Merate: in un anno +30% degli utenti che si sono rivolti allo sportello della Caritas
In un anno le persone che si sono rivolte al centro Caritas di Merate sono aumentate del 30-40% (rispetto al 2019) e la cifra è destinata a salire nei mesi quando le conseguenze della pandemia diverranno ancora più evidenti e marcate.
Un bilancio che si fonda su storie di povertà e difficoltà, che spesso trovano poi la loro strada di ripartenza mentre altre volte diventano croniche.
Alla Caritas di Merate afferiscono le parrocchie di sant'Ambrogio, santo Stefano di Novate e san Giorgio di Pagnano. Sartirana invece fa a sé. Presidente è il parroco don Luigi Peraboni, coordinatore il signor Angelo Corengia. Una ventina i volontari attivi.
Nel 2020 sono state assistite 40/50 famiglie per una media di 150 persone. Diversamente dal passato italiani e stranieri si equivalgono nelle proporzioni e il maggior disagio emerso con la pandemia è stato la perdita del posto di lavoro con impossibilità a pagare le bollette, a far fronte alla rata del mutuo, in alcuni casi anche ad approvvigionarsi ai beni primari.
Il sodalizio si fonda sugli aiuti che vengono da enti, istituzioni, associazioni ma anche da privati e tra piccoli e grandi contributi riesce a dare una risposta a tutti i bisogni.
“Abbiamo riscontrato una grande sensibilità nella popolazione” ha spiegato Corengia “tanti cittadini si sono presentati allo sportello o tramite la cesta della raccolta viveri in parrocchia e hanno lasciato qualcosa che poi è servito o per fare i pacchi alimentari oppure concretamente per pagare bollette e spese varie. E questo è un segnale importante, perchè la Caritas ha anche una funzione pedagogica e vedere la rispondenza della popolazione è un grande risultato. Nei prossimi mesi crediamo però che la situazione andrà peggiorando: tanti fino ad ora ce l'hanno fatta attingendo alle loro scorte, ma più passa il tempo e più le condizioni di difficoltà che non si risolvono vanno cronicizzandosi”.
Ora la fruizione del centro Caritas è mutata per via delle limitazioni imposte dal Covid. Lo sportello in palazzo Prinetti resta aperto il sabato pomeriggio solo un'ora, dalle 15 alle 16 e i colloqui sono più brevi, onde limitare al massimo i contatti. Resta sempre il filtro che generalmente viene svolto dal centro di ascolto che si occupa di intercettare il tipo di bisogno e di indirizzare poi la persona.
Un bilancio che si fonda su storie di povertà e difficoltà, che spesso trovano poi la loro strada di ripartenza mentre altre volte diventano croniche.
Alla Caritas di Merate afferiscono le parrocchie di sant'Ambrogio, santo Stefano di Novate e san Giorgio di Pagnano. Sartirana invece fa a sé. Presidente è il parroco don Luigi Peraboni, coordinatore il signor Angelo Corengia. Una ventina i volontari attivi.
Nel 2020 sono state assistite 40/50 famiglie per una media di 150 persone. Diversamente dal passato italiani e stranieri si equivalgono nelle proporzioni e il maggior disagio emerso con la pandemia è stato la perdita del posto di lavoro con impossibilità a pagare le bollette, a far fronte alla rata del mutuo, in alcuni casi anche ad approvvigionarsi ai beni primari.
Il sodalizio si fonda sugli aiuti che vengono da enti, istituzioni, associazioni ma anche da privati e tra piccoli e grandi contributi riesce a dare una risposta a tutti i bisogni.
“Abbiamo riscontrato una grande sensibilità nella popolazione” ha spiegato Corengia “tanti cittadini si sono presentati allo sportello o tramite la cesta della raccolta viveri in parrocchia e hanno lasciato qualcosa che poi è servito o per fare i pacchi alimentari oppure concretamente per pagare bollette e spese varie. E questo è un segnale importante, perchè la Caritas ha anche una funzione pedagogica e vedere la rispondenza della popolazione è un grande risultato. Nei prossimi mesi crediamo però che la situazione andrà peggiorando: tanti fino ad ora ce l'hanno fatta attingendo alle loro scorte, ma più passa il tempo e più le condizioni di difficoltà che non si risolvono vanno cronicizzandosi”.
Le piccole e grandi catene di supermercati hanno fatto la loro parte offrendo i punti spesa in cambio di generi alimentari e la “provvidenza” molte volte ci ha messo del suo con aiuti inaspettati che hanno sanato una difficoltà.
Ora la fruizione del centro Caritas è mutata per via delle limitazioni imposte dal Covid. Lo sportello in palazzo Prinetti resta aperto il sabato pomeriggio solo un'ora, dalle 15 alle 16 e i colloqui sono più brevi, onde limitare al massimo i contatti. Resta sempre il filtro che generalmente viene svolto dal centro di ascolto che si occupa di intercettare il tipo di bisogno e di indirizzare poi la persona.
S.V.