Caso Gilardi: ecco chi sono i 7 indagati, a loro carico formulate nuove contestazioni

Le indagini portate avanti dal legale di parte civile Stefano Pelizzari hanno consentito di estendere il quadro accusatorio a carico di sette soggetti - tutti stranieri - tacciati di "circonvenzione di incapace" in riferimento al professor Carlo Gilardi, il 90enne airunese al centro da mesi di un caso mediatico prima ancora che giudiziario.
Il fascicolo, come si ricorderà, era passato di mano tra tre magistrati: aperto dal sostituto procuratore Silvia Zannini, era stato ereditato poi, dopo il suo trasferimento, nel 2019, dal Capo Antonio Angelo Chiappani ed infine atterrato sulla scrivania del dr. Andrea Figoni. Questa mattina su istanza dell'avvocato Pelizzari, nominato dall'amministratore di sostegno Elena Barra per rappresentare l'anziana supposta persona offesa, il Pm ha provveduto a integrare il capo d'imputazione.
Brahim El Mazuory
Rimasto quello il reato per il quale procedere, il penalista ha chiesto e ottenuto l'aggiunta tra le contestazioni di circostanze nuove, evinte dall'escussione di persone informate sui fatti, che completano e aggravano quelle già ricostruite dalla Procura. Un grattacapo in più per alcuni dei sette imputati ovvero l'ormai noto "badante" Brahim El Mazuory, marocchino, classe 1984 con casa a Brivio rappresentato dall'avvocato Pistolatto del Foro di Firenze nonchè i suoi connazionali Ameur Rougui (classe 1972) e Abdelmalak Rougui (classe 1982) entrambi residenti a Airuno in un immobile riconducibile a Gilardi così come l'algerino Hichem Horroun (classe 1977). In paese - ma in un'altra abitazione del professore ai piedi del Municipio - vive invece Abdellaatif Ben Mustapha Hamrouni, tunisino, classe 1969. Stesse origini per Khalifa Mejbri, classe 1982, di Terno d'Isola. Si torna a Brivio - o meglio a Beverate - infine con Nedal Abushunar, classe 1973, con natali non nella zona del Maghreb come gli altri bensì in Israele, già "noto" in Tribunale, tra le altre cose anche per essere stato processato (e poi assolto) per una lettera contenente minacce di morte recapitata nel 2011 all'allora assessore ai servizi sociali del Comune di Olgiate Ambrogio - Gino - Sala. Per conoscere il loro destino giudiziario dovranno attendere il ritorno in Aula, calendarizzato per il prossimo 27 aprile, dopo l'incidente probatorio autorizzato quest'oggi. Il 15 febbraio direttamente agli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi dove è ricoverato dallo scorso ottobre, Gilardi verrà infatti escusso dal GUP Salvatore Catalano, avendo così la possibilità di fornire la propria versione circa le accuse formulate in capo ai sette indagati e dunque sul contesto in cui si sono concretizzate le elargizioni in loro favore finite sotto la lente degli inquirenti.
Si valuterà probabilmente a seguire l'eventuale necessità di una nuova perizia psichiatrica, dopo il rigetto della richiesta avanzata dall'avvocato Artusi - per la difesa di parte degli imputati - prima della seduta odierna, motivata dal giudice con una pluralità di giudizi già espressi in altri momenti, con riferimento dunque alle consulenze di parte richieste dalla stesso professore (che attesterebbero la sua capacità di intendere e volere) e, di contro, la CTU chiesta dal giudice tutelare (dalla quale emergono invece disturbi patologici, posti con altre considerazioni anche alla base della scelta di trasferire l'uomo in una ambiente di maggiore tutela come una Rsa).
Se l'avvocato Pelizzari quest'oggi ha fatto la sua (prima) mossa, nel proseguo ci si aspetta quelle delle altri parti. Prima dell'ultima parola che spetterà ovviamente al giudice.

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