Merate, Enpa: nel 2020 106 i gatti adottati, grazie all'operato di instancabili volontari


Instancabili e silenziosi, nel difficile anno appena trascorso i volontari della sezione meratese dell'ENPA - Ente Nazionale Protezione Animali - hanno portato avanti la loro attività, vivendo una vera emergenza nell'emergenza. A presentare un bilancio di questo 2020 particolarmente complicato è stato Alessandro Vimercati, uno dei responsabili del gruppo che si occupa, insieme ad una quindicina di altri volontari, di portare avanti vari progetti. L'ENPA, infatti, è tra le altre cose impegnata a monitorare la presenza di gatti sul territorio, che vengono catturati e sterilizzati grazie alla collaborazione di ATS per poi essere reinseriti nelle colonie feline.



Nel 2020, sono stati 218 i gatti del meratese che hanno ricevuto questo trattamento grazie all'operato dei volontari, autorizzati a muoversi sul territorio. "Fortunatamente, la nostra attività è stata bloccata solo nel primo periodo di lockdown, e abbiamo così avuto modo di dare continuità al nostro impegno, intervenendo con regolarità e costanza" ha spiegato Alessandro.



Ad infondere un po' di speranza è il dato relativo alle adozioni: nel 2020, infatti, l'ENPA di Merate ha recuperato 128 gatti ed un coniglio, numero leggermente inferiore alla media annuale che si aggira attorno ai 150. Di questi, ben 106 gatti e 7 cani hanno trovato una nuova famiglia, che ha iniziato a prendersi cura di loro con amore. Tra quelli recuperati, alcuni sono stati ribattezzati i "gatti da Covid": animali, cioè, i cui padroni sono morti a causa del virus, rimanendo nelle mani di parenti che hanno deciso di disfarsene. "Nel periodo di lockdown serrato" ha chiarito Alessandro "abbiamo trovato sei o sette felini che sicuramente erano domestici, già abituati ad avere un contatto umano". In parallelo, non si è fermata la gestione delle situazioni d'emergenza, il recupero, cioè, degli abbandoni di gatti e cucciolate, scovati grazie alle numerose segnalazioni sul territorio.

Ad essere stravolto dalla pandemia è stato poi, ovviamente, il calendario del lavoro dei volontari, i cui turni sono stati ridotti ad una o due persone per volta, onde evitare assembramenti. Anche gli ormai consueti appuntamenti del sabato pomeriggio, giorno in cui l'ENPA meratese apre le sue porte al pubblico per gli incontri e l'avvio del percorso adottivo, sono stati programmati con degli orari molto rigidi e con il rispetto di tutte le misure di protezione come la misurazione della temperatura e la disinfezione delle mani. "Oltre ad un primo colloquio in sede facciamo anche dei pre-affidi, andando a casa delle persone che sono intenzionate ad accogliere con loro un micio, e anche questo abbiamo iniziato a farlo previo appuntamento ed assicurandoci che nelle abitazioni non ci fossero assembramenti".

Il dato nazionale relativo alle adozioni ha mostrato poi un notevole aumento delle richieste, causato probabilmente dalla maggior quantità di tempo che le persone hanno trascorso in casa. Non per questo, i volontari di ENPA non si sono assicurati che l'adozione fosse consapevole: "Abbiamo sempre voluto verificare che ci fosse la volontà solida di iniziare ad accudire un animale" ha puntualizzato il responsabile "e non che una volta trascorso il periodo di lockdown qualcuno si stancasse, magari abbandonandolo".


Le mascherine realizzate dalle volontarie

L'attività di ENPA è stata dunque ben organizzata e mirata, e anche la squadra che si occupa della verifica dei maltrattamenti ha continuato ad operare. Nel 2020 sono stati 152 gli interventi fatti a questo proposito, andando a verificare la situazione e a controllare che tutto sia a norma.
Oltre alle difficoltà logistiche, l'emergenza Covid ha però messo in ginocchio l'associazione da un punto di vista economico. Come gruppo autofinanziato, infatti, l'ENPA ha risentito molto della cancellazione di mercatini ed eventi, da sempre un'occasione per fare un po' d'incassi. A portare un piccolo respiro economico è stata la vendita di mascherine, realizzate da tre volontarie che si sono messe di buzzo buono, cucendole a macchina e promuovendole in sede o tramite i canali social. Un aiuto è giunto anche grazie alla vendita di composizioni di fiori secchi, create da un'altra associata.

Ancora una volta, dunque, l'emergenza Covid ha portato alla luce l'insostituibile ruolo dei volontari, che si impegnano costantemente per dare un futuro migliore agli animali del territorio.
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G.Co.
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