LIBRI CHE RIMARRANNO/7: ''Una sorpresa per Euforbia'' di Luigi Ballerini

Era il 25 settembre quando scrivevo a Luigi Ballerini mandandogli la foto di mio figlio che leggeva (per l’ennesima volta!) il secondo romanzo di quelli della pasticciera Euforbia. E lì mi ha detto, in anteprimissima assoluta, che il 12 ottobre sarebbe uscito il terzo, “Una sorpresa per Euforbia”, e una sorpresa graditissima per mio figlio!


E il libro inizia subito, senza preamboli, come un amico che non senti da un po’ di tempo ma con cui il discorso si riallaccia in modo spontaneo. È questo il problema quando prendi il terzo libro di una serie: ma lo posso leggere o devo prima conoscere gli altri due?
Ogni libro è un’opera a sé, e anche “Una sorpresa per Euforbia” vive di questa sua indipendenza, ma è vero che la storia di questa pasticciera dal nome di una pianta – quando incontrerete Luigi, che va volentieri nelle scuole a parlare coi suoi giovani lettori e anche io l’ho invitato più volte con i miei alunni della Primaria quando facevo il preside a Merate, chiedetegli come è nato questo nome: l’aneddoto di lui sulla terrazza a scrivere e di sua moglie docente di lettere è gustoso! -, di questa pasticciera che non è una “tortiera”: fa pasticcini “su misura”, diversi l’uno dall’altro e diversi a seconda delle persone a cui sono destinati, di questa donna forte e gentile, la sua storia – dicevo – risale al primo fortunatissimo romanzo “La signorina Euforbia”, vincitore del Premio Andersen nel 2014.
Nella nostra epoca di show culinari e di chef star dello spettacolo, la signorina che confeziona un vassoietto di “non-abbattiamoci-e-troviamo-una-soluzione” o la torta “non-sarà-perché-ho-il-gesso-che-sarà-una-brutta-estate” è una sorta di anti-eroina (femminile di eroe, non ingrediente per dolci, naturalmente).
E anche Ballerini è un po’ “Euforbio”: anche se scritti per tutti, mi accorgo per esperienza diretta che i suoi libri sembrano sempre pensati per ciascuno, perché sanno parlare quel linguaggio universale in cui ogni lettore sa riconoscersi e trovare sempre quella parola che non “sembra”, ma “è” scritta apposta per lui.
Condivido spesso con Luigi, lui grandissimo io apprendista, l’etichetta di “scrittore per ragazzi”, ed entrambi, insieme con tanti altri nostri amici e colleghi ne meniamo persino vanto, sapendo quanto sia prezioso e delicato scrivere per i ragazzi, quanto attenti siano i lettori giovani, quanto bene – o male – possano fare le nostre parole nelle loro menti.
Ma i libri di Euforbia non sono solo libri per ragazzi: anche noi adulti ci troveremo un gusto particolare, e allora penseremo che siano stati scritti apposta e solo per noi.


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Stefano Motta
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