Osnago: prosegue il presidio fuori dalla ''Voss'', l'obiettivo è convincere l'azienda a tenere la produzione e i 70 lavoratori

Continua il presidio davanti ai cancelli della Voss di Osnago, dove 70 posti di lavoro sono a rischio dopo che la proprietà tedesca ha annunciato di voler smantellare uno dei due stabilimenti presenti in paese. Il territorio perderebbe un'importante e storica realtà produttiva, attiva dal 1954 come Larga, rilevata dalla Voss nel 2016. La decisione presa sembra oltretutto irreversibile; stando a quanto sostengono i sindacati, che in questi giorni stanno imbastendo una difesa dell'occupazione, l'azienda si è barricata dietro a motivazioni principalmente di carattere economico: i 12 milioni investiti in quattro anni sul sito produttivo di via Stoppani, quello a rischio chiusura, non hanno portato i benefici attesi in termini di guadagno, e l'azienda non riesce più a sostenere i costi.




Ciò che vorrebbero ottenere invece i sindacati, che da ieri – lunedì 14 dicembre – hanno indetto un presidio permanente di fronte all'azienda, è che la Voss riveda la propria decisione e trovi un'alternativa al licenziamento dei 70 dipendenti, oppure che accetti di cedere l'attività ad un soggetto interessato, che ovviamente dovrebbe garantire tutti i dipendenti. Questa mattina i rappresentanti meratesi della Fiom Cgil e della Fim Cisl, Domenico Alvaro e Lorena Silvani, hanno incontrato nuovamente il sindaco osnaghese Paolo Brivio. L'azione delle organizzazioni sindacali si sta infatti concentrando molto anche sul coinvolgimento delle istituzioni (compresa la Provincia e il Prefetto), considerando il rischio della perdita del lavoro per 70 lavoratori – molti dei quali, sostengono, monoreddito – avrebbe innanzitutto una negativa ricaduta sociale. Nel pomeriggio si è invece svolta una conferenza davanti ai cancelli durante la quale Alvaro e Silvani hanno chiarito alcuni passaggi fondamentali della situazione alla Voss, indicando la loro strategia.




''Questa azienda è presente dal 1954'' ha commentato la sindacalista della Fim Cisl. ''E' perciò importante per il territorio. Il 4 dicembre, durante una riunione sindacale, la proprietà ci ha comunicato la volontà di chiudere il sito di torneria, perchè secondo il suo punto di vista non è più sostenibile mantenerlo, e la conseguenza è quella di lasciare 70 lavoratori a casa. Abbiamo la necessità di far capire ai vertici che queste persone, tra cui molte donne, devono assolutamente mantenere il loro posto di lavoro''. Sono in tutto 110 le maestranze della Voss, e 40 sono impiegate nel sito di via Olivetti che verrà mantenuto. Una terza ipotesi avanzata dai sindacati è che l'azienda si convinca a integrare i 70 dipendenti che vorrebbe licenziare nel secondo stabilimento.



I sindacalisti Lorena Silvani e Domenico Alvaro

''Per noi è stata una doccia fredda che non ci aspettavamo'' è stato il commento di Domenico Alvaro della Fiom Cgil. ''C'erano dei segnali di difficoltà che potevano starci in un periodo come quello della pandemia dove quasi tutti hanno avuto una contrazione degli ordini. Mai avremmo pensato che l'azienda avrebbe dichiarato di licenziare 70 persone. Ora non possono farlo, ma hanno iniziato con il proporre loro degli incentivi per dimettersi volontariamente. Sono dipendenti la cui residenza è distribuita in vari Comuni del circondario, perciò è una questione che riguarda anche le istituzioni del territorio e per questo abbiamo coinvolto Provincia e Prefetto. La nostra preoccupazione più forte riguarda le voci secondo cui la proprietà si starebbe già muovendo per spostare alcuni dei macchinari più efficenti dal sito di via Stoppani. Se ciò dovesse avvenire ci ritroveremmo nella situazione per la quale è difficile costruire un percorso per garantire il mantenimento dei posti di lavoro''. Il presidio in corso da lunedì serve anche ad evitare che lo smantellamento del sito di via Stoppani avvenga. Lavoratori e sindacati temono però che potrebbe essere effettuato la notte, dopo le 22, quando la presenza deve essere sospesa a causa del coprifuoco.



Rispetto alle giustificazioni date dai vertici aziendali, che riguardano l'insostenibilità dei costi di produzione, Alvaro ha spiegato che i consulenti dei sindacati stanno analizzando i conti e che non tutto ciò che è stato affermato dall'amministratore delegato tornerebbe. Nei prossimi giorni i sindacati avranno un confronto presso l'unità di crisi della Provincia, nella speranza che le istituzioni riescano ad intervenire con efficacia per fermare il piano della Voss di smantellare il suo stabilimento di via Stoppani.


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A.S.
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