Merate: chiusi o aperti? Cecilia, titolare di un asilo per cani, racconta il suo 'calvario'

Per gestire una situazione già di per sé complicata come quella di organizzare la propria attività - per altro appena avviata - in tempo di Covid, di certo ciò che non aiuta sono confusione e informazioni poco precise. Sono tante le realtà colpite dalla crisi economica che la pandemia ha provocato, e probabilmente le strutture che lavorano con gli animali domestici non sono state tra quelle che ne hanno maggiormente risentito.
Cecilia Sala, titolare dell'asilo per cani ''Gli Amici di Ceci'' di via Puecher a Merate, ci ha raccontato però quanto sia stato difficile destreggiarsi per tenere aperta l'attività tra continui cambi di colore (e l'ultima settimana di zona rossa in Lombardia ha davvero dell'incredibile, essendo arrivata per errore) e disposizioni mai così chiare che lasciano troppo spazio alle interpretazioni personali.



Cecilia Sala e Goldrake

''Ammetto che nella sfortuna non siamo stati tra i più sfortunati'' ha spiegato la titolare dell'asilo per quattrozampe. ''Però specie nell'ultima settimana, mi sono ritrovata in preda allo sconforto più totale quando ho provato a capire se potevo rimanere aperta o meno, senza trovare nessuno che riuscisse darmi una risposta certa. La mia attività è un po' particolare e ha un codice ateco che non rientrava tra le attività che potevano rimanere aperte in zona rossa, tralasciando il fatto che come accade anche per le toelettature è una chiusura poco sensata non avendo noi operatori particolari contatti con i padroni dei cani, che incrociamo solo all'ingresso esterno con tutte le dovute precauzioni. I miei dubbi erano iniziati quando erano uscite le faq del Governo dove in un punto veniva spiegato che i servizi di dog sitting erano consentiti."


"Molti clienti hanno iniziato a contattarmi dicendomi che potevo rimanere aperta. Così ho cercato anche io di capire cosa si poteva fare. Ho provato a chiamare il numero del Ministero che mi ha però indirizzato a quello regionale, rivelatosi alla fine il recapito per chi ha contratto il Covid. Così ho ricontattato il numero ministeriale e mi è stato letteralmente chiuso il telefono in faccia. Ho riprovato e con un'operatrice sono stata in linea una ventina di minuti, ricavandone solo una sua interpretazione per la quale non avrei potuto aprire. Il punto è che il dog sitting è assimilato ad una sorta di collaborazione domestica, che è concessa, mentre io avendo la mia struttura non offro questo servizio. Ho provato con la Prefettura senza successo e con gli uffici comunali di Merate che ho trovato davvero gentili e preparati ma anche loro non si sono voluti sbilanciare. Alla fine, dopo aver contattato una collega che svolge la stessa attività, abbiamo convenuto che non era possibile riaprire finchè si era in zona rossa. La situazione è stata molto frustrante''.

Probabilmente, come aggiunto da Cecilia Sala, se la sua fosse un'attività già consolidata le problematiche sarebbero più attutite. ''Ho avuto l'autorizzazione per aprire ad inizio dello scorso marzo, due giorni prima del lockdown'' ha spiegato. ''In pratica, ho aperto rimanendo chiusa. A maggio ho potuto finalmente partire, ma i problemi si sono ripresentati a novembre con le nuove limitazioni. Le attività che di solito si fanno come openday e corsi in presenza non sono riuscita praticamente a tenerne, salvo qualche lezione a settembre. Dall'oggi al domani mi sono ritrovata a dover richiudere, con i clienti che mi chiamavano davvero preoccupati perchè non sapevano come fare. Il problema è che i cani hanno bisogno di una certa routine e quando frequentano l'asilo devono seguire anche un inserimento. Quando tornano dopo un lungo periodo di stop è tutto da rifare. Così è molto difficile andare avanti''.
A.S.
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