Lago Sartirana: la Vas sullo studio Idrogea. Tante buone intenzioni ma serve concretezza

Il Piano di Gestione della Riserva del Lago di Sartirana risale a trent’anni fa, mentre il Piano del Sito di Interesse Comunitario al 2010. Sono strumenti programmatori ormai datati, in alcuni punti non concilianti tra loro o con la normativa in materia che si è avvicendata, in altre parti non tengono conto dello stato di fatto. Un anno fa, di questi tempi (il 13 febbraio 2020), il Comune di Merate – in qualità di Ente gestore – manifestò ufficialmente la volontà di predisporre un nuovo Piano. Così a luglio è stato affidato l’incarico professionale alla Idrogea Servizi Srl.

La società varesina in questi mesi ha redatto il “Documento illustrativo dei Contenuti e degli Obiettivi del Piano” e il “Documento di Scoping”. Venerdì 8 gennaio, si è tenuta la prima Conferenza di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) per presentare il lavoro finora svolto e analizzare le 13 osservazioni pervenute. Clima dialogante nella riunione svolta da remoto tra i tecnici, gli Enti territorialmente interessati e il pubblico. L’intenzione è di produrre un Piano Integrato della Riserva che sia il più possibile condiviso con le autorità competenti e i portatori di interesse in modo da arrivare in tempi rapidi – dopo la seconda conferenza di VAS che si terrà presumibilmente ad aprile – alla sua adozione.


La dott.ssa Barbara Raimondi

Il Piano Integrato conterrà gli obiettivi, le linee di indirizzo operative (azioni) e la regolamentazione. L’atto promuoverà la riqualificazione forestale, valutando un possibile ampliamento. Porrà attenzione sulle aree umide, habitat degli anfibi, da ricostituire espandendo la zona residuale a canneto. Prevedrà invece la dismissione delle aree coltivate. Altresì incoraggerà la valutazione dei prati e la loro composizione floristica. Promuoverà l’affidamento della gestione del centro visita esistente ad associazioni di protezione ambientale. Indicherà la necessità di monitorare le specie vegetali e faunistiche e di redigere un Piano di recupero ittico. Incentiverà la misurazione degli apporti di carichi idrici esterni dal sistema degli sfioratori e fossi/scoline dei campi. Armonizzerà la regolamentazione dell’accesso alla Riserva in ottemperanza della Legge istitutiva, definendo la modalità di fruizione compatibile coi valori naturalistici della Riserva, da comunicare con una cartellonistica chiara. A questo proposito, come già introdotto dal Piano della Zona Speciale di Conservazione (ZSC), proporrà la suddivisione perimetrale in due: una parte sottoposta a maggior tutela dell’altra.


Luisella Mauri per il Parco del Curone

“La relazione del Piano integrato è guidata dagli obiettivi contenuti nella delibera istitutiva della Riserva da cui non si può prescindere e dalla natura della Riserva – ha dichiarato la dott.ssa Barbara Raimondi di Idrogea Servizi – Questa è una Riserva parziale di interesse biologico in cui le finalità naturalistiche devono necessariamente integrarsi con le attività dell’uomo”. La biologa ha poi precisato che con il lavoro sin qui svolto sono stati confrontati gli obiettivi dei vigenti Piani con le azioni messe in atto ad oggi. Dall’analisi di questa giustapposizione si dedurrà su cosa puntare.

Diverse osservazioni chiedono di porre in maggior risalto l’opportunità di effettuare il risanamento del Lago mediante asportazione del limo superficiale, alla luce del progetto preliminare del dott. Negri. Lo studio di risanamento del Lago di Sartirana e il progetto operativo di risanamento si muovono parallelamente a questo altro procedimento – ha replicato Raimondi – e dovranno interfacciarsi con questo già avviato, sperando che i due percorsi siano coerenti nelle tempistiche”. Ha anche aggiunto: “La relazione illustrativa di Piano non dice che nel Lago di Sartirana verrà asportato il limo, ma che esistono uno studio di fattibilità e un progetto preliminare che sono al vaglio degli Enti. Il Piano non può dire nulla di diverso”.


Fabrizio Scelsi per Regione Lombardia

A evidenziare l’aspetto dell’asportazione del limo, oltre all’associazione Monte di Brianza, è stato un privato cittadino l’ing. Ernesto Passoni, che ha ulteriormente fatto appello di ripristinare la strumentazione scientifica di monitoraggio non funzionante. “Attualmente ci sono strumentazioni obsolete e prive di unità operativa di controllo – ha riconosciuto la biologa di Idrogea – Si deve capire cosa ha senso tenere e aggiornare. Il Piano farà propria una dotazione minima, ma per qualcosa che sia gestibile, qualcosa che funzioni nella concretezza e nel tempo”. Sempre Passoni ha infine consigliato di predisporre il Piano integrato che faciliti in futuro un suo agile aggiornamento. Punto su cui è stato rassicurato.

Critico il Comitato Civico Ambiente Merate sulla zonizzazione e scongiura il pericolo che si crei una Riserva di serie A e una Riserva di serie B. “La zonizzazione non sarà un punto di partenza – ha sostenuto la dott.ssa Raimondi – Sicuramente dovremo tenere conto di quanto è stato detto nel Piano del 2010, ma dobbiamo ripartire a ritroso. Quello che è inderogabile è quello che è previsto nella Legge istitutiva. La regolamentazione di accesso, le ore, i giorni, la zonizzazione, sono applicazioni che sono state adottate successivamente all’istituzione della Riserva ma possono e devono essere riviste”. Ha infine riconosciuto: “Non possiamo nascondere che il Lago è strettamente connesso con l’urbanizzato e rispetto al quale c’è una consuetudine di utilizzo che non deve, a nostro parere, essere guida nell’attuare la regolamentazione ma dovremo partire dalla legge istitutiva, confrontarci con lo stato attuale e proporre soluzioni differenti rispetto all’utilizzo attuale, magari introducendo nuove percorrenze in altri periodi dell’anno”. Sulla stessa lunghezza d’onda con il Comitato sulla cartellonistica, l’esperta ha mosso un appunto sulla richiesta del divieto di pesca. Una modifica normativa ha sottratto la pesca dal dominio del Piano della Riserva. La pesca può essere normata solo dalla Regione. Raimondi ha sottolineato: “La componente dei pescatori sarà ampiamente coinvolta. Potremo dire delle cose, ma solo in accordo con le associazioni di categoria locali”.



Particolarmente apprezzato il suggerimento di Legambiente di ripristinare la funzione informativa e didattica della casetta in legno all’ingresso della Riserva. Stessa comunanza di intenti con il CROSS Varenna per quanto riguarda la condivisione dei dati di ricerca faunistica in loro possesso e disponibili sulla piattaforma “Ornito”. Più tiepida la reazione di Idrogea sulla proposta di specificare la modalità di gestione del canneto tramite tagli a scacchiera. Secondo l’estensore del Piano integrato non si potrà scendere a questo grado di dettaglio.

Bocciata come “non pertinente” la richiesta della Soprintendenza di assistere agli scavi durante le fasi di asportazione del limo. L’Ente ha inoltre chiesto che venga redatto uno studio sull’evoluzione del bacino e sugli interventi antropici documentati dal XIX secolo per meglio definire il potenziale archeologico ancora conservato”. Risposta politicamente corretta della biologa: “La decisione di approfondimento la dovrà prendere l’autorità procedente”. La dott.ssa Raimondi si è comunque messa a disposizione di un confronto con le parti istituzionali e non per i tre mesi che separano la prima Conferenza di VAS dalla seconda.
Marco Pessina
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