La Valletta: Antonello Riva il "Nembo Kid" del basket è ora cittadino onorario di Cantù

Rovagnate gli diede i natali, Cantù fu l’origine della sua epopea. A pochi giorni dal suo 59simo compleanno, in occasione della Festa patronale di Sant’Apollonia, il campione della pallacanestro Antonello Riva, residente ancora a La Valletta Brianza, ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Cantù. La cerimonia si è svolta al Teatro San Teodoro, martedì 9 febbraio, introdotta dall’esecuzione del Preludio della Suite n.1 di Bach, “uno dei brani che rappresenta la perfezione, l’eccellenza dal punto di vista della scrittura musicale. È un modo per omaggiare le persone che hanno raggiunto l’apice nei rispettivi campi” ha spiegato il Maestro di violino Giorgio Molteni.

Ad accompagnare sul palco l’ex giocatore in maglia numero 12, che tanti successi personali e di squadra ha inanellato nelle sue 25 stagioni in Serie A, c’era Pierluigi Marzorati, presente in qualità di presidente dell’Associazione Benemeriti, spiritualmente un fratello maggiore per Riva. Insieme sul parquet hanno conquistato lo scudetto dell’annata 1980/1981. Le più grandi soddisfazioni per cui sono stati osannati dai tifosi canturini sono state le due Coppe dei Campioni per due stagioni consecutive, che a inizio anni Ottanta hanno consacrato Cantù come la regina d’Europa. La prima agguantata nella primavera del 1982 a Colonia contro il Maccabi Tel Aviv per 86-80. L’altra, l’anno successivo, a Grenoble contro gli avversari di sempre del Billy Milano, per un solo punto: 69-68. La coppia Marzorati-Riva ha inoltre consegnato alla piazza del basket brianzolo 3 Coppe delle Coppe (1977/1978,1978/1979 e 1980/1981) e 1 Coppa Intercontinentale (1982).



L'assessore allo Sport Antonella Colzani, Antonello Riva, la sindaca Alice Galbiati

Antonello Riva vanta record personali rimasti ad oggi ancora imbattuti. È primo incontrastato per punti segnati in Serie A, 14.397. Con le sue 797 presenze guida la classifica di minutaggio complessivo, 23.269 minuti. Un giocatore da guinness anche in maglia azzurra, con cui ha vinto un oro e un argento agli Europei. È il miglior realizzatore di tutti i tempi della Nazionale con 3.785 punti e detiene il record di punti in una sola partita (46).

E pensare che tutto era cominciato sul campo dell’ARS Rovagnate, quando un giovanissimo Antonello Riva esordì nel mondo della palla a spicchi con i Giochi della Gioventù. Poi nella stagione 1975/1976 vinse il campionato di prima divisione, facendosi notare nelle fasi finali a Como. “Sostituì un titolare infortunato e ne approfittò segnando 16 punti” ricorda un suo compagno di squadra di allora, Angelo Crippa, oggi dirigente dell’ARS Rovagnate. La società biancoblu gli puntò gli occhi addosso e così a 14 anni entrò nel vivaio giovanile canturino, acquistato in cambio di un vecchio pulmino per l’oratorio. Nembo Kid – questo il soprannome che gli fu affibbiato a Cantù per il suo talento promettente – ha ricordato quella fase della sua vita alla cerimonia dell’altro giorno.



La sindaca Alice Galbiati con Pierluigi Marzorati

“Vengo da un paesino qua vicino, Rovagnate, che dista a pochi chilometri – queste le prime parole emozionate di Riva – ma in qualche modo mi sono sempre sentito canturino perché ci sono arrivato nel ’76, avevo 14 anni ed ero poco più che un ragazzino. Poi nell’89, quando per qualche anno mi sono allontanato, ero già sposato con due figli. Da ragazzino sono diventato un uomo qui. Mi sono sempre sentito accolto come in famiglia. Non ho avvertito il passaggio dal paesino alla città. Mi sentivo nello stesso ambiente”.

Il contatto con la sua terra d’origine non l’ha mai perso, anche mentre macinava punti su punti, vittorie su vittorie, con il club di Cantù. “Il lunedì era giorno di riposo per Cantù, ma Riva veniva ad allenarsi con noi alla palestra della scuola media di Rovagnate. D’estate ogni tanto lo si vedeva anche al campetto all’aperto a fare due tiri – ricorda ancora Angelo Crippa, memoria storica dell’ARS Rovagnate – Provo solo un po’ di rammarico perché non siamo riusciti a mantenere un rapporto solido con la nostra società per far crescere il settore giovanile. Del resto è un professionista molto impegnato”.

L’onorificenza della cittadinanza onoraria corona le attestazioni di riconoscenza della comunità canturina, nonostante la Pallacanestro Cantù non abbia mai issato in cima al Palasport Pianella la sua maglia numero 12. Troppo forte era stato il trauma del “tradimento” del 1989, quando Riva lasciò momentaneamente Cantù per l’acerrima rivale, la Philips Milano, con cui vinse 1 Coppa Korac. Le uniche due maglie biancoblu ritirate rimangono quella di Pierluigi Marzorati, playmaker di indiscussa intelligenza cestistica che ha regalato ai tifosi diversi titoli fin dagli anni Settanta, e quella del giovane Chicco Ravaglia, morto prematuramente in un incidente stradale.

È stato Pierluigi Marzorati a leggere le motivazioni per le quali Nembo Kid ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Cantù: “Per aver contribuito con dedizione, professionalità e correttezza a tenere alto il nome della Pallacanestro Cantù nel mondo. Riva è stato in assoluto il fuoriclasse più produttivo in attacco con 3.785 punti messi a segno con la maglia della Nazionale italiana e, sottolineo, con 46 punti in una partita, che è il record in vigore. Ricordato dai compagni di squadra e da tutta la tifoseria canturina come il prototipo del tiratore perfetto. Un vero gigante del basket, che è stato fondamentale nelle due vittorie di Coppa dei Campioni, massimo trofeo europeo”.
Marco Pessina
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