La morte psichica da abbandono concausa di così tanti decessi
Da giorni il bollettino dei morti per coronavirus continua a martellare incessantemente: tre soltanto sabato, otto domenica, sono centinaia le vittime censite come morti da covid-19 e tante altre sono state ‘archiviate’ con altre patologie.
Come mai così tanti? Cosa nascondono quelle morti? Che cosa ci stanno dicendo?
La risposta non può essere soltanto organica, medica, dell’inevitabile; c’è la necessità di svolgere una maggior analisi di quello che sta accadendo e forse andrebbero prese in considerazione altri fattori, per esempio, la morte psichica da abbandono, da marasma senile.
La Sfinge figlia di Echidna e Tifone e il covid figlio dei pipistrelli sono dei mostri. La Sfinge con la testa e il seno di donna, il corpo di cane, le ali di aquila, le zampe di leone, la coda di serpente e la voce di donna assomiglia alle stalagmiti del deforme covid-19.
Come la Sfinge, postata su una rupe a controllare la strada che porta a Tebe per sottoporre tutti i viandanti allo stesso indovinello, così anche il virus domina lo spazio fisico, sociale e biologico e uccide tutti quelli che non rispondono all'enigma della vicinanza/lontananza. Se ci si avvicina troppo, si è contaminati dal virus, se si sta lontani, si è condannati al distacco affettivo-esistenziale.
Per uscire da questo dilemma, come per Edipo, bisogna trovare delle risposte adeguate stando attenti a non cadere nel tranello, com'è accaduto a Edipo, quando, per risolvere l'enigma della peste, scopre che è lui stesso la causa.
La condizione preedipica del covid-19 fa venire a galla dalla situazione sociale, individuale e politica enigmi, trucchi, imbrogli, tradimenti, invidie, gelosie.
Il covid-19 come la Sfinge contrappone politico/privato, Stato /Unione, nonni/nipoti, figli/genitori, amici/parenti, scienza/coscienza, ordine/norma, governanti/governati, popolo/individuo, ricchi/poveri, ceti alti/ceti bassi, autoctoni/migranti. La catena è l'espressione associativa di una grammatica individuale e sociale iperinclusiva che non termina mai; più si allunga, più aumenta lo stato di confusione e di smarrimento.
Sul versante strettamente personale il virus coinvolge il paradigma psico/bio/sociale. A livello psichico l'evitamento del toccarsi impedisce lo scambio di contatto tra la pelle e causa un'agnosia affettiva. Il distacco richiama l'esperienza atroce che il medico psicologo psicoanalista René Spitz a Budapest individuò. Riguarda il marasma nel bambino e la depressione anaclitica che si manifesta con dolore, rabbia, apatia: questa deprivazione emotiva determina la morte nel bambino. La mancanza di contatto rievoca inconsciamente la condizione regressiva preedipica.
Tra i vari fattori traumatici biologici post covid-19 che vanno presi in considerazione c'è anche quello della deprivazione psicosensoriale che determina disturbi prattognosici causati dal lungo abbandono psicosensoriale a causa degli interventi sanitari.
La deprivazione psicosensoriale, le agnosie sensoriali, le aprassie producono uno stato di depressione anaclitica che, oltre a inibire il circuito della sopravvivenza, secondo Joseph Ledoux, causa una diminuzione della risposta immunitaria e inducono uno stato di depressione profonda tanto che la persona involontariamente desidera la morte per sottrarsi al dolore e alla perdita.
Il non contatto in una condizione clinica di malattia da covid-19 le cellule, oltre essere sottoposte a un processo di polimerasi trascrittasi inversa, sono immerse in una 'vasca' di cortisolo che entrando in circolo sollecita ansia, rabbia, paura stress; in sostanza le funzioni sottocorticali preposte a rispondere a stimoli riguardanti la sopravvivenza sono inibite.
La mancanza di contatto visivo, tattile, verbale nei pazienti ricoverati è un fattore negativo e predisponente al marasma che è un fattore predittivo della morte psicogena. La persona quando supera un certo plateau vitale si lascia andare. Quando decadono gli stimoli di richiamo, il circuito della sopravvivenza produce neurormoni, negativi per la persona.
E' necessario e indispensabile sollecitare dei richiami psichici per tenere sveglio il desiderio di vita con dei modi che sollecitino la dimensione psicosensoriale corticale e sottocorticale.
E' importante operare in modo da non di fare scivolare la persona allo stadio regressivo primario per evitare che prevalgano reazioni inconsciamente autolesionistiche per l'individuo.
La Sfinge chiede a Edipo di rispondere all'enigma: “Qual è l’animale che di mattina cammina con quattro zampe, a mezzogiorno con due e la sera con tre?”; Edipo: “È l’uomo, che da bambino cammina carponi, divenuto adulto, cammina diritto sui due piedi e da vecchio cammina su tre, perché deve appoggiarsi a un bastone”. La Sfinge si getta dalla rupe e si suicida.
