Merate: la 31enne Sara Casiraghi racconta nel libro 'Amabile' la bellezza della fragilità

La poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita" gridava Robin Williams da sopra un banco ne L'attimo fuggente, insegnando ai suoi studenti il valore della cultura. E si può dire che Sara Casiraghi, meratese classe 1989, abbia fatto sue queste lezioni, arrivando a mettere nero su bianco le sue emozioni e pubblicando, l'8 dicembre, il suo primo libro, "Amabile". Sara, 31 anni, è laureata in lettere e dopo aver svolto una breve esperienza nel campo del giornalismo ha deciso di dedicarsi all'insegnamento. L'amore per il suo lavoro è la prima cosa a trasparire dal suo racconto: "Ho capito subito che fare l'insegnante era la mia strada, e da allora ho lavorato per qualche tempo a Bergamo, mentre ora sono alla secondaria di Airuno, dove dovrei rientrare a gennaio dopo il periodo di maternità".

Sara Casiraghi


Sara, se non ha avuto chiaro da subito che l'insegnamento sarebbe stata la sua strada, ha una passione viscerale per la scrittura sin da bambina, e da quello che inizialmente era stato pensato come un racconto breve si è sviluppata una storia complessa, in cui l'autrice è stata guidata dalla fantasia. "Nello scrivere Amabile" racconta " ho voluto inserire delle tematiche studiate che mi sono sempre piaciute: la resilienza, l'inettitudine, le maschere, trasponendole nei giorni nostri".  Il titolo del romanzo racchiude in sé il significato più profondo dell'opera: "Amabile era la mia bisnonna, una grande donna, nata e cresciuta nella casetta in cui gran parte del romanzo è ambientata, in un paesino della maremma toscana" racconta Sara "ma è anche un modo per fare riferimento a tutti quei segni di cui a volte ci vergogniamo, ma di cui dovremmo invece essere orgogliosi". Le vicende di cui la protagonista femminile fa esperienza nel corso del libro, infatti, sono state per Sara l'occasione di parlare di una crescita, e di tutte le possibilità che questa apre intorno a noi. A fare da fil rouge della  storia è il kintsugi, una pratica giapponese che consiste nel riparare ciò che è rotto mettendone in evidenza le crepe, che diventano una vera e propria forma d'arte. "Ho capito che le cicatrici sono qualcosa che non dobbiamo nascondere, di cui non dobbiamo vergognarci ma di cui andare fieri, valorizzandole e traendone forza" spiega con entusiasmo la scrittrice, che per la sua protagonista femminile ha voluto mettere in scena un romanzo di formazione, dapprima dalle tinte più rosa e che con l'avanzare della storia diventa un vero e proprio thriller, in cui a dare una svolta è la chiave di lettura del personaggio nei confronti di se stessa.

Fortemente legata al mondo femminile, Sara ha tra l'altro fondato recentemente un'associazione femminista insieme alle sue amiche, LEI. La copertina stessa del romanzo è un omaggio alla forza delle donne: il disegno, infatti, è opera della sorella Lucia, che ha saputo dare colore a quegli stessi pensieri di Sara.  Condizionata sicuramente dalle letture adolescenziali di Nicholas Sparks, di cui Sara ha letto l'intera bibliografia, a livello di tematiche ciò che l'ha ispirata maggiormente sono stati invece due grandi della nostra letteratura, Luigi Pirandello e Italo Svevo. A pochi giorni dall'uscita del suo primo libro, l'autrice è già proiettata al futuro, in cui vorrebbe mettere nero su bianco la storia di un personaggio secondario di 'Amabile', proseguendo nel suo obiettivo di dare voce a quei fiori sopravvissuti alla tempesta e sbocciati ancora più belli di prima. 
G.Co.
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