Osnago, l'appello di Donegà alle istituzioni per la Voss: non si può subire passivamente lo smantellamento

Andrea Donegà, segretario
generale Fim Cisl Lombardia
La Voss Fluid di Osnago, azienda a testa tedesca, qualche giorno fa ha annunciato la cessazione dell’attività dei reparti produttivi. Una decisione comunicata all’improvviso e recapitata via mail a gran parte dei 70 dipendenti che ora rischiano di perdere il lavoro. L’azienda che, fatti salvi alcuni approcci, continua a negarsi al sindacato, ha iniziato a smontare i macchinari preparandosi a portarli via.
“Un atto grave e vigliacco che avviene prima di aprire qualsiasi discussione con le organizzazioni sindacali e che serve solo a  velocizzare la delocalizzazione delle produzioni decisa dall’azienda, un destino a cui ancora non ci rassegniamo”, sottolinea Andrea Donegà, segretario generale Fim Cisl Lombardia.

Oggi ci sarà l’incontro col Prefetto e per  il 23 dicembre è convocato il tavolo di crisi presso la Provincia.

“Facciamo appello a tutte le istituzioni affinché si possa convincere l’azienda a fermarsi nelle azioni di smobilitazione della fabbrica, appello già sostenuto dal sindaco di Osnago, che ringraziamo della vicinanza - afferma Donegà -. Occorre aprire subito una discussione seria per analizzare le criticità, alla base della scelta della multinazionale di lasciare il nostro Paese, per tentare in tutti i modi di immaginare quali soluzioni mettere in campo per garantire la continuità operativa e occupazionale”. “Non è possibile subire passivamente le scorribande che le multinazionali fanno nel nostro Paese e che finiscono per gettare le persone come dei panni sporchi quando non servono più. Quelle stesse persone che garantiscono utili e profitti col sudore di tutti i giorni - aggiunge - . Le lavoratrici e i lavoratori della Voss continueranno a difendere il loro diritto al lavoro e alla dignità, mantenendo un presidio costante fuori dalla fabbrica nel rispetto delle disposizioni anti-Covid e del coprifuoco. Sarebbe corretto che l’azienda facesse altrettanto senza approfittare di tali limitazioni per portare via i macchinari. Sarebbe una beffa e una scorrettezza inaccettabile”.
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