchè si proseguisse per la fase preparatoria, con la raccolta di documenti e testimonianze, per la causa di beatificazione, tramite l'associazione Amici di don Isidoro ma al momento non si sa a che punto sia questo iter.
Secondo la sorella i veri miracoli don Lolo li ha fatti esercitando il suo ministero. "Era disponibile sempre. Era un grande confessore ma soprattutto un grande convertitore".
La salma di don Isidoro è sepolta nel cimitero di Busto Arsizio assieme ai sacerdoti della città.

Foto tratte dal libro "Don Isidoro Meschi - Un prete felice" di Cristina Tessaro
S.V.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.