Il broker scappa con 500mila € di Vallelonga, il consulente taglieggiato per 1 mil. e minacciato di morte a Casatenovo

Un contesto di illegalità con reati di stampo mafioso contestati all'associazione a delinquere, dove si collocano episodi di estorsione ed usura particolarmente violenti, culminati con minacce di morte tramite l'uso della forza e delle armi.
Qui si inserisce il racconto di una vittima, taglieggiata (in base al racconto fornito agli inquirenti e agli atti) da Vallelonga per una operazione finanziaria non andata a buon fine.
Si era appoggiato a un broker di Genova, già conosciuto, per portare a termine un'operazione finanziaria da 500mila euro che gli era stata richiesta da due soggetti, A.A. e P. R.
Peccato che il broker, dopo avere proposto l'acquisizione di una società estera con sede a Praga, la "Pitagora Finance s.e.", si era volatilizzato con i soldi.

Col cerino in mano, in particolare con 500mila euro da restituire, lievitati a 700mila e infine a un milione di euro, era rimasto R.R. diventato vittima di estorsione da parte di Cosimo Vallelonga e Vincenzo Marchio, il primo reale finanziatore dell'operazione, che aveva dato i soldi ad A.A. e P. R., ad un tasso di interesse mensile del 12% e tenendo a garanzia alcuni immobili.

Nonostante i tentativi di rintracciare il broker genovese, di lui si erano perse completamente le tracce e R.R. si era trovato con l'ingente somma da restituire.

A metà del mese di agosto 2017 R.R. era stato convocato da Vallelonga e Marchio in un capannone di Casatenovo in via della Misericordia e qui minacciato di morte con un'arma semiautomatica provvista di silenziatore che Vallelonga aveva impugna dopo averla ricevuta dal sodale che a sua volta l'aveva prelevata da sotto il sedile di un muletto, avvolta in uno straccio, puntandola alla testa, all'altezza della bocca.

"Venivo fatto entrare nel capannone che, fatta salva la presenza di tre sedie e un muletto si presentava vuoto e venivo invitato dal Vallelonga a sedermi su una delle tre sedie mentre lo stesso si posizionava sulla sedia di fronte ... si dimostrava a conoscenza dell'accaduto con l'investimento, con fare particolarmente aggressivo mi diceva di pretendere da me la restituzione del capitale e degli interessi che erano stati oggetto dell'investimento stesso per un totale di 700mila euro".

 

Vallelonga dava tempo fino al trenta settembre per recuperare la somma altrimenti lo avrebbe "caricato nel baule della macchina e fatto sparire".

Dopo la prima minaccia nel capannone, c'era stato un secondo incontro tra R.R. e Vallelonga per un aggiornamento sullo stato del recupero del denaro. Il 30 dicembre 2017 Vallelonga incontrava nuovamente R.R. dicendogli di "aver pronta la borsa dei ferri" e "di non avere problemi a tirarla fuori".

La data per la consegna e la risoluzione del prestito era stata stabilita nel 7 febbraio ma R.R., non disponendo nella somma, e temendo per la propria incolumità decideva di presentarsi in questura a Bergamo e sporgere denuncia, raccontando l'accaduto.

Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.