Caso Gilardi: Carlo succube del badante, portato in rsa con il suo assenso e per il suo bene. Il giudice 'assolve' l'avv.Barra
Il professor Carlo Gilardi
Partiamo dal ricovero del novantenne in casa di riposo: non sarebbe stato eseguito alcun TSO e nemmeno l'ASO che era stato predisposto dal medico curante. Gilardi avrebbe seguito volontariamente l'amministratore di sostegno. Come si spiegano le frasi di contestazione mandate in onda dalle Iene? Il prelievo dell'uomo dall'abitazione di Brivio della famiglia El Mazoury - dove, ritiene il giudice, era stata trasferita la residenza del professore contro la sua volontà - sarebbe avvenuto, alla presenza dei Carabinieri che attestano l'accaduto in una relazione di servizio, in due momenti. Il primo - evidentemente quello videoregistrato da Brahim - in cui a rendere concitata la situazione sarebbe stato l'atteggiamento del magrebino stesso; il secondo quando l'avvocato Barra ha avuto la possibilità di interloquire serenamente con il suo "assistito", informandolo della necessità di trasferirlo momentaneamente in una RSA, non prima di essere sottoposto a alcuni accertamenti sanitari. Sono i militari della Caserma del paese rivierasco, presenti in posto, a confermare tale sequenza di avvenimenti. Una ricostruzione che da sola basta per far cadere "l'accusa" rivolta dagli avvocati Silvia e Marcella Agazzi alla "collega" Elena Barra di non aver adeguatamente informato Gilardi del suo ingresso in una struttura per anziani. Tra l'altro - per scrupolo - la toga lecchese nella sua veste di amministratore di sostegno, pur potendo agire autonomamente, aveva chiesto e ottenuto preliminarmente dallo stesso giudice l'autorizzazione a procedere per ovviare un eventuale contrasto con il professore, venendo autorizzata altresì a farsi accompagnare dai Carabinieri a sua tutela. Ma a "far paura", non era il signor Carlo. Bensì il "badante", già indagato tra l'altro con altre sei persone per una supposta "circonvenzione di incapace", con udienza preliminare a suo carico nel frattempo fissata per il prossimo 2 febbraio. Qualcuno chiederà come mai allora il giovane marocchino era stato regolarmente assunto dal precedente amministratore per assistere il professore. Risponde sempre il giudice, parlando di un tentativo non andato a buon fine di instaurare un rapporto di fiducia e formalizzare una situazione di fatto, tentativo che avrebbe invece fatto emergere come Gilardi fosse fortemente in soggezione rispetto al briviese e dunque manovrabile. Sono ancora i Carabinieri (oltre allo stesso airunese) a dare riscontro di ciò. Un aspetto su cui ovviamente si giocherà l'eventuale processo a carico di El Mazoury qualora dovesse essere rinviato a giudizio. Tra l'altro, pur essendoci una perizia di parte, commissionata proprio dal marocchino sul professore, c'è - ma questo lo avevamo già scritto - anche una consulenza tecnica disposta dal Tribunale che accerta come le condizioni di salute dell'anziano non siano ottimali, soprattutto in relazione ad un supposto disturbo della personalità. Senza entrare troppo nello specifico - anche per ragioni di rispetto e privacy - secondo il professionista che ha firmato la valutazione medica anche il voler seguire rigidamente la regola francescana (vivendo sostanzialmente di nulla) e il principio della generosità si inserirebbero in un quadro patologico che porta dunque l'anziano a essere vulnerabile tanto da necessitare di una tutela superiore e dunque l'inserimento in un ambiente protetto come una RSA per staccarsi da un contesto in cui nelle sue case vivono soggetti anche poco raccomandabili e lui stesso è oggetto di continue richieste di denaro.
Nulla da contestare, dunque, da parte del Giudice all'operato dell'avvocato Barra, ricordando altresì come la necessità di un amministratore di sostegno non sia stata messa in dubbio nemmeno dagli avvocati Silvia e Marcella Agazzi. Impercorribili però le strade proposte dalle stesse e in particolar modo quella di ricollocare il professore da El Mazoury mentre risulta già al vaglio dell'amministratore di sostegno in carica il rientro di Gilardi in una delle proprie abitazioni, contemplando però anche tutte le esigenze di tutela e protezione emerse. “Carlo libero” appare come una speranza condivisa. Libero ma non usato.
A. M.