Finisce l’inverno tra delusioni e fallimenti
L’ondata di piena sembra sia passata. I sistemi di allarme entrano in funzione sempre meno e le chat aperte dai cittadini fino a ieri surriscaldate ora si stanno via via raffreddando. Insomma l’assalto alle nostre abitazioni, in particolare quelle delle frazioni di Sartirana, Cassina e Pagnano ma anche quelle di Olgiate, Calco ecc. pare in netta diminuzione. Saremo sconfessati già domattina ma crediamo di poter dire che l’azione avviata con grande risolutezza – ben tre sedute del Comitato per l’ordine e la sicurezza in un solo mese – dal neo prefetto di Lecco dottor Castrese De Rosa abbia dato i risultati sperati. E del resto l’impressione che il territorio sia – finalmente – più presidiato trova conferma nei passaggi frequenti anche di mezzi della Polizia di Stato e dell’Anticrimine, in un coordinamento che deve il suo successo al tavolo aperto in Prefettura.
Ma se si intravvede la fine dell’incubo è merito di una nuova strategia di controllo non di risultati da parte dell’intelligence locale. Per quanto si può sapere non risultano arresti né si ha notizia di operazioni mirate al contenimento della malavita. Se essa fa meno paura non è per il contrattacco auspicato ma per una maggiore azione preventiva a scopo deterrenza. E questo non è incoraggiante perché dopo l’estate tornerà l’autunno.
Del resto, ci sia consentita una digressione personale, neppure noi a distanza di 120 giorni dalla distruzione di due autovetture, evidente azione intimidatoria, abbiamo nozione di qualche risultato. Anzi non sappiamo proprio nulla in quanto da allora a oggi nessuno degli “investigatori” si è fatto vivo. Anche per una banale dimostrazione di solidarietà.
Da una delusione all’altra. Passiamo alla politica cittadina. Settembre, data ultima pronunciata dall’assessore Giuseppe Procopio per il deal con la proprietà dello stagno di San Rocco, è passato da un pezzo. Ma nulla è cambiato. Lo stagno versa in condizioni vergognose.
Di pari passo, sempre in tema di promesse sospese, il processo di rimboschimento della città, fiore all’occhiello dell’assessore Andrea Ambrogio Robbiani, viaggia all’incontrario. Nel senso che si ha notizia solo di nuovi e intemerati abbattimenti di piante, vedi le ultime attorno al lago di Sartirana. Ma di nuove messe a dimora ancora neanche l’ombra.
Inizia un nuovo anno e pure le notizie sul fronte socio-sanitario restano cupe. Retesalute attende di conoscere il proprio destino che pare essere la messa in liquidazione volontaria. Al termine della quale l’azienda pubblica che eroga servizi alla persona potrebbe anche abbassare la saracinesca, sancendo il fallimento della classe dirigente al potere. Il presidio Mandic non entra neppure nelle agende delle autorità locali. Spogliato di molti servizi, con una chirurgia al palo, la pediatria aperta per3-4 letti, la psichiatria chiusa, le sale operatorie attive a singhiozzo per mancanza di anestesisti, il nostro presidio attira sempre meno pazienti, anche a causa della decisamente migliore, più ampia e meglio comunicata offerta dell’ospedale di Vimercate.
Insomma, il nuovo anno è iniziato ma le questioni più scottanti ereditate dal 2020 sono ancora senza soluzione. Il silenzio del Palazzo è inquietante. Il 14 cade il trentesimo anniversario della morte violenta del concittadino don Isidoro Meschi. Ma gli assessorati competenti sembrano non essersene accorti. A oggi non si ha notizia di una qualche iniziativa (a parte la funzione religiosa di domenica mattina).
L’inverno ormai quasi al termine sarà ricordato soltanto per il clamoroso fallimento del piano neve. Non resta che attendere la primavera e con essa il risveglio dell’attività amministrativa. Sempreché non provveda la giustizia a bloccarla del tutto.
Claudio Brambilla