Come mai così tanti? Cosa nascondono quelle morti? Che cosa ci stanno dicendo?
La risposta non può essere soltanto organica, medica, dell’inevitabile; c’è la necessità di svolgere una maggior analisi di quello che sta accadendo e forse andrebbero prese in considerazione altri fattori, per esempio, la morte psichica da abbandono, da marasma senile.
La Sfinge figlia di Echidna e Tifone e il covid figlio dei pipistrelli sono dei mostri. La Sfinge con la testa e il seno di donna, il corpo di cane, le ali di aquila, le zampe di leone, la coda di serpente e la voce di donna assomiglia alle stalagmiti del deforme covid-19.
Come la Sfinge, postata su una rupe a controllare la strada che porta a Tebe per sottoporre tutti i viandanti allo stesso indovinello, così anche il virus domina lo spazio fisico, sociale e biologico e uccide tutti quelli che non rispondono all'enigma della vicinanza/lontananza. Se ci si avvicina troppo, si è contaminati dal virus, se si sta lontani, si è condannati al distacco affettivo-esistenziale.
Per uscire da questo dilemma, come per Edipo, bisogna trovare delle risposte adeguate stando attenti a non cadere nel tranello, com'è accaduto a Edipo, quando, per risolvere l'enigma della peste, scopre che è lui stesso la causa.
La condizione preedipica del covid-19 fa venire a galla dalla situazione sociale, individuale e politica enigmi, trucchi, imbrogli, tradimenti, invidie, gelosie.
Il covid-19 come la Sfinge contrappone politico/privato, Stato /Unione, nonni/nipoti, figli/genitori, amici/parenti, scienza/coscienza, ordine/norma, governanti/governati, popolo/individuo, ricchi/poveri, ceti alti/ceti bassi, autoctoni/migranti. La catena è l'espressione associativa di una grammatica individuale e sociale iperinclusiva che non termina mai; più si allunga, più aumenta lo stato di confusione e di smarrimento.
Sul versante strettamente personale il virus coinvolge il paradigma psico/bio/sociale. A livello psichico l'evitamento del toccarsi impedisce lo scambio di contatto tra la pelle e causa un'agnosia affettiva. Il distacco richiama l'esperienza atroce che il medico psicologo psicoanalista René Spitz a Budapest individuò. Riguarda il marasma nel bambino e la depressione anaclitica che si manifesta con dolore, rabbia, apatia: questa deprivazione emotiva determina la morte nel bambino. La mancanza di contatto rievoca inconsciamente la condizione regressiva preedipica.
Tra i vari fattori traumatici biologici post covid-19 che vanno presi in considerazione c'è anche quello della deprivazione psicosensoriale che determina disturbi prattognosici causati dal lungo abbandono psicosensoriale a causa degli interventi sanitari.
La deprivazione psicosensoriale, le agnosie sensoriali, le aprassie producono uno stato di depressione anaclitica che, oltre a inibire il circuito della sopravvivenza, secondo Joseph Ledoux, causa una diminuzione della risposta immunitaria e inducono uno stato di depressione profonda tanto che la persona involontariamente desidera la morte per sottrarsi al dolore e alla perdita.
Il non contatto in una condizione clinica di malattia da covid-19 le cellule, oltre essere sottoposte a un processo di polimerasi trascrittasi inversa, sono immerse in una 'vasca' di cortisolo che entrando in circolo sollecita ansia, rabbia, paura stress; in sostanza le funzioni sottocorticali preposte a rispondere a stimoli riguardanti la sopravvivenza sono inibite.
La mancanza di contatto visivo, tattile, verbale nei pazienti ricoverati è un fattore negativo e predisponente al marasma che è un fattore predittivo della morte psicogena. La persona quando supera un certo plateau vitale si lascia andare. Quando decadono gli stimoli di richiamo, il circuito della sopravvivenza produce neurormoni, negativi per la persona.
E' necessario e indispensabile sollecitare dei richiami psichici per tenere sveglio il desiderio di vita con dei modi che sollecitino la dimensione psicosensoriale corticale e sottocorticale.
E' importante operare in modo da non di fare scivolare la persona allo stadio regressivo primario per evitare che prevalgano reazioni inconsciamente autolesionistiche per l'individuo.
La Sfinge chiede a Edipo di rispondere all'enigma: “Qual è l’animale che di mattina cammina con quattro zampe, a mezzogiorno con due e la sera con tre?”; Edipo: “È l’uomo, che da bambino cammina carponi, divenuto adulto, cammina diritto sui due piedi e da vecchio cammina su tre, perché deve appoggiarsi a un bastone”. La Sfinge si getta dalla rupe e si suicida.
Dr. Enrico Magni