Operazione ''Cardine – Metal Money'': smantellato sodalizio mafioso dedito al traffico di rifiuti, riciclaggio di denaro, usura. Coinvolti soggetti di Calolzio, Mandello, Valmadrera, Brivio, La Valletta

La complessa attività investigativa denominata "Cardine - Metal Money" coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Milano e portata a compimento dal GICO di Milano, dalla Guardia di Finanza di Lecco e dalla Squadra mobile della questura lariana, ha permesso di smantellare un sodalizio mafioso operante in provincia e che aveva a capo Cosimo Vallelonga, soggetto già noto, ritenuto (secondo l'impianto accusatorio tutto ancora da dimostrare) esponente di spicco della 'ndrangheta lombarda. Già condannato per il 416bis, nell'ambito delle operazioni "La notte dei fiori di San Vito" di metà anni Novanta e "Infinito" del 2010, terminato di scontare la pena si era subito rimesso "al lavoro".

Aveva infatti ripreso i contatti con i delinquenti del sodalizio mafioso, dandogli nuova linfa e al tempo stesso agendo in autonomia, portando avanti traffici illeciti utilizzando il suo ufficio posto all'interno del negozio "Arredo Mania" di La Valletta brianza. Qui, infatti, riceveva
esponenti della 'ndrangheta per stabilire nuovi piani, dirimere controversi, concordare strategie per eludere i controlli dell'autorità giudiziaria. Tra coloro che si affaccendavano presso gli uffici di La valletta brianza c'erano anche imprenditori che chiedevano aiuti economici, che si trasformavano in prestiti a tassi usurai o che concordavano re-investimenti di proventi di attività illecite nell'economia invece legale.

Il vicequestore aggiunto Danilo di Laura comandante della Squadra Mobile di Lecco


Strettamente legati a Vallelonga e ritenuti affiliati al sodalizio mafioso sono stati individuati Vincenzo Marchio, figlio di Pierino (già condannato per l'operazione Oversize quale membro di spicco della 'ndrangheta di Lecco, facente capo alla famiglia dei Coco Trovato) e un altro personaggio, uomo di fiducia di Cosimo Vallelonga, deputato alle attività di recupero crediti attuate anche con modalità violente ed intimidatorie.
Vallelonga con gli altri indagati destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare (18 in totale, di cui dieci in carcere e otto ai domiciliari) aveva costituito e organizzato, secondo gli inquirenti, un'associazione dedita ad un imponente traffico illecito di rifiuti, posta in essere con imprese operanti nel settore del commercio di metalli ferrosi e non, con illecita movimentazione di oltre 10mila tonnellate di scarti (tramite alterazione dei documenti di trasporto e dei formulari di identificazione dei rifiuti), attuata anche con l'utilizzo di una fitta rete di società cartiere, che hanno annotato fatture false per circa 7 milioni di euro.


https://youtu.be/9NQ7KSJw8ng

Il denaro necessario per gli acquisti "in nero" del materiale ferroso proveniva da provviste su conti correnti intestati a prestanome e prelevate quotidianamente presso sportelli bancari e postali, per un totale di 30 milioni di euro in tre anni.
Nel corso dell'attività è stato sottoposto a sequestro anche un pericoloso carico di rifiuti radioattivi con 16 tonnellate di rame trinciato, proveniente dalla bergamasca, intercettato dalla polizia stradale di Brescia nel maggio 2018.

Gli accertamenti posti in essere hanno permesso di riscontrare come i proventi illeciti fossero stati riciclati oltre che a diretto beneficio dei sodali anche per la costituzione di nuove attività imprenditoriali operanti nel commercio di autovetture e nella ristorazione nonchè nella gestione di rifiuti e impiegati quale provvista di denaro da utilizzare per erogare abusivamente finanziamenti con tassi da strozzino, per un ammontare superiore al milione di euro.


Sono almeno 8 le vittime di episodi di usura che le attività investigative hanno consentito di acclarare. Principalmente imprenditori lombardi in difficoltà economica cui, complessivamente sono stati erogati 750mila euro con tassi di interesse fino al 40% annuo. Il sodalizio per il recupero dei soldi metteva in essere condotte violente arrivando alle minacce di morte con l'utilizzo di armi da fuoco.

Le operazioni si sono svolte contemporaneamente in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna e hanno portato all'esecuzione di sequestro preventivo per oltre 120mila euro e delle quote di società utilizzate per le attività illecite. Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti beni di valore e armi illegalmente detenute.

Ai soggetti interessati dalle misure restrittive sono contestati a vario titolo reati quali associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode fiscale, autoriciclagggio, usura ed estorsione.

In particolare a Cosimo Vallelonga e a Vincenzo Marchio è contestata l'associazione di stampo mafioso.

In carcere sono finiti Cosimo Vallelonga (classe 1948 di La Valletta), Danilo Monti (classe 1991 di Valmadrera, già in carcere per un omicidio in Calabria), Vincenzo Marchio (classe 1983 di Calolziocorte, figlio di Pierino), Luciano Mannarino (classe 1989 di Brivio), Alessandro Malacorda (classe 1985 di Calolziocorte), Vincenzo Pace (classe 1998 di Calolziocorte), Claudio Gentile (classe 1983), Fabrizio Motta (classe 1976), Benedetto Parisi (classe 1970 di Mandello), Paolo Valsecchi (classe 1960 di Calolziocorte).

Ai domiciliari si trovano Santo Parisi (classe 1944), Jennifer Buonavoglia (classe 1984 della provincia di Bergamo), Claudio Bissola (classe 1982 della provincia di Bergamo), Clara Ferrari (classe 1973 della provincia di Bergamo), Vincenzo Geroldi (classe 1974 della provincia di Brescia), Roberto Novelli (classe 1969 della provincia di Bergamo), Marco Ricci (classe 1962 della provincia di Bergamo), Michele Leone (classe 1985 della provincia di Monza).

 

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