Cernusco: auto nel posto disabili. Lite tra due uomini finisce in tribunale per lesioni
Una lite avvenuta a seguito di un posteggio “rapido” in uno spazio riservato ai portatori di handicap ha portato un 71enne a giudizio per lesioni personali aggravate dal fatto che la sua vittima fosse proprio affetta da disabilità.
I fatti, esposti questa mattina al cospetto del giudice monocratico Martina Beggio, sono avvenuti a Cernusco Lombardone nel dicembre del 2018 e sono stati i due protagonisti stessi a raccontarli. “Stavo rientrando a casa e ho visto che il parcheggio riservato ai disabili era occupato” ha detto la parte civile, un uomo residente in paese “ho messo la macchina più lontano e poi mi sono avvicinato alla vettura per vedere chi fosse. A quel punto ho notato che non c'era nessun tagliando e ho fatto la foto alla macchina”. Dopo aver scattato l'immagine, dall'abitacolo sarebbe sceso il guidatore che alla domanda sul perchè avesse occupato un posto pur non avendo l’autorizzazione, gli avrebbe risposto “che cazzo vuoi handicappato di merda”.
Pur non replicando, l'uomo avrebbe avvertito un colpo al viso e alla mandibola che gli avrebbe fatto volare gli occhiali. Chinatosi per recuperarli, sarebbe stato raggiunto da un altro colpo al polpaccio. “A quel punto, nonostante il dolore, avevo solo il pensiero rivolto alle mie protesi al ginocchio” ha raccontato al giudice, “quindi mi sono alzato e ho iniziato a difendermi dai pugni, che ho cercato di parare con le mani. Ho detto che avrei chiamato i carabinieri ma ha risposto che li avrebbe allertati lui”. A quel punto il presunto aggressore sarebbe salito in auto dandosi alla fuga. Una lite che avrebbe avuto non poche conseguenze fisiche sul cernuschese.
Una versione completamente diversa invece è stata quella fornita dall’imputato, assistito dall’avvocato Marcello Perillo, che ha sostenuto di essere stato aggredito: “mi sono messo al posto dei portatori di handicap per fare una commissione veloce di lavoro” ha detto “ero sceso da pochi istanti quando mi sono accorto di avere dimenticato un documento in macchina. Sono tornato indietro per recuperarlo. A quel punto questo signore mi ha preso per i vestiti e mi ha tirato fuori dall'abitacolo dicendomi “devi finire sotto a un camion e ti devono amputare le gambe, così capisci” ed è iniziata la colluttazione”. I colpi al volto secondo la sua versione, li avrebbe ricevuti e non sferrati. ”Ero io che mi riparavo dai suoi pugni. Certo, nella colluttazione magari l’ho spinto per allontanarlo ma lui non ha preso nessun cazzotto da parte mia nè tantomeno è finito a terra”.
Terminate le testimonianze, il giudice Martina Beggio ha aggiornato l’udienza al prossimo 22 marzo 2021 per concludere l’istruttoria ed eventualmente già per la discussione. Risale ad oggi infatti la richiesta di integrazione delle prove testimoniali avanzata dall’avvocato difensore Perillo, per l’audizione di uno degli operanti che ha raccolto la querela del cernuschese e della moglie di quest’ultimo. Una richiesta a cui si è associata la Vpo Caterina Scarselli e su cui invece si è rimessa la parte civile. Il giudice deciderà con un’ordinanza fuori udienza per l’eventuale ammissione.
I fatti, esposti questa mattina al cospetto del giudice monocratico Martina Beggio, sono avvenuti a Cernusco Lombardone nel dicembre del 2018 e sono stati i due protagonisti stessi a raccontarli. “Stavo rientrando a casa e ho visto che il parcheggio riservato ai disabili era occupato” ha detto la parte civile, un uomo residente in paese “ho messo la macchina più lontano e poi mi sono avvicinato alla vettura per vedere chi fosse. A quel punto ho notato che non c'era nessun tagliando e ho fatto la foto alla macchina”. Dopo aver scattato l'immagine, dall'abitacolo sarebbe sceso il guidatore che alla domanda sul perchè avesse occupato un posto pur non avendo l’autorizzazione, gli avrebbe risposto “che cazzo vuoi handicappato di merda”.
Pur non replicando, l'uomo avrebbe avvertito un colpo al viso e alla mandibola che gli avrebbe fatto volare gli occhiali. Chinatosi per recuperarli, sarebbe stato raggiunto da un altro colpo al polpaccio. “A quel punto, nonostante il dolore, avevo solo il pensiero rivolto alle mie protesi al ginocchio” ha raccontato al giudice, “quindi mi sono alzato e ho iniziato a difendermi dai pugni, che ho cercato di parare con le mani. Ho detto che avrei chiamato i carabinieri ma ha risposto che li avrebbe allertati lui”. A quel punto il presunto aggressore sarebbe salito in auto dandosi alla fuga. Una lite che avrebbe avuto non poche conseguenze fisiche sul cernuschese.
Una versione completamente diversa invece è stata quella fornita dall’imputato, assistito dall’avvocato Marcello Perillo, che ha sostenuto di essere stato aggredito: “mi sono messo al posto dei portatori di handicap per fare una commissione veloce di lavoro” ha detto “ero sceso da pochi istanti quando mi sono accorto di avere dimenticato un documento in macchina. Sono tornato indietro per recuperarlo. A quel punto questo signore mi ha preso per i vestiti e mi ha tirato fuori dall'abitacolo dicendomi “devi finire sotto a un camion e ti devono amputare le gambe, così capisci” ed è iniziata la colluttazione”. I colpi al volto secondo la sua versione, li avrebbe ricevuti e non sferrati. ”Ero io che mi riparavo dai suoi pugni. Certo, nella colluttazione magari l’ho spinto per allontanarlo ma lui non ha preso nessun cazzotto da parte mia nè tantomeno è finito a terra”.
Terminate le testimonianze, il giudice Martina Beggio ha aggiornato l’udienza al prossimo 22 marzo 2021 per concludere l’istruttoria ed eventualmente già per la discussione. Risale ad oggi infatti la richiesta di integrazione delle prove testimoniali avanzata dall’avvocato difensore Perillo, per l’audizione di uno degli operanti che ha raccolto la querela del cernuschese e della moglie di quest’ultimo. Una richiesta a cui si è associata la Vpo Caterina Scarselli e su cui invece si è rimessa la parte civile. Il giudice deciderà con un’ordinanza fuori udienza per l’eventuale ammissione.
B.F